Tra le ambientazioni videoludiche più blasonate e affascinanti abbiamo sicuramente il caraibico mondo dei pirati: a testimoniarlo, abbiamo prodotti di punta come Assassin’s Creed IV: Black Flag, Sea of Thieves o anche progetti indipendenti come Captain Blood. Cosa succede, però, se proviamo a introdurre in questo mondo un approccio più strategico? Questa è la domanda che si sono posti gli sviluppatori di Republic of Pirates.
Crazy Goat Games ci introduce nel suo gioco senza che si rinunci né alla profondità del genere del gestionale con elementi strategici né alle atmosfere avventurose ed energiche del mondo dei pirati punto un binomio non facile da equilibrare, questo è certo, ma che può portare a risultati veramente interessanti.
All’arrembaggio!
Republic of Pirates ci introduce nel suo mondo senza troppi fronzoli: l’apprezzabile tutorial iniziale ci permette di comprendere tutte le meccaniche, piuttosto numerose, che sono presenti all’interno del titolo. Alla guida di una piccola nave, inizierà la nostra avventura che ci permetterà di diventare i padroni dei sette mari: se da una parte abbiamo infatti la meccanica di costruzione e ampliamento delle nostre basi, che comprendono crocevia mercantili, miniere, falegnamerie e molto altro, abbiamo dall’altra parte un’interessante meccanica del combattimento navale in tempo reale.
Il titolo ha, per certi versi, una trama di base: questa si sviluppa soprattutto nelle fasi iniziali mediante la lettura dei dialoghi tra i vari personaggi che faranno parte della nostra avventura e ci guideranno nel nostro percorso per diventare padroni di queste terre esotiche. Riteniamo che questa sia sostanzialmente equilibrata: si tratta di una trama che non opprime il giocatore “nauseando” con un eccessiva quantità di dialoghi, né che lascia il giocatore senza un minimo di linea guida da seguire. La storia di Republic of Pirates si sviluppa per circa 30 ore, risultando longeva e piacevole da completare.
Il fascino tropicale di Republic of Pirates
Un aspetto per il quale il Republic of Pirates merita sicuramente di essere elogiato è il suo comparto artistico. Il titolo è colorato ma pulito, molto piacevole alla vista sia per quanto riguarda l’uso delle tonalità, sia per quanto riguarda le texture utilizzate: osservare l’acqua del mare, elemento che ovviamente compone gran parte della mappa di gioco, rilassa e permette di immergersi al meglio nell’avventura.
Foreste tropicali, scogliere, navi pirata e piccole cittadine improvvisate fioccano sullo schermo con naturalezza e coerenza artistica: sotto questo punto di vista insomma siamo di fronte veramente ad un titolo studiato nel più piccolo dettaglio, pur puntando su un placido minimalismo. Dai elogiare è sicuramente anche il reparto sonoro: non solo i suoni di sottofondo e la colonna sonora appaiono particolarmente ispirati e fedeli all’ambientazione proposta, ma anche in cabina di doppiaggio il lavoro svolto è sicuramente all’altezza delle aspettative.
Un approccio “ex abrupto” al genere
Andando al di là di quella che è l’espressione puramente estetica del gioco, facciamo due importanti considerazioni preventive: Republic of Pirates non ha un gameplay particolarmente originale, anzi, possiamo dire senza problemi che si ispira tantissimo a titoli di punta del genere come Anno, e, inoltre, non possiamo nemmeno affermare che sia un titolo consigliato o quantomeno raccomandato a coloro che vogliono muovere i primi passi all’interno di questo specifico genere videoludico.
Nonostante sia infatti presente un’iniziale fase di tutorial, il titolo non tende a spiegare nel dettaglio tutta una serie di meccaniche che, invece, risultano fondamentali da comprendere per sfruttare appieno il potenziale di questa tipologia di titolo. Il gestionale, infatti, a regole tutte sue che vanno comprese con pazienza e un pizzico di esperienza.
Una sfida per chi conosce i gestionali
Il tipo di movimento della telecamera, la modalità di selezione delle diverse aree della mappa e degli oggetti presenti in game e la gestione dei vari menù di gioco, non risultano particolarmente fluidi: questo porta a più di qualche difficoltà in coloro che non padroneggiano il gioco del genere gestionale, genere a cui Republic of Pirates appartiene senza nasconderlo.
In diversi momenti risultava infatti difficile, soprattutto nelle sezioni iniziali alla nostra partita a Republic of Pirates, capire cosa fare e in che modo farlo: la profondità strutturale del genere sicuramente non ha aiutato, ma avremmo apprezzato maggiormente, data anche la spendibilità dell’ambientazione assai popolare in praticamente ogni ambito che, per questo, può portare molti novizi del genere a provare il titolo, un sistema di spiegazione delle meccaniche di gioco più approfondito.
Per coloro che, invece, sono già particolarmente abituati a questo tipo di prodotto, Republic of Pirates risulta essere un titolo piuttosto godibile che, pur non osando in alcun modo cercando di proporre elementi di gameplay originali, riesce comunque a soddisfare coloro che ricercano un gestionale con fasi di combattimento in tempo reale con un’ambientazione diversa dal solito. Mediante le meccaniche di diplomazia pirata e costruzione della propria flotta, sarà molto facile per un fan del genere sentirsi “a casa”.
Facciamo però un’ulteriore importante precisazione: nonostante il titolo pesi meno di 5 GB, la mole di elementi schermo porta, nel caso in cui il vostro computer non sia particolarmente potente, a numerosi e fastidiosi rallentamenti sia nelle fasi di gioco che nelle semplici fasi di caricamento. In più di un’occasione il gioco non riusciva a partire sul nostro PC portatile: controlla quindi con minuziosa attenzione le schede dei requisiti disponibili sulla pagina Steam del prodotto.