Sviluppato da Jutsu Games, Games Operators e Ultimate Games SA e pubblicato dalla sinergia di questi ultimi due, 112 operator è un gioco di strategia nonché simulatore di gestione di servizi d’emergenza, il 112 appunto. Noi abbiamo cercato di risolvere quanti più problemi possibili su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione. Pronto a indossare cuffie e microfono e a salvare i cittadini di mezzo mondo?
112 operator e la dura vita dietro al PC
112 operator non ha una vera e propria storia ma presenta diverse campagne tutte legate alla città in cui vorrai lavorare. Il tuo ruolo, neanche a dirlo, è quello di operatore predisposto alle emergenze. Questo si traduce sia nel rispondere alle chiamate e quindi al parlare con pubblico di vario genere (che approfondiremo a breve) sia interagire con i veicoli e rispettivi team a nostra disposizione indicando gli obiettivi su mappa.
Narrativamente parlando, non c’è alcun tipo d’intreccio e anzi, il gioco si sviluppa su un sistema di missioni e obiettivi abbastanza classici come soddisfare un determinato numero di una data tipologia di missione (esempio: sventare dodici rapine a mano armata) per poi farci avanzare di “livello”. Tale avanzamento si traduce materialmente e ludicamente in due cose: l’ampliamento della mappa e quindi delle zone da tenere sotto controllo e con cui interagire e un aumento di numero delle unità a nostra disposizione.
L’unica differenza sostanziale tra una campagna e un’altra è data dalla mappa stessa e dalla sua morfologia e dalle zone che verranno citate durante le telefonate e nei report di fine giornata d’attività. Evidenziamo questa differenza perché le situazioni e le casistiche (sia telefoniche che su mappa) sono praticamente le stesse e sono anche cicliche, col potenziale rischio di ritrovarsi a sentire lo stesso identico caso. Ciò va a spezzare la simulazione di realtà anche se, lo ammettiamo, il numero di episodi è comunque abbastanza elevato e soprattutto vario.
E nel parlare di casi, ci riferiamo in particolar modo alle telefonate dove il nostro operatore dovrà interagire con utenti di vario genere. Il nostro scopo qui è di dare le risposte giuste nell’ordine giusto cercando di intuire chi abbiamo dall’altra parte. Banalmente, abbiamo beccato un ragazzo che denunciava la presenza di una bomba nella sua scuola per poi scoprire che si trattava di una bravata per non affrontare un’interrogazione. Capire quindi se chi ci parla mente o è in buona fede è essenziale.
Altre tipologia di chiamate interessanti riguardavano killer che cercavano di depistarci denunciando suicidi o accusando gente innocente o persone ubriache che volevano semplicemente farci perdere tempo. Bisogna quindi evidenziare la bontà della varietà di situazioni e, se in alcuni casi ci sono episodi al limite dell’assurdo (come un professore che si è suicidato davanti a tutti utilizzando una katana o una persona che, per provare piacere, ha utilizzato un bastone elettrico rimasto poi bloccato in punti ben poco gradevoli), in altri ci sono momenti fortemente realistici che riescono anche a far pensare e valutare situazioni decisamente serie oltre che tristemente quotidiane. Un peso non indifferente e che in caso di fallimento lascia una sincera sensazione amara: come il fallire nell’aiutare una donna minacciata dal marito violento che, per non farsi sgamare, finge che siamo la madre.
Come salvare vite altrui
Se narrativamente parlando, il titolo non offre una linea guida precisa ma una serie randomica di episodi dalla portata altalenante ma con anche casi al cardiopalma e ben implementati, ludicamente 112 operator è vittima di più di una critica. Ma procediamo con ordine. L’opera viene presentato come simulatore di gestione di chiamate e pronto intervento divenendo ben presto un vero e proprio gestionale.
Come anticipato, i nostri interventi saranno principalmente di due tipi ma prima di scendere in azione dobbiamo passare dal menù dove potremo creare la nostra squadra (veicoli e rispettivi membri) investendo i soldi in personale o veicoli e vedendone le relative statistiche (non tutte utili effettivamente a qualcosa). Inoltre, potremo accedere alle mail con utili approfondimenti che potrebbero poi servirci durante le chiamate d’emergenza (come il suggerire a qualcuno come effettuare correttamente le pratiche di primo soccorso).
