Il SEGA Dreamcast, lanciato il 9 settembre 1999, rappresenta una pietra miliare nella storia delle console da gioco. Per i suoi 25 anni, l’hardware è stato celebrato con un post su X dalla casa giapponese, che ha ricordato come la console sia stata capace di “rivoluzionare il mondo del gaming con funzionalità innovative e classici indimenticabili, da Sonic Adventures a Shenmue“.
Il Dreamcast fu progettato per rilanciare SEGA sul mercato in seguito al parziale insuccesso del SEGA Saturn, e fu la prima console della sesta generazione, anticipando la PlayStation 2 di Sony, il GameCube di Nintendo e l’Xbox di Microsoft.
SEGA Dreamcast: una console tecnicamente avanzatissima
Dal punto di vista tecnico, il Dreamcast era una macchina a 128 bit dotata di un processore Hitachi SH-4 a 200 MHz e di una GPU PowerVR, che consentivano una grafica 3D estremamente avanzata. La console includeva anche un modem integrato da 56k, che permetteva ai giocatori di connettersi a Internet per giocare in multiplayer online e scaricare contenuti aggiuntivi. Un’assoluta novità per l’epoca, che permetteva di giocare online e accedere a funzionalità aggiuntive: aspetti che rendono l’hardware un precursore assoluto delle moderne esperienze multigiocatore, ormai divenute centrali da tempo. A godere di questi benefici furono titoli come Phantasy Star Online, uno dei primi MMORPG su console.
Un’altra delle innovazioni principali del Dreamcast era il supporto per la Visual Memory Unit (VMU), una combinazione tra una memory card e una console portatile dotata di uno schermo LCD. Questa unità non solo memorizzava i dati di salvataggio, ma permetteva anche minigiochi e altre funzionalità aggiuntive durante le partite. Quando collegata al controller, lo schermo della VMU forniva informazioni supplementari, come la salute del personaggio o mappe, senza dover interrompere il flusso del gioco.
Nonostante l’innovazione tecnologica, il Dreamcast non riuscì a ottenere un successo commerciale significativo. La concorrenza delle avversarie, in particolare della PlayStation 2, si dimostrò troppo forte. Inoltre, la mancanza di un ampio supporto da parte degli sviluppatori di terze parti e la situazione finanziaria dell’azienda giapponese influirono in maniera determinante sulla vita della console, portando all’interruzione della sua produzione nel 2001.
Un catalogo indimenticabile
Il catalogo di giochi del Dreamcast, seppur limitato rispetto alla concorrenza, è stato uno degli elementi più apprezzati dai possessori della console, con diversi titoli che hanno segnato il panorama videoludico dell’epoca. Sonic Adventure, ad esempio, rappresentò il primo grande titolo in 3D del famoso porcospino blu. Il gioco offriva un’esperienza inedita, che portava la velocità e gli elementi platform tipici della saga in nuove ambientazioni tridimensionali, che hanno rinnovato l’immagine di Sonic per la nuova generazione.
Un altro titolo chiave fu Shenmue. Considerato uno dei progetti più ambiziosi per la console, il gioco sviluppato da Yu Suzuki introdusse elementi che avrebbero influenzato enormemente le produzioni future, come il concetto di open world, l’interazione totale con l’ambiente e una trama ricca di dettagli. Il gioco era caratterizzato da un ciclo giorno-notte, personaggi non giocanti con routine quotidiane e minigiochi integrati nell’avventura del protagonista: caratteristiche inusuali per l’epoca, che contribuirono a fare di Shenmue un titolo di culto.
Crazy Taxi fu un altro grande successo del Dreamcast. Il simulatore di guida era caratterizzato da un gameplay frenetico e immediato, in cui dovevamo trasportare passeggeri per la città nel minor tempo possibile. Il gioco ottenne grande popolarità per la sua struttura arcade e uno stile davvero unico, oltre che per l’uso di licenze musicali con band come gli Offspring e i Bad Religion.
L’ultimo titolo che citiamo è SoulCalibur. Il picchiaduro sviluppato da Namco e pubblicato nel 1999 fu uno dei titoli tecnicamente più avanzati del Dreamcast. Grazie alla grafica fluida e dettagliata, il sistema di combattimento profondo e la varietà di personaggi, il gioco fu ampiamente elogiato sia dal pubblico che dalla critica, e viene ancora oggi ricordato come uno dei migliori esponenti del genere.
Nonostante giochi di grande rilievo come quelli appena citati, il catalogo complessivo del Dreamcast soffriva, come anticipato in precedenza, della mancanza di supporto da parte degli sviluppatori di terze parti, che preferirono concentrare i loro sforzi su piattaforme più longeve e redditizie, come la PlayStation 2. Questo contribuì a limitare ulteriormente le possibilità di successo della console, fino al termine definitivo del suo ciclo vitale.