Sviluppato da Pixelatom e pubblicato da Blowfish Studios, Anarkade è un arena shooter multigiocatore con elementi platform in 2D, con arene generate proceduralmente e una caterva di armi da sperimentare per dominare l’inevitabile caos a schermo. Noi abbiamo dato vita a scontri devastanti su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a scendere in campo?
Anarkade e come dominare il caos con altro caos
Anarkade è un titolo incentrato sull’azione e quindi sul gameplay, questo lo priva di qualsiasi narrazione tant’è che non c’è neanche una cutscene introduttiva, niente. Il problema è che il titolo risulta fortemente anonimo non solo per l’assenza di una lore che possa farne da sfondo ma anche per la scelta di dar vita a guerrieri personalizzabili ma completamente privi di carisma estetico.
I lottatori, infatti, vanno “creati” prima di scendere in battaglia, attraverso un editor composto da elementi prestabiliti estremamente anonimo e poco ispirato. Banalmente, si tratta di selezionare testa, busto e gambe. Oltre che avere un catalogo abbastanza sciapo di elementi, spesso questi sono anche difficili da comprendere. Banalmente: non si capisce sempre bene se stiamo componendo un soggetto femminile o maschile.
Discorso analogo per le fantomatiche “terre desolate” dove sono ambientati gli innumerevoli scontri. Essenzialmente, si tratta di arene in 2D totalmente vuote e orfane di elementi che possano realmente distinguerle da altri titoli. Strutturalmente sono una serie di scenari/biomi che spaziano dal deserto alla neve con ben poche idee. Le arene e i personaggi, sono però meri strumenti che si piegano completamente dinanzi al nucleo pulsante di Anarkade: il gameplay.
Come uccidere il prossimo
Anarkade è un arena shooter platform action in 2D prettamente multigiocatore e con elementi generati casualmente come armi e piattaforme stesse. Lo scopo del gioco, come potrai facilmente intuire, è ottenere il massimo punteggio contro altri tre guerrieri. Ci sono due modalità a disposizione legate prevalentemente alla metodologia per ottenere punti tra cui domina la classica in stile deathmatch dove per ogni uccisione ottieni punti e per ogni suicidio ne perdi uno.
Per trionfare in queste risse altamente caotiche, devi sia padroneggiare i movimenti del proprio personaggio (l’editing del personaggio che si esegue prima di scendere in campo è meramente estetico e non comporta alcun tipo di bonus) sia padroneggiare le varie armi con rispettivi effetti. Ma prima di tutto, devi sapere che in Anarkade si spara e si eseguono mosse melee.
Entrambe le armi standard, sia a distanza che ravvicinate, possono essere cambiate raccogliendo le nuove armi che appariranno su schermo. Queste sono di una buona varietà ma non raggiungono i picchi creativi del leader indiscusso: Super Smash Bros. Purtroppo, come un po’ tutto il titolo, anche le armi e i combattimenti rischiano di risultare velocemente anonimi e monotoni oltre che ripetitivi, complice un numero di contenuti discretamente basso.
Anarkade, inoltre, è pensato prettamente per essere giocato in compagnia (sia in scontri in locale che online), unico reale stimolo per fare più di una partita. In single player, infatti, l’unica cosa che puoi fare è affrontare dei bot in scontri ancora più anonimi e privi di mordente. Mancano del tutto sfide e obiettivi che possano arricchire l’esperienza del titolo che rischia di stancare velocemente. In compenso, il gameplay risulta essere molto accessibile e di facile comprensione, mancano di qualsivoglia combo e rendendosi quindi ideale per i neofiti del genere.
Purtroppo, Anarkade deve fare i conti con una serie di competitor di alto livello e alcuni anche gratuiti. Basti pensare a Brawlhalla di Ubisoft, che presenta un mondo più vasto e un roster di personaggi che, per quanto anch’essi discretamente anonimi, ha saputo rinnovarsi e potenziarsi inserendo personaggi di altri mondi (oltre che quelli appartenenti alla stessa Ubisoft) con operazioni intermediali ingegnose che difficilmente Anarkade potrà intraprendere.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Anarkade regala un impatto iniziale abbastanza gradevole con una pixel art ben animata ma che scade troppo velocemente nell’anonimato. Lo abbiamo detto ma il problema di Anarkade è proprio nella mancanza d’identità anche estetica. Un’assenza che si sente ancora di più data la totale assenza di qualsivoglia narrazione.
Anche il sonoro non riesce a catturare, risultando un sottofondo gradevole e mai fastidioso ma anche facilmente dimenticabile. Infine, il titolo è privo dei sottotitoli in lingua italiana ma i testi sono relegati al solo menù ed è quindi un’assenza che non si nota neanche.