Dopo due anni di ritardo, finalmente siamo riusciti ad assaporare Flintlock: The Siege of Dawn, il nuovo soulslike firmato A44 Games. In questa demo, più che lunga, siamo riusciti a cogliere la maggior parte di quello che Flintlock vuole comunicare come opera videoludica. Ovviamente bisognerà aspettare il gioco completo per dare un giudizio più accurato, però diciamo che questo primo boccone ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma dal retrogusto stranamente piacevole.
Flintlock: The Siege of Dawn, uno strano mix
Per quanto riguarda la trama, il concept dietro al gioco e tutte le premesse sono molto intriganti, ma sembra tutto buttato lì senza uno scopo preciso e questo, a mio avviso, impatta in maniera molto negativa sull’esperienza di gioco. Senza fare troppi spoiler, Nor, la nostra protagonista, fa parte dell’esercito della Coalizione che mira a ribellarsi agli Dei e chiudere il passaggio dei non morti una volta per tutte utilizzando la loro risorsa più preziosa, la polvere da sparo, che però risulta essere inefficace contro le divinità.
Dopo essere entrati in contatto con Enki, una divinità minore, otterremo ulteriori poteri in grado di sconfiggere anche un Dio. Per quanto riguarda la trama e la lore del mondo, non mi sento di poter dire niente di concreto o fornire ulteriori informazioni perché l’anteprima sembra molto frammentata e collegata in modo non del tutto lineare. Speriamo sia solo una caratteristica della demo e non del gioco completo.
Gameplay e meccaniche
Il combattimento sembra essere un mix tra un souls e un action rpg, ha degli elementi sia positivi che negativi, ma è comunque abbastanza appagante nel concreto e permette a Flintlock di poter fare parte dell’avanguardia che rende questo genere più di semplici copie di Dark Souls.
Lo scontro base si fonda principalmente su tre semplici meccaniche:
- Ascia (che sembra più una tomahawk): ci permette di eseguire un tipo di attacco che può essere esteso successivamente con le abilità che apprenderemo. Il tempismo e la strategia sono fondamentali per attaccare efficacemente, soprattutto in presenza di più nemici. È possibile eseguire il parry, tipico dei souls, e non è troppo complicato capire i movimenti dei nemici per eseguirlo correttamente. Inoltre, il contrattacco che ne consegue è piuttosto soddisfacente.
- La pistola a pietra focaia (flintlock) è fondamentale per un motivo principale: fermare gli attacchi o le combo speciali dei nemici. Quando appare una luce rossa, basta sparare per interromperli. Inoltre, le abilità di quest’arma possono essere estese successivamente con vari potenziamenti.
- Schivata: l’elusione degli attacchi non è come nei giochi Souls. Grazie alle abilità di Enki, possiamo eseguire schivate migliorate utilizzando la polvere da sparo infusa della magia del piccolo dio volpe, e devo dire che sono molto soddisfacenti, soprattutto se fatte al momento giusto. Queste schivate non solo migliorano il combattimento, ma permettono anche di esplorare zone altrimenti inaccessibili.
Le battaglie si intensificano e acquistano dinamismo solo dopo l’introduzione, ovvero quando entreremo in contatto con Enki che, oltre ad aiutarci nel combattimento, marchiando a morte un nemico o facendo una ultimate simile ad un tornado magico, ci permette di usare nuove abilità, principalmente suddivise in tre ramificazioni di potenziamenti (corpo a corpo, Enki, flintlock), acquistabili tramite i punti reputazione.
Punti reputazione, non sono anime
Quando ho letto il termine “punti reputazione” come risorse necessarie per potenziare le abilità, sono rimasto un po’ deluso perché, nel contesto della trama, non sembravano avere un significato coerente. Tuttavia, la meccanica del moltiplicatore, secondo la quale più colpi infliggiamo senza subire danni, più aumentiamo i punti reputazione, giustifica questa scelta e non impatta troppo negativamente l’esperienza di gioco.
Dopo aver sperimentato questa meccanica anche in modalità folle, devo dire che per mantenere uno score alto ci fa sudare parecchio e aggiunge un’ulteriore sfida, soprattutto quando ci sono tanti nemici e i maledetti struzzi.
Nonostante ciò, penso che si potrebbero trovare nomi più adatti per contestualizzare meglio il tutto all’interno della narrativa del gioco, dando un significato più profondo e coerente alle risorse utilizzate per potenziare le abilità del personaggio.
