Quella della nostalgia, è da qualche anno una tematica ricorrente in molti ambiti; sarà che viviamo tempi non propriamente sereni, sarà che (anche come giocatori) invecchiamo, ma non c’è giorno in cui sui social, in tv o nelle conversazioni tra amici non faccia capolino qualcosa che ricorda quanto erano belli i bei tempi andati.
La nostalgia è uno dei filoni più importanti (e redditizi) anche per il mondo dei videogiochi: è iniziata più di una decina d’anni fa con il retrogaming e la riscoperta di titoli del passato più o meno recente ed è proseguita in epoca più recente con un’abbuffata di remastered e remake.
Niente di strano, tutto sommato, che uno sviluppatore indipendente ci lanci una madeleine anni ’90 e ci proponga un videogame a tema Rugrats, per la precisione il 29esimo dedicato alle avventure dei lattanti più spericolati del mondo dei cartoni animati.
Personalmente ricordo con estremo piacere i pomeriggi trascorsi a seguire le avventure di Tommy Pickles e i suoi pannolinati sodali, mentre ho meno ricordi legati ai videogiochi ispirati al franchise.
Come detto sono tanti, ma non tutti di qualità o particolarmente diffusi, inoltre in alcuni di questi titoli i Rugrats si spartiscono la scena insieme ai protagonisti di altri cartoni della Nickelodeon.
Non posso quindi negare una certa curiosità nell’avvicinarmi ad un titolo talmente particolare che gli sviluppatori di Mix Games hanno pensato di produrre fisicamente anche per… NES!!
Ebbene sì, esiste una versione dedicata alla prima console Nintendo: questo perché il gioco è stato sviluppato sia in 8bit che in versione HD, per un effetto finale molto particolare.
A baby’s gotta do what a baby’s gotta do
La trama di Adventures in Gameland è molto semplice, quel tanto che basta per dare inizio all’avventura: nel corso di un breve prologo, che funge anche da primo livello, scopriamo dietro la TV di casa Pickles una porta segreta con l’immagine dell’immancabile Reptar (il dinosauro dei cartoni animati tanto amato dai protagonisti) che si aprirà solo collezionando delle monete speciali.
Qualche minuto dopo, quando come sempre Tommy viene messo nel recinto insieme ai suoi amici alla mercè della perfida Angelica, guardando la TV i bambini scoprono che sta uscendo un nuovo videogioco con protagonista proprio Reptar. Purtroppo, notano Tommy e Chuckie, loro non hanno soldi e allora quale miglior soluzione se non quella di scoprire cosa c’è dietro la porta segreta?
Ai piccoli non resta che scappare dal recinto: un bambino fa quello che un bambino deve fare.
Gameplay di Rugrats: Adventures in Gameland
Come è intuibile dal concept, siamo in presenza di un platform old school: selezionando uno dei 4 protagonisti del cartone, ovvero Tommy, Chuckie e i gemelli Phil e Lil ci muoveremo all’interno di 6 livelli disseminati per casa Pickles in cui si alternerà la realtà ad una dimensione fantastica, onirica, di quelle che solo un bambino può ideare, immaginando di vivere a propria volta un videogioco.
Lo scopo di ogni quadro sarà quello di recuperare le 3 speciali monete di Reptar (con cui aprire la famosa porta) disseminate in giro e sconfiggere un boss di fine livello per guadagnarne una quarta.
Non potremo perdere neppure una moneta; è indispensabile averle tutte per aprire il portale.
Il tutto avverrà secondo uno schema consolidato nel genere già a partire dall’immancabile Super Mario e che ci vedrà saltare su piattaforme di varia natura, talvolta impilando oggetti per raggiungere spazi altrimenti inaccessibili ed eliminare i vari nemici.
Questi ultimi variano in maniera coerente rispetto al livello, ed in alcuni casi richiamano oggetti visti nel cartone animato come gli strampalati giocattoli inventati da Stu, il padre di Tommy e per eliminarli potremo saltargli di sopra due volte oppure stordirli con un unico salto e poi usarli come armi, scagliandoli su altri nemici.
Talvolta, eliminandoli otterremo un biberon, utile a ripristinare la vita dei nostri lattanti, composta da 4 segmenti terminati i quali arriveremo al Game Over a meno di non aver trovato in giro per i livelli un gustoso biscottino; in tal caso terminata la vita a disposizione, il biberon si riempirà di nuovo per un ulteriore tentativo.
Nonostante la formula semplice e il target che dovrebbe essere abbastanza giovanile, o forse proprio per quello, il gioco è tutt’altro che semplice e basta una piccola distrazione per esaurire subito le vite; tra l’altro potremo affrontare il titolo in 3 modalità di difficoltà crescenti, nelle quali oltre a non avere ulteriori tentativi, non avremo la possibilità di cambiare in corsa il personaggio controllato.
Segnali di Stile: grafica e audio
Come detto in apertura, Rugrats Adventures in Gameland è un titolo pensato per strizzare l’occhio al passato: con una semplice opzione è infatti possibile switchare tra la modalità HD, che lo rende molto vicino al cartone animato originale, e quella 8bit che omaggia il periodo di uscita dello show televisivo e allo stesso tempo ci rimanda ai titoli di epoca NES e del primo, indimenticabile GameBoy.
Pur funzionando in entrambe le modalità, grazie anche ad un filtro in grado di emulare uno schermo a tubo catodico, è la versione HD quella più piacevole agli occhi, colorata e, grazie alle animazioni disegnate a mano, praticamente indistinguibile dal cartone.
Il sonoro è abbastanza semplice ma efficace, con il tema del cartone animato rivisitato in varie chiavi e che ci accompagna per tutta la partita con pochi altri effetti sonori, come se fossimo ancora negli anni ’90.