Dopo essere stato lanciato su PC, il team di sviluppo dietro a Darkest Dungeon II, ovvero Red Hook Studios, ha deciso che era il momento di rilasciare il titolo anche su tutte le console, tra cui anche Nintendo Switch. Un gioco che ha appassionato parecchi giocatori, che si è evoluto rispetto al primo capitolo, pur riuscendo a mantenere la sua anima da sequel visto che la trama si sviluppa proprio dopo la fine del gioco originale.
Cambiano parecchie cose, come ad esempio il fatto che il primo gioco fosse al limite del board game, mentre qui siamo di fronte ad un roguelike. È un gioco da possedere a tutti i costi? Prosegui nella lettura per scoprirlo.
Dove ci eravamo lasciati?
La trama di Darkest Dungeon II, come ti ho accennato prima, riprende da dove si era interrotta la storia originale. La corruzione maligna che era stata affrontata nel primo capitolo si rivela essere solo una parte di un problema ben più ampio. Per affrontare questa nuova minaccia, dovrai abbandonare il villaggio che fungeva da quartier generale nella tua prima avventura e partire a bordo di una carrozza. Dovrai attraversare terre inospitali e pericolose per raggiungere la montagna da cui ha avuto origine il male, tu e il tuo gruppo di valorosi guerrieri dovrete fare affidamento sulla vostra astuzia e sulle vostre armi.
Darkest Dungeon II si va in carrozza
Darkest Dungeon II riassunto in due parole è: quattro eroi su una carrozza e durante il tragitto verrai fermato per dei combattimento a turni. Sconfiggi i nemici, accumula esperienza e alla prima fermata, cerca di potenziare quello che hai oppure recluta altri personaggi sempre più forti e utili al tuo scopo. Ovviamentem vista la natura Roguelike del gioco, le strade che percorrerai in carrozza non saranno mai le stesse, ma verranno generate in maniera procedurale, come da tradizione in questo genere di titoli.
Al contrario del gioco originale, dove c’era una base operativa e da li ci si muoveva per andare in azione nei dungeon, qui l’azione avviene a bordo dalla carrozza, attraverso cui potrai esplorare il gioco. Non stiamo parlando di un mondo aperto, visto che il tuo mezzo segue strade predeterminate con solo una minima direzione da parte tua (praticamente dovrai muoverti solo a destra e sinistra). Le vie che percorrerai avranno delle svolte le quali presenteranno o dei pericoli oppure delle ricompense. Alcune abilità e oggetti possono aiutarti a esplorare in anticipo per scoprire cosa ti aspetta e occasionalmente potresti trovare una torre di guardia che ti rivelerà l’intera mappa.
Il cuore del gioco, però, resta la gestione del gruppo e i combattimenti, che sono una continuazione diretta dell’originale. Non ci sono più reclutamenti casuali, ora potrai scegliere quattro membri del gruppo da una lista che sbloccherai man mano che procedi e giochi con loro fino a quando non muori o non completi la missione. Questo significa che non ti conviene affezionarti troppo ad un personaggio in particolare, questo perché sono più o meno tutti sacrificabili. Se da una parte questo da un attimo di varietà al gioco, perché non comanderai sempre gli stessi personaggi, dall’altra questa meccanica va a vanificare il concetto di progressione e di crescita del personaggio.
Mentre ti fai strada attraverso tra le strade di Darkest Dungeon II, sarai ricompensato con le Candles of Hope (che da adesso in poi chiamerò semplicemente Candele, visto che il gioco non è tradotto in italiano). Queste vengono assegnate quando avrai successo nei combattimenti, in alcune scelte di dialogo, nella scorta del cadavere di un membro caduto fino alla locanda più vicina o per il completamento di varie missioni specifiche di un personaggio. Potrai spendere queste candele nell’Altar of Hope, il quale funge da menu principale e qui potrai sbloccare nuovi personaggi, oggetti, aggiornamenti per la carrozza e miglioramenti dei personaggi.
La gamma di personaggi è ampia ed inizierai la tua avventura con quattro personaggi ovvero un tank, una ladra, un healer (si riconosce visto che ha la classica maschera da dottore ai tempi della peste bubbonica) e un brigante. Questo gruppo sarà la tua squadra per le prime avventure, ma nel frattempo potrai accumulare abbastanza Candele per sbloccare altri personaggi. Trovare la giusta composizione del team per come desideri affrontare l’avventura è dove entra in gioco gran parte della strategia e c’è un notevole livello di complessità che ti terrà impegnato per molte ore sempre che tu riesca ad appassionarti a allo stile di gioco di Darkest Dungeon II.
Sì perché il fatto di avere comunque un’esplorazione a metà, visto che questa avviene solo tramite la carrozza e il fatto che ti fermerai praticamente solo per fare un combattimento o per uno stop in una locanda dove poter riorganizzare il gruppo, può essere, soprattutto nelle fasi iniziali davvero di una noia mortale. Questo perché il ritmo è parecchio lento e il fatto di dover fare, alla base, sempre le stesse azioni, non aiuta. Se tuttavia riuscirai ad appassionarti e ti intestardirai di voler capire cosa succede dopo, magari rapito dalla bellissima atmosfera gotica, ti ritroverai tra le mani un gioco in grado di intrattenerti per davvero tantissime ore.
Graficamente eccellente
Red Hook Studios è riuscita a confezionare un comparto grafico semplicemente sensazionale. I personaggi sono modellati in 3D con grande cura, ma i combattimenti trasmettono la sensazione di vedere illustrazioni 2D in movimento. Il design dei personaggi è stilizzato, ma si integra perfettamente con i cupi scenari ben realizzati e oltre a questo c’è una direzione artistica eccezionale. Ti troverai immerso in un mondo oscuro, fortemente ispirato alla letteratura di H.P. Lovecraft, che va a creare un’ambientazione soffocante e parecchio coinvolgente.
La colonna sonora mantiene uno stile lugubre, con brani di alta qualità che si sposano perfettamente con le ambientazioni del gioco, sebbene un po’ di varietà in più non avrebbe proprio gustato. A contorno di tutto c’è il doppiaggio in inglese che, anche se si tratta solo della voce di un narratore, è spettacolare e contribuisce enormemente a immergerti all’interno delle atmosfere di Darkest Dungeon II.