I videogiochi rompicapo, si sa, non passano mai di moda: per questo motivo non ci deve meravigliare la presenza di numerosi progetti indipendenti che hanno come principale scopo quello di farci sforzare le meningi. Questo, ad esempio, è il caso di Glyphs of Gitzan, titolo sviluppato da East Asiasoft Limited e Double Mizzle disponibile su PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e Nintendo Switch.
Proprio sull’ibrida di Nintendo abbiamo avuto modo di giocare questo breve titolo basato sui rompicapi “arcani” di un’antica e misteriosa civiltà: il tentativo di farci sentire dei grandi esploratori sarà stato raggiunto?
L’enigmatico mondo di Glyphs of Gitzan
Veniamo catapultati nel mondo di gioco senza troppi preamboli: siamo degli esploratori e, raggiunto un misterioso monumento antico, dovremo risolvere ben 50 enigmi prima di scoprire il mistero che si cela dietro questo selvaggio luogo. Una trama semplicissima, quella del titolo, che serve giusto a dare un contesto e una spiegazione alle scelte artistiche compiute: dopotutto, questo tipo di gioco non ha come prerogativa una trama particolarmente intricata quindi, di per sé, non la riteniamo una cosa negativa.
Gli enigmi che dovremo risolvere prevedono lo spostamento di speciali pietre luminose su altrettanto particolari piattaforme: nostro compito sarà quello di far sì che tutte le piattaforme vengano illuminate dalle pietre. Ogni pietra, infatti, ci indicherà in quali direzioni questa stessa potrà fare luce: questo, in poche parole, significa che dovremo ingegnarci per mettere ogni cosa nel posto giusto.
Non abbiamo rinvenuto una grande varietà di situazioni nei 50 piccoli livelli che compongono l’avventura: ogni tanto qualche spina che spunta dal terreno, sì, ma nulla di rilevante che consenta al gameplay di farsi più complesso o intrigante man mano che si prosegue tra i livelli.
La stessa avventura, tra l’altro, non risulta essere particolarmente longeva: ogni piccolo rompicapo (l’illuminazione di una data piattaforma) corrisponde ad un livello e, data anche la scarsa presenza di elementi che vadano a complicare l’esperienza man mano che si prosegue, nessuno di questi enigmi risulta particolarmente sfidante. In poche parole, completare Glyphs of Gitzan vi richiederà probabilmente meno di un’ora e, una volta raggiunto il 50esimo livello, non ci saranno contenuti post-game o simili dei quali usufruire. Una longevità, insomma, piuttosto scarna: pur trovandoci di fronte ad un titolo acquistabile a meno di 5 euro ci è sembrato doveroso aspettarci qualcosa di più.
Passando allo stile grafico e alle scelte tecnico/artistiche, ci troviamo davanti ad un lavoro piuttosto particolare: lo stile grafico di Glyphs of Gitzan è volutamente minimale e con un richiamo “retrò”, ma, soprattutto su Nintendo Switch, notiamo quanto la scelta di ridurre il mondo di gioco a circa un quarto dello schermo totale renda l’esperienza poco digeribile (il resto dello schermo è occupato dallo sfondo, gradevole alla vista ma inutile nei fatti).
Si fatica quindi, in particolar modo su uno schermo di ridotte dimensioni, a capire bene cosa sia presente su schermo: se a ciò aggiungiamo un’illuminazione piuttosto bassa (probabilmente dovuta alla volontà di creare “atmosfera”) possiamo dichiarare che la parte più difficile del gioco non sia stata tanto completare gli enigmi presenti, quanto vedere quello che stavamo facendo!
Per quanto riguarda il comparto sonoro, sebbene il titolo sia capace con pochi pixel di proiettarci almeno visivamente nella giusta atmosfera, riveniamo quella che possiamo quasi considerare una totale assenza di esso: colonna sonora praticamente ridotta all’osso ed effetti sonori in-game altrettanto riduttivi. Un vero peccato dato che, dopotutto, le possibilità in tal senso non mancavano.
Per quanto riguarda invece l’aspetto puramente tecnico, segnaliamo lo scorrimento senza intoppi del gioco in tutte le sue fasi: non sono presenti bug, problemi di lag o freeze. Al contrario, però, rinveniamo una mappatura dei comandi piuttosto confusionaria (basterà cliccare erroneamente sul pulsante laterale R della Nintendo Switch per “tornare indietro” di una manciata di livelli senza possibilità di ritirare l’azione) e una forma lieve ma ben identificabile di input lag che porta spesso il nostro piccolo protagonista a spostare la sua pietra più in là di quanto avrebbe effettivamente dovuto.
In conclusione, segnaliamo purtroppo un mancato sfruttamento delle potenzialità della console Nintendo Switch, come ad esempio i sensori di movimento, il microfono, il touch screen e la vibrazione. Questi elementi, probabilmente, avrebbero potuto dare nuove soluzioni di gameplay ai giocatori di Glyphs of Gitzan.
I titoli rompicapo su console, come dicevamo, non mancano: oltre al recente Glyphs of Gitzan, abbiamo recentemente realizzato la recensione di un altro intrigante progetto indipendente. Se sei alla ricerca di un titolo Nintendo Switch, non possiamo non consigliarti la lettura della nostra recensione di Sokobalien.