Nel panorama dei giochi indie, possiamo trovare una moltitudine di titoli che si ispirano a produzioni famose e apprezzate. In alcuni casi, queste ispirazioni sono così evidenti da sfiorare il plagio, mentre in altri casi si tratta di chiari omaggi, dove il team di sviluppo prende una forte ispirazione come fonte primaria di riferimento.
Akimbot rientra proprio in quest’ultima categoria: un gioco indie che mostra palesemente la sua ispirazione a vari titoli, in particolare a Ratchet & Clank. Ma alla fine, Akimbot è solo una semplice ispirazione o c’è qualcosa di più?
Bot alla riscossa
L’ambientazione della nostra avventura è un mondo popolato da robot, governato da un’organizzazione chiamata Algoritmo. Il giocatore seguirà le vicende di Exe e Dataset, rispettivamente un mercenario e un drone volante. I due robot dovranno fermare i piani di Malware, un potente scienziato alla ricerca di un artefatto in grado di controllare il tempo. La premessa ci catapulta in un’avventura che richiama chiaramente la narrativa di alcuni famosi action-platform, come il già citato Ratchet & Clank.
Purtroppo, la storia in sé non riesce a coinvolgere particolarmente, risultando piuttosto banale, principalmente a causa di personaggi poco caratterizzati e dialoghi mediocri. Tutto appare piatto e privo di mordente. Il tentativo di rendere i protagonisti e gli altri personaggi non degli eroi impeccabili, ma con qualche sfumatura, non funziona bene, poiché i dialoghi privi di incisività e una trama poco coinvolgente finiscono per appiattire il tutto. Anche i tentativi di sdrammatizzare con battute poco efficaci fanno sembrare i personaggi delle macchiette, nel vano tentativo di emulare i titoli a cui Akimbot si ispira, senza però riuscirci.
Akimbot, più giochi in uno
Se a livello narrativo Akimbot non eccelle, possiamo comunque affermare che riesce a intrattenere durante le sue 7-8 ore di gameplay. Il team di sviluppo ha cercato di variare la struttura del titolo, e in parte ci è riuscito. Il gioco si basa su un mix di azione e sezioni platform, con alcune fasi di hacking per superare ostacoli o affrontare bossfight, che includono minigiochi come QTE, una sfida in stile “Snake” e il gioco delle tre carte. Tuttavia, questi minigiochi risultano piuttosto semplici, riflettendo il focus del titolo su un gameplay immediato, senza sistemi complessi.
Akimbot introduce subito il doppio salto e una schivata in piroetta, meccaniche ben implementate e utili in diverse situazioni. Il combattimento corpo a corpo, presentato inizialmente, risulta essere la parte meno utilizzata, poiché si tende a preferire l’uso delle armi da fuoco. Le fasi di shooting sono caratterizzate da armi a distanza, anche se non ce ne sono molte (circa quattro tipi: fucile d’assalto, fucile di precisione, mitragliatrice e lanciagranate). Sebbene lo shooting sia solido e divertente, una maggiore varietà di armi avrebbe reso l’esperienza più dinamica, poiché le opzioni disponibili risultano un po’ ripetitive.
Sono presenti anche armi speciali, quattro in totale, che possono essere acquistate in un negozio o trovate nella mappa. Tuttavia, sembra uno spreco che, nonostante la loro potenza, si possa utilizzare solo una di queste armi alla volta, e raramente vi è una reale necessità di farlo, optando spesso per le armi più comuni. Infine, è possibile acquistare potenziamenti e altri oggetti raccogliendo valuta, ottenibile distruggendo casse sparse nei vari livelli.
Livelli e difficoltà
La struttura di Akimbot richiama palesemente quella dei titoli a cui si ispira, con lunghi corridoi e qualche deviazione. Qui emerge una limitazione significativa nel level design, che porta il gioco a svilupparsi attraverso vere e proprie deviazioni nel percorso, limitando di conseguenza l’esplorazione. Nonostante il team di sviluppo abbia cercato di variare le situazioni inserendo sezioni in cui si guidano veicoli, si vola e altre attività, la struttura dei livelli Akimbot resta molto simile, riducendo così la varietà complessiva. Questi tentativi di diversificazione, pur introducendo una certa varietà, risultano talvolta eccessivamente prolissi, rallentando il ritmo dell’avventura.
Le fasi platform, seppur semplici, funzionano abbastanza bene, con solo qualche problema di collisione non perfetta. Tuttavia, offrono una buona varietà all’interno dei livelli, soprattutto grazie alle meccaniche di doppio salto e schivata. Per quanto riguarda la difficoltà, non ci si deve aspettare un gioco complesso, e non è quello l’obiettivo del titolo. Akimbot punta tutto sulla sua immediatezza, cercando di presentare un’avventura piacevole e divertente.
Bello e anonimo
A livello tecnico, Akimbot risulta davvero piacevole da vedere, soprattutto considerando la natura del titolo. Il team ha fatto un buon lavoro nella resa visiva complessiva: il mondo di gioco è molto colorato e adotta uno stile che richiama il cartone animato. Tuttavia, abbiamo notato qualche calo di frame rate e occasionalmente alcuni elementi sullo schermo che spariscono, ma nulla che comprometta seriamente l’esperienza di gioco.
Sul fronte artistico, il tentativo di ricalcare opere a cui Akimbot si ispira lo rende abbastanza anonimo. I modelli dei robot risultano troppo piatti e banali, e anche le ambientazioni non spiccano per originalità, creando un mondo privo di mordente e carattere. Questo porta anche a una certa ripetitività cromatica dei livelli.
Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, non abbiamo particolari lamentele: gli effetti risultano gradevoli, e la colonna sonora è orecchiabile e piacevole da ascoltare. Akimbot è localizzato in inglese, ma offre sottotitoli in italiano. Tuttavia, il doppiaggio si rivela piuttosto mediocre, probabilmente a causa di un casting delle voci non all’altezza e di una sceneggiatura poco brillante.