Ogni genere videoludico ha i suoi mostri sacri: gli FPS hanno Doom, i JRPG hanno Final Fantasy e le avventure grafiche, genere ad oggi ben troppo bistrattato forse perché non più al passo con le nuove tendenze, hanno Monkey Island 2. Il secondo capitolo della leggendaria saga di Guybrush Treepwood, terminata con il capitolo Return solo nel recente 2022, è stato per lungo tempo l’ultimo sviluppato dal creatore originale della serie, ossia Ron Gilbert, prima appunto del capitolo conclusivo.
LeChuck’s Revenge in particolare, sequel diretto del primissimo The Secret of Monkey Island, approdato sul mercato nel 1990, è definito dai più come non solo il titolo meglio riuscito della serie, ma anche come l’avventura grafica 2D più iconica di sempre. Ora chiediamoci: cosa rende Monkey Island 2 un titolo così importante per questo genere “d’altri tempi”?
Un pirata, uno zombie e una bambola voodoo
La trama di Monkey Island 2 prende il via collegandosi strettamente a quella del primo Monkey Island: Guybrush ha sconfitto (non definitivamente) il pirata zombie LeChuck, ma nessuno si ricorda delle sue incredibili gesta e, per questo motivo, va alla ricerca di nuova fama imbarcandosi in una grande missione: ritrovare il leggendario tesoro di Big Whoop.
La trama di Monkey Island 2 ha diversi grandi pregi che la rendono iconica: è breve e mai ripetitiva, ma allo stesso tempo ricca di personaggi e di scene memorabili. Se a ciò sommiamo l’umorismo targato Lucas Arts, che in questo titolo in particolare riesce ad essere veramente senza freni, capisci bene perché ci troviamo di fronte ad un titolo che gli appassionati del genere si portano nel cuore da oltre 30 anni.
Ricco di riferimenti al mondo del cinema, della cultura pop e anche di altri giochi targati Lucas Arts, la serie di Monkey Island non manca mai di usare questi schemi di rottura della quarta parete che, soprattutto in un titolo ove il gameplay viene ridotto fondamentalmente all’osso, aiutano a rendere l’esperienza “un qualcosa in più”.
Un arcipelago di stramberie
I luoghi che possiamo visitare in Monkey Island 2 superano per quantità e varietà quelli presenti nel primo capitolo: i personaggi che abbiamo imparato ad amare nella prima avventura di Guybrush, però, sono tornati sotto nuove vesti, sommandosi ad una serie di nuovi interpreti. Insomma: Monkey Island 2 ha innanzitutto il merito di aver preso il primo capitolo della serie e averlo migliorato a livello qualitativo sotto ogni punto di vista, senza mai risultare eccessivo.
Sebbene il gameplay, come da prassi per questo genere di prodotto, si riduca ad un “punta e clicca”, gli enigmi e le soluzioni di situazioni paradossali risultano di difficile comprensione, ma non per errori di impostazione, quanto più per il percorso logico controverso che ci accompagna al loro completamento. Fortunatamente, Lucas Arts ha deciso di inserire dei suggerimenti che possano aiutare i giocatori che hanno semplicemente intenzione di godersi la storia.
Lo stile artistico di Monkey Island 2
Sia nella sua versione Special, una riproposizione “modernizzata” sotto numerosi aspetti, sia nella sua versione originale, Monkey Island 2 riesce ad immergere il giocatore in atmosfere estremamente cartoon e caricaturali senza però farci rinunciare ad un’alta qualità dei colori e degli scenari, che figurano essere sempre ben impostati e riconoscibili.
Nella sua semplicità, insomma, lo stile, il mood e il contesto stesso nel quale prende vita la seconda avventura di Guybrush riesce nell’intento di essere una fuga dalla realtà capace di strappare qualche sorriso a quei giocatori che saranno così “temerari” da superare lo scoglio che rappresenta il gameplay piuttosto ancorato ad un tipo di videogioco che, ora come ora, non ha lo stesso mordente di 30 anni fa.
Essendo inoltre disponibile, come dicevamo poc’anzi, una versione modernizzata del gioco pubblicata nel 2011 e disponibile su Steam, non ci sono scuse: per vivere appieno l’esperienza dell’avventura grafica, bisogna passare per Scabb Island e, una volta ottenuta la propria imbarcazione, prendere il largo come veri pirati!