Difficoltà
In Flintlock è possibile scegliere la difficoltà tra: storia, normale e folle. In cosa consiste l’aumentare della difficoltà? Semplicemente i nemici, a seconda della modalità selezionata, saranno più o meno aggressivi e abili nel concatenare combo e subiranno più o meno danni. Il delay tra una combo e l’altra diminuisce all’aumentare della difficoltà scelta, così come aumentano i danni inflitti dai nemici. Quindi, la modalità folle, nonostante mi abbia offerto due ore interessanti, è consigliata solo per gli amanti delle sfide o per chi sta facendo una seconda run.
C’è una netta distinzione tra normale e folle, dal mio punto di vista penso che chi cerca un’avventura più alla Dark Souls dovrebbe giocare alla difficoltà massima, mentre per gli appassionati di narrativa ed esplorazione la modalità precedente o anche storia è ideale.
Esplorazione interessante
Anche se era solo un’anteprima, ho notato che la mappa di Flintlock incoraggia molto l’esplorazione. Questo è dovuto soprattutto alla rapida mobilità di Nor e ai salti potenziati dalla polvere da sparo magica, che ci permettono di muoverci velocemente. Mentre esploravo, ho potuto apprezzare il lavoro di A44 Games, che è di buona qualità: nemici nascosti, oggetti di lore da trovare e anche strumenti da poter utilizzare. Abbiamo la libertà di visitare i villaggi, sconfiggere i mini-boss locali e riportare gli abitanti, il che ci consente di sbloccare nuove aree e servizi, come la caffetteria e, se ho capito bene, il sistema di viaggio rapido.
Tuttavia, nel coffee shop, sono stato un po’ turbato dalla presenza di una creatura particolare come ostessa. Questo sembra andare un po’ contro la trama, considerando che la Coalizione non sembra essere un’organizzazione che tollera facilmente la presenza di tali esseri.
Rivalsa, un minigioco un po’ scriptato
Un altro contenuto particolarmente interessante è il minigioco conosciuto in tutto il territorio di Dawn: Rivalsa. In teoria è molto semplice e dopo aver capito come giocarci sembra essere un po’ prevedibile, almeno finché arrivano i pezzi speciali. Si gioca con delle monete, alcune normali e altre con abilità speciali (come saltare un’altro gettone oppure spingerlo indietro), con lo scopo di attaccare e difendere per guadagnare reputazione.
In breve, si svolge in due turni:
- Turno d’attacco: inizieremo con tre monete anziché le quattro dell’avversario, con lo scopo preciso di formare una frattura triangolare.
- Turno di difesa: situazione inversa, dovremo evitare a tutti i costi che il nostro avversario formi una frattura triangolare.
Grafica e sonoro
Per quanto riguarda la grafica sinceramente non sono molto soddisfatto, ma posso comprendere il fatto che il team si sia voluto concentrare su altri aspetti. Non si può dire sicuramente che abbia un comparto grafico eccellente, Flintlock trova i suoi punti di forza più sull’ambientazione ed Enki, quest’ultimo è fatto molto bene sia come modello che per animazioni. Nonostante tutto si difende bene sull’originalità di nemici, npc e mostri e anche in alcune animazioni, principalmente però legate a Nor ed Enki.
Dal punto di vista della colonna sonora, durante il gameplay di questa anteprima non l’ho percepita molto, ma di per sé la musica è molto particolare. A volte ha un sentore vichingo e adrenalinico, altre volte è più macabra o addirittura meditativa, grazie all’uso di strumenti orientaleggianti. Eric Hillman, il compositore del gioco, sembra aver pensato a ogni brano per un momento o una situazione particolare di Nor, come ad esempio il combattimento, che possiamo vedere nel trailer esteso, contro un dio.
Un inizio per qualcosa di più grande
Flintlock: The Siege of Dawn, come abbiamo già detto nell’introduzione, segna il debutto nel mondo videoludico di A44 Games e devo dirla tutto non è per niente male. Il titolo di per sé riesce a distinguersi dalla massa, ma purtroppo risente di molti difetti che però, devo ammettere, non compromettono in maniera pesante l’esperienza di gioco. Mi spiego meglio.
A primo impatto sono rimasto molto deluso dal risultato ottenuto, perché avevo delle aspettative forse troppo alte dal punto di vista della trama, dalla caratterizzazione dei personaggi e dalla componente grafica. Eppure non so perché ma penso che questo titolo sia il battesimo di un team con voglia di innovare e distinguersi, bisogna però sempre capire dove migliorare e cercare di farlo nella maniera più semplice possibile.