Chiunque abbia un animo un po’ nerd, o sia appassionato di cultura pop, non può non conoscere Funko; l’azienda statunitense, sebbene nata nel 1998, dal 2010 ha invaso i negozi (e le case) di tutto il mondo con i suoi iconici POP. A meno che tu non provenga da un altro pianeta (o da una dimensione alternativa del Multiverso), i Funko POP sono quegli spesso orribili pupazzetti in vinile contraddistinti da una testa sproporzionata e, tranne rarissimi casi, da occhi neri privi di sclera e pupille.
La forza dei Funko, da sempre, è quella di potere disporre di un numero infinito di licenze, così da poter produrre qualsiasi persona o personaggio vagamente appartenente alla cultura pop (e non solo in certi casi). Da Topolino alla defunta Regina Elisabetta non c’è serie tv, fumetto, film, libro e quant’altro che non sia stato “poppizzato”; impossibile dunque non averne almeno uno in casa. Perfino io, che non li amo alla follia ho tutti i Queen e i personaggi di Friends, tra gli altri. Nonostante negli ultimi tempi sembri che Funko versi in difficoltà economiche, tanto da dovere mandare al macero migliaia di POP per un valore di 30 milioni di dollari, la popolarità del prodotto non è scemata, al punto da convincere 10:10 Games a sviluppare il primo gioco interamente a tema Funko POP.
Corone e vinili
Parlando di Funko Fusion, non possiamo non accostarlo ai titoli della serie LEGO sia per la formula di gioco (che scopriremo a breve), sia perché molti sviluppatori di 10:10 Games hanno un passato in Traveller’s Tales, software house che ha creato negli anni i titoli LEGO dedicati ai franchise Marvel, DC, Harry Potter e via discorrendo. Ne consegue come la filosofia di gioco richiami da vicino quella dei titoli sopracitati, solo con i POP al posto delle minifigures plasticose.
Una volta avviata la partita dovremo subito compiere una scelta, ovvero scegliere da quale POP (e mondo) iniziare; sono presenti personaggi da Jurassic World, The Umbrella Academy, Scott Pilgrim vs. the World, The Thing, Battlestar Galactica e He-Man and the Masters of the Universe. Una selezione che potrebbe apparire strana, considerate le licenze popolari a disposizione, ma che ha una sua logica nel cercare di offrire una varietà di generi ed ambientazioni andando dalla fantascienza di Battlestar Galactica al mondo dei fumetti di Scott Pilgrim e via discorrendo.
La trama, abbastanza semplice e poco profonda, vede il gemello cattivo della mascotte Funko Eddy, denominato con molta fantasia Freddy, penetrare nella fabbrica dei POP per prenderne il controllo e diventare il sovrano incontrastato di questo bizzarro regno di vinile. Ovvia conseguenza è uno scontro tra i due, al termine del quale la corona finisce parte in pezzi e parte in mano a Freddy. Naturalmente, nei panni del personaggio che avremo selezionato, il nostro compito sarà quello di riportare l’ordine attraverso i vari livelli tematizzati, dandoci da fare anche raccogliendo collezionabili e altre chicche.
Gameplay di Funko Fusion
E’ a questo punto che comincia l’avventura vera è propria: il gameplay scelto da 10:10 Studios è quello di uno sparatutto in terza persona con elementi hack ‘n’ slash, pressoché identici per tutti i personaggi. Ciascuno di essi sarà personalizzato dal punto di vista delle armi e, più raramente, delle abilità, tuttavia il move-set è uguale per tutti e prevede un attacco dalla distanza più uno ravvicinato; considerato che i nemici sono a loro volta dei POP con la testa sproporzionata, sparare è un’attività abbastanza semplice e per certi versi godibile. I nodi vengono al pettine dal momento in cui verremo letteralmente circondati da un’orda di nemici in schiacciante superiorità numerica e dovremo ricorrere agli attacchi in mischia: sono sempre meno efficaci e ci espongono a danni che consumano rapidamente la barra della vita.
Per non terminare anzitempo la partita abbiamo a disposizione due opzioni: craftare una bevanda energetica nelle apposite postazioni oppure, una volta diventati ectoplasmi, trovare una scatola Funko da usare per il respawn, consumando una quantità sempre crescente di vinile (che funge da moneta in game). La stessa scatola è utilizzabile per cambiare personaggio, scegliendo tra quelli appartenenti alla medesima serie.
Oltre a combattere, prestando attenzione ai piccoli fumetti posti in basso a destra sullo schermo, dovremo sempre tenere d’occhio i compiti da portare a termine: Funko Fusion è un susseguirsi di schemi durante i quali dovremo per esempio proteggere degli edifici, craftare risorse, combattere orde di nemici o quelli che potremmo definire mid-boss per arrivare infine al boss di fine livello, che di solito è lo stesso Freddy che si è impossessato di un personaggio iconico dell’universo in cui stiamo giocando (ad esempio Skeleton nel mondo di He-Man).
Neppure le boss fight sono particolarmente ispirate e si dividono principalmente in due fasi distinte: nella prima dovremo colpire il nemico dalla distanza fino a bloccarlo, mentre nella seconda potremo attaccarlo da vicino, magari sfruttando elementi dell’ambiente circostante. Quando non saremo impegnati a combattere, potremo esplorare i livelli alla ricerca di segreti o interruttori da attivare; spesso, come avviene nei titoli LEGO, per completare un quadro dovremo ritornarci più volte e con personaggi diversi, forniti magari dell’abilità necessaria per attivare determinati interruttori o aprire scrigni altrimenti inviolabili (utili per sbloccare nuovi progetti da costruire). Purtroppo, il tutto diventa ben presto ripetitivo e l’intero titolo ci vede ripetere le stesse azioni più e più volte, sintomo purtroppo di una povertà di idee poco comprensibile con un parco sterminato di proprietà intellettuali.
Inoltre anche i livelli a disposizione sono ben pochi e poco curati; principalmente si limitano a quelli relativi ai personaggi selezionabili da subito, mentre per altre licenze tipo Ritorno al Futuro si possono sbloccare nel corso della partita dei minilivelli che pur essendo una piacevole variabile, non bastano ad un’appassionato che magari vorrebbe trascorrere più tempo nel mondo di una determinata serie.
Segnali di stile: grafica e audio
Come accennato in precedenza, salvi rari casi, gli ambienti in cui ci muoviamo appaiono spogli e poco curati: al di fuori del castello di Greyskull troviamo una generica foresta e alcune torri vagamente ispirate ai giocattoli degli anni ’80, mentre entrando nel mondo di Jurassic World ci troveremo in una giugnla abbastanza generica. Il che è un peccato, considerando che ogni ambientazione prevede 5 livelli e ci passeremo un po’ di tempo (circa un paio d’ore per mondo, una mezz’ora buona a livello).
Non mancano ovviamente alcune chicche disseminate nei vari livelli, con segmenti che ricalcano momenti iconici della serie in cui ci troviamo (ad esempio la trasformazione del principe Adam in He-Man), spesso deformati attraverso la lente dell’umorismo che ci aspetta in questo tipo di prodotti e a cui ci hanno abituato i titoli della serie LEGO.
Molto buono il sonoro che spesso ricalca in maniera pedissequa frasi o citazioni famosi degli originali, aumentando ancora di più la vicinanza con il prodotto a cui si ispira.