Sviluppato da BlanketGames, Brotherwise Games e Goblinz Publishing e pubblicato da quest’ultimo in sinergia con Forever Entertainment, Overboss è un gioco di strategia nonché trasposizione videoludica dell’omonimo gioco da tavolo. Noi abbiamo invaso il mondo su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a dar vita a un mondo pieno di mostri e a diventare un vero Overboss oltre che architetto di crudeli dungeon?
Overboss e la dura vita di un costruttore di dungeon
A una prima occhiata, Overboss sembre un gioco da tavolo e, infatti, senza troppe sorprese, si tratta della trasposizione in chiave videoludica dell’omonimo gioco da tavola. L’operazione che coinvolge il titolo BlanketGames non è inedita e non è la prima, senza scomodare sua maestà il Monopoly (di cui ne esistono infinite edizioni solo grazie a Ubisoft), esiste anche una riproposizione videoludica del famosissimo Catan.
Ecco, il primo ostacolo di Overboss è proprio la fama del gioco da tavolo, un gioco non proprio conosciutissimo e che quindi parte già con un certo anonimato. In quanto gioco di società votato alla strategia, il titolo punta con una certa prepotenza al mondo del multiplayer senza però disdegnare una parvenza di campagna single player. Purtroppo, questa è orfana di narrativa, presentando una sequela di sei stage con sfide differenti senza però alcun apporto alla lore o alla narrazione in generale.
Questo va a impoverire tanto i personaggi quanto le ambientazioni lasciando come unico elemento identitario il mostro finale nonché mascotte nonché figura che emerge dal logo stesso, oltre a essere il nostro mentore nel poco esaustivo tutorial: il re dei boss. Si tratta di un incontro mal riuscito tra Bowser e King K. Roll, rievocando i due big boss senza però riuscire a emularne né il carisma né l’umorismo.
In soldoni, quindi, Overboss non regala alcun intreccio narrativo limitandoci a chiedere di diventare il “cattivo” dando vita a diversi scenari dove saremo chiamati a collocare nemici e aree di vario genere, il tutto per formare un nostro personale esercito e totalizzare più punti possibile. Ma come si diventa un Overboss? Direi che è giunto il momento di scoprirlo immergendoci nel gameplay!
Un gioco di tessere e mostri
Overboss è un gioco di strategia dove vince colui che riesce a totalizzare più punti. Il gioco è suddiviso a turni e in ogni turno l’utente dovrà selezionare una dei quattro tasselli area con rispettivi microtasselli mostro, posizionarli in un’area vuota della griglia ed eventualmente utilizzare un portale (seattivato). Non solo, in base al potere dell’eroe selezionato, potrai eventualmente attivarne gli effetti. Se ti sembra leggermente confuso possiamo assicurarti che, almeno all’inizio, lo è.
La colpa è anche di un tutorial che termina invitandoti letteralmente ad approfondire personalmente ogni tessera e mostro per poter capire al meglio le varie situazioni, abbandonandoti con poca esperienza. Esperienza che, per forza di cose, dovrai fare sul campo, sbagliando e imparando dai propri errori. Ma procediamo con ordine. La griglia di gioco è principalmente un 3×4 o un 4×4 e a ogni turno sarai chiamato a selezionare un tassello area e a posizionarlo in uno degli spazi vuoti a disposizione.
Ogni tassello area ha un determinato effetto e un possibile bonus in base a dove viene posizionato (la griglia può presentare bordi rocciosi o sfociare nel mare) e se si posizionano più aree vicine. Esempio: tassello montagna guadagna un bonus punti se posizionato vicino al bordo roccioso della griglia. Per quanto riguarda invece i bonus cumulativi, alcune aree, come quella del bosco, ottengono bonus se posizionate vicine.
