Quando ho avviato Doctor Cat non mi aspettavo molto, soprattutto a livello di gameplay. Parliamo di un titolo dove, nei panni appunto di un gatto dottore, faremo da psicologo ai nostri pazienti (altri animali) e li aiuteremo a risolvere i loro problemi risolvendo a nostra volta dei semplici puzzle. Tuttavia, mi sono reso conto sin da subito di essere di fronte a un’esperienza di gioco profondamente toccante, probabilmente per il fatto che non è difficile immedesimarsi nei problemi riportati dai pazienti. Non è solo un gioco, ma un viaggio emotivo che ti spinge a riflettere su te stesso e sulle tue relazioni con gli altri.
Doctor Cat: emozione con pochissimo gameplay
Ogni nostro paziente ha una storia personale, spesso dolorosa, che si rivela attraverso sessioni di terapia. Queste storie non sono semplici racconti, ma riflettono traumi reali, e mi hanno portato a pensare a esperienze simili nella mia vita e nelle vite delle persone a me care. Inoltre, ogni storia è presentata con sensibilità e rispetto, il che rende l’esperienza di gioco non solo educativa ma anche terapeutica. Doctor Cat cerca di far riflettere i giocatori (e spesso ci riesce) in maniera profonda su temi come la perdita, l’ansia e la depressione.
In un mondo dove spesso si evita di parlare di salute mentale, Doctor Cat riesce a farlo con una semplicità unica, rispettando l’argomento ma senza farsi soverchiare dallo stesso, facendo un lavoro straordinario nel normalizzare queste conversazioni attraverso il tramite del videogioco.
Ogni puzzle che riusciremo a risolvere (non sarà per niente difficile) sarà un passo avanti nella comprensione del trauma del paziente e questo rende ogni vittoria più significativa. Non si tratta solo di risolvere enigmi, ma di aiutare un personaggio a superare le sue difficoltà. Questa meccanica mi ha fatto sentire felice del processo di guarigione di ciascun paziente. Puzzle dopo puzzle Doctor Cat mi ha coinvolto sempre di più, ma non per le sue meccaniche di gioco, semplici, quasi banali, ma proprio per gli episodi di vita dei quali mi ha reso partecipe.
Per quanto riguarda invece la parte giocata, Doctor Cat offre poco, pochissimo. C’è solo una tipologia di puzzle, che consiste nel ricomporre un’immagine attinente al problema del paziente, scambiando il posto di vari tasselli. Tutto qui. Proprio nel gameplay si annidano anche i difetti principali del gioco, con dei comandi semplici ma non gestiti in maniera ottimale, con il cursore che ritorna sulla casella del primo pezzo selezionato a ogni scambio, e lo stesso contorno del nostro selettore che poteva certamente essere raffigurato in maniera migliore.