Sviluppato da Tiny Little Lion e pubblicato da Ocean Media LLC., So Much Stuff 3: Odds & Ends è principalmente un puzzle game o meglio, una raccolta di quattro tipologie di puzzle game legate a temi specifici e che rientrano nel filone di quei giochi, prettamente mobile, “pieni di oggetti” da smistare e riordinare. Noi ci siamo immersi in un mare quasi infinito di oggettume su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
So Much Stuff 3: Odds & Ends niente storia, solo oggetti
So Much Stuff 3: Odds & Ends decide di irrompere su schermo senza troppi fronzoli o spiegazioni. Questo significa che non c’è alcuna trama a guidarci né una parentesi che possa giustificare le nostre azioni. Il titolo firmato Tiny Little Lion punta esclusivamente e completamente al gameplay offrendo oltre cento puzzle da completare ordinati per innumerevoli temi.
Nel dettaglio, parliamo di quattro modalità/puzzle game principali che, nella versione più recente per console denominata Collector’s Edition trovano ancora più quantità grazie all’aggiunta di ulteriori otto temi con relativi puzzle che vanno ad aggiungersi ai 18 già presenti nell’edizione standard. Un quantitativo discretamente elevato ma pensato principalmente agli appassionati di questa specifica tipologia di puzzle.
Appurato quindi che So Much Stuff 3: Odds & Ends non ha alcuna parvenza di narrazione e che si focalizza unicamente sul gameplay, è giunto il momento di studiare nel dettaglio ogni singola modalità cercando di non smarrirci nell’oceano sconfinato di oggetti che riempiranno il nostro schermo, mettendo a dura prova i nostri riflessi.
Trova, accoppia, componi e ripeti
So Much Stuff 3: Odds & Ends è un puzzle game che si suddivide in quattro particolari tipologie a loro volta legate a specifici temi. Tali temi condizionano i puzzle unicamente per estetica e tipologia di oggetti senza mai mutarne il gameplay che ne risulta quindi monotono e ripetitivo già dopo poche partite. Allo stesso tempo, la tipologia di puzzle è pensata per partite rilassanti e compassate, senza troppi ostacoli e anzi, il titolo è dotato di un comodo e pratico sistema di consigli.
Su console, e in particolare sull’ibrida Nintendo, So Much Stuff 3: Odds & Ends offre ben due tipologie di comando. La prima, con gli analogici, ci mette al comando di un cursore a schermo che ogni tanto s’incanta, freezzandosi o reagendo con qualche secondo di ritardo. Il secondo metodo, quello decisamente più consigliato, è il touch. D’altronde non è un segreto, basta un’occhiata per capire che il titolo è palesemente studiato per dispositivi mobile e per partite mordi e fuggi.
Modalità di gioco
Ma procediamo ad analizzarne le modalità. La prima è denominata “sort” e il nostro compito è quello di localizzare ed eliminare le coppie di oggetti presenti sullo schermo. Lo scenario è un qualcosa di già visto e rivisto in tantissimi altri titoli e non c’è niente di innovativo o diverso se non la composizione e la rappresentazione degli oggetti in sé. Localizzare quindi gli oggetti e il loro “clone” è l’attività essenziale, nonché unica, di questa modalità la cui sfida è legata essenzialmente alla nostra abilità di scovare oggetti specifici nel caos.
La seconda modalità principale si chiama “So much stuff” e, come da titolo, è quella principale dell’intero lotto. L’attività è sempre quella di scovare oggetti in uno scenario caotico ma questa volta bisogna scovarli seguendo una serie di bigliettini che sbucano su schermo e che indicano il nome dell’oggetto e la quantità da individuare. Una volta soddisfatta la richiesta, il biglietto svanisce e ne sbuca un altro procedendo così finché non si libera lo schermo.
In entrambe le modalità analizzate, è ben nascosto anche un oggetto “collazionabile” che strizza l’occhio ai collezionisti e tenta timidamente di prolungare la rigiocabilità delle varie sfide. Procedendo invece per le modalità principali, abbiamo “Difference” che, banalmente, non è altro che “trova le differenze”. In soldoni, ci sono una serie di scenari ripetuti che differiscono tra loro per elementi mancanti o aggiunti e a noi tocca localizzare tutte le differenze per superare la sfida.
Infine abbiamo Jigsaw, ossia il puzzle. Scenari o oggetti fatti a pezzi, anche in forme particolari e un po’ impegnative da localizzare, che dobbiamo lentamente rimontare. Come avrai potuto intuire, nulla di nuovo o innovativo. Si tratta di quattro puzzle molto classici e già ampiamente abusati qui riprodotti in quantità massiccia e in ottica decisamente rilassante più competitiva.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, So Much Stuff 3: Odds & Ends non brilla e fatica a emergere dalla marea sconfinata di titoli simili. Ci sono moltissimi giochi con queste tipologie di puzzle e con una grafica molto, troppo simile a questa. Basti prendere un’immagine qualunque di So Much Stuff 3: Odds & Ends ed è quasi impossibile poter affermare che sia sua e non di un altro gioco simile. Certo, la varietà di temi e quindi di oggetti è lodevole ma rimane un titolo fortemente anonimo.
Stesso discorso per il sonoro le cui tracce sono anche poco varie e tendono a ripetersi eccessivamente per fortuna senza mai infastidire, restando in linea con l’obiettivo di rilassare l’utente. Da segnalare, invece, l’assenza della lingua in italiano che può rallentare l’esperienza a chi non conosce almeno le basi della lingua, in quanto bisogna conoscere la traduzione di un alto numero di oggetti diversi. Infine, So Much Stuff 3: Odds & Ends gira discretamente bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo ma la sua natura e i comandi touch decisamente più immediati, rendono la modalità portatile quella più consigliata.