In questo modo, il titolo ludicamente riesce anche a donare dritte interessanti ed è soprattutto curioso scoprire se quanto consigliato porta poi a risultati positivi o meno (elementi che riscontrerai alla fine del livello con un report schematico). Sempre nel menù, oltre alle mail, potrai scoprire l’andamento della campagna e quindi approfondire le missioni richieste e i punteggi fino ad ora ottenuti.
La mia amica mappa
Creato il team, si entra in azione. Un livello è composto da un range temporale in cui avvengono un determinato numero di eventi sia su mappa che telefonicamente. Noi saremo chiamati a intervenire su entrambi. Gli eventi su mappa riguardano specifici episodi identificabili da uno o più colore e che richiede il nostro utilizzo di veicoli e team. Inutile dire che per ogni tipologia di missione combacia un determinato veicolo. Esempio: rapina in città (colore blu) richiede l’intervento di una vettura di polizia (vettura blu).
Qui la strategia è legata a più elementi: la caratteristica del nostro team, la velocità della vettura e la sua posizione attuale. Sta a noi decidere quale vettura spostare, indicandole l’obiettivo e vedendola poi spostarsi autonomamente su mappa. In alcuni casi, potrebbe essere richiesto un ulteriore intervento come un supporto armato o l’intervento di medici per più di un ferito. C’è una certa vivacità su schermo che si complica nelle fasi più avanzate del gioco quando i simboli a schermo si moltiplicheranno notevolmente.
Purtroppo la ripetitività di tale azioni si rende visibile già dopo qualche battuta. Tale ripetitività viene in parte risolta dalle già citate e apprezzate telefonate. qui l’azione su mappa rallenta e noi abbiamo modo di concentrarci sull’utente che ci ha contattato, interagendo con risposte prestabilite e cercando di dare quella giusta senza perdere troppo tempo. Queste fasi sono quelle più coinvolgenti e varie e che riescono a far pensare e, in caso di fallimento, anche a sentirsi in colpa.
Purtroppo, se l’impianto ludico, nonostante una certa ciclicità, riesce comunque a catturare, c’è un ostacolo che richiede una certa pazienza: i controlli. 112 operator è palesemente un titolo da PC che arranca molto su console. Noi siamo un puntatore su schermo e dobbiamo interagire, anche con una certa rapidità e precisione, con una serie di icone che spesso si sovrappongono anche. Inutile dire che la precisione, pad alla mano, viene un po’ a mancare.
In realtà, soprattutto nelle prime battute, i controlli si dimostrano discretamente legnosi e non molto intuitivi. Già solo passare dall’azione su mappa a quella per le telefonate, richiede una combo di tasti con conseguente spostamento di cursore sul lato dei testi. Ci vuole un po’ di pazienza per abituarsi a questa sorta di schematizzazione e nonostante ciò può sempre capitare di interagire con l’icona sbagliata perdendo qualche secondo prezioso.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, 112 operator risparmia tantissimo e, per nostra fortuna, decide di nascondere tutto dietro a statiche mappe cittadine semi-monocromatiche. A conti fatti, per tutte le campagne, vedremo solo: mappa cittadina, simboli dei veicoli, percorsi che s’illuminano e linee di testo. Diciamo “per fortuna” in quanto il titolo ci accoglie inizialmente con l’interno dell’area ufficio in cui lavoriamo dove sono presenti dei personaggi realizzati in 3D.
Questi individui mostrano una grafica molto vecchia e oggettivamente brutta che sembra emergere dai titoli di nicchia di tre generazioni fa, animati in modo discutibile e che regalano un primo impatto veramente negativo. A conti fatti, sarebbe stato decisamente meglio non inserirli visto che nel concreto non appaiono mai.
Per quanto riguarda il sonoro, non ci sono tracce audio degne di nota (si tratta più di rumori, sirene e immancabili radio indecifrabili) mentre è da apprezzare il doppiaggio in inglese (anche se incompleto in quanto evita di citare luoghi e strade che vengono “bippate”) discretamente vario e per buona parte credibile e ben recitato (riesce a far immaginare alcune scene scritte). Da segnalare, infine, la totale assenza della lingua italiana, mancanza non da poco considerando che il titolo possiede anche argomenti anche molto tecnici che richiedono quindi una buona conoscenza della lingua inglese.