Esistono anche aree più complesse da utilizzare come quella lavica che, fornisce un bonus generoso di punti ma elimina ogni mostro posizionato nelle aree adiacenti. I mostri sono microtasselli che vengono proposti insieme ai tasselli delle aree. Selezionare un’area, comporta automaticamente la selezione del rispettivo mostro. Ogni mostro garantisce uno o più bonus a seconda di dove e come vengono posizionati.
Mettere vicini mostri simili, crea delle squadre che forniscono un bonus finale da non sottovalutare. Discorso analogo per il posizionamento dei mostri sulle rispettive aree (ogni mostro ha una sua area nativa). In alcuni casi, potresti ritrovarti a ottenere dei “mid boss”, ossia mostri senza area e che forniscono bonus a prescindere da dove vengono posizionati. In altri casi ancora, invece, al posto di un mostro potresti ottenere un portale. Tali portali, utilizzabili come azione extra, sono dei consumabili che ti permettono di scambiare posizione a due mostri posizionati sul campo, utile per fare combo devastanti.
Una campagna senza mordente
Se le lotte a più giocatori regalano gradevoli momenti di sfida e strategia, la campagna single player offre un contenuto solitario sciapo e sfiaccante oltre che risultare anche frustrante in alcuni momenti. Per poter vincere, infatti, dovrai soddisfare almeno tre delle due sfide per ognuno dei sei livelli. Il problema è che alcune richieste richiedono la posizione di determinati tasselli o un numero abbastanza elevato di combo mostri-aree specifiche. Tutti elementi che il gioco non sempre ti fornisce.
Questo perché, ogni turno, come detto, puoi selezionare uno tra quattro tasselli area + mostri. Selezionato e posizionato uno, la coppia di tasselli più in alto verrà eliminata e il gioco ne pesca due a random da cui dovrai scegliere al turno successivo. Durante le nostre ore di gioco, ci è capitato più volte di non ricevere coppie di tessere utili per le missioni, costringendoci quindi al game over. E il game over in Overboss ha un costo elevato.
A seconda della difficoltà selezionata, infatti, partirai all’avventura con un determinato numero di vite terminate le quali, dovrai ricominciare dal principio l’intera campagna. Per evitare ciò, serve quindi un’acuta strategia ma anche una generosa dose di fortuna. Purtroppo, i problemi di Overboss non sono solo ludici ma anche tecnici. Il titolo, infatti, è pieno di bug e gran parte sono proprio rintanati nella campagna single player.
Ci è capitato più volte di essere costretti a uscire e rientrare per totali congelamenti di schermata così come ci è capitato fin troppo spesso di ritrovarci bloccati nella selezione dei tasselli senza poterli posizionare. Infine, in diverse occasioni non abbiamo potuto selezionare e usare i portali nonostante li avessimo attivati, portando a sfumare intere strategie e combo. Un peccato considerando che di base, il sistema ludico di Overboss è in grado di regalare, quando funziona, anche grandi soddisfazioni.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Overboss spicca soprattutto per le piccole animazioni. Le aree e i mostri posizionati sono dei micro ambienti a se stanti che prendono vita in modo quasi armonioso. Quando si riesce a creare le giuste coppie e a formare interi paesaggi coerenti, il risultato è sicuramente gradevole… nelle prime partite. Bastano poche ore, infatti, per rendersi conto della ripetitività generale dei contenuti visivi del titolo.
I mostri e le aree non sono così tanti e così vari e devono molto (forse troppo) a titoli ben più blasonati e classici. D’altronde come creature abbiamo scheletri, draghi, fate, vermi della sabbia… insomma, tutto il bestiario classico con qualche assente. Nulla di fortemente identitario. Discorso simile per il sonoro, qui abbastanza sottotono e timido, oltre che ciclico. Infine, da segnalare la totale assenza della lingua italiana, assenti anche i sottotitoli. Un peccato considerando che il titolo ospita diverse lingue e i contenuti testuali non sono molti, escluso il regolamento (vitale per comprenderne le basi).