Sin dal suo primo trailer, Metaphor: ReFantazio ha incuriosito e un po’ esaltato tutti i fan dei giochi di ruolo, forte anche del fatto che la sua spina dorsale fosse costituita da elementi cardini della serie Persona. In effetti i richiami alla serie di successo targata ATLUS sono parecchi, ma se stai già pensando di essere di fronte a un “Persona Fantasy” sbagli di grosso. Le prime ore di gioco potrebbero dare assolutamente questa impressione, per l’impostazione dei menù, per alcune animazioni e per lo stile inconfondibile, ma man mano che ci si inoltre nelle oltre 80 ore necessarie per completare la magnifica storia di Metaphor: ReFantazio, ci si accorge di come quest’ultimo abbia una propria anima molto ben definita.
Metaphor: ReFantazio, una storia di re, cospirazioni, discriminazioni ed eroi
La storia dell’ultima fatica targata ATLUS è fantastica. Sembra che tutta l’esperienza dei vari giochi precedenti sia stata utilizzata al meglio in questo nuovo progetto. La narrazione, veramente esemplare, coinvolge dai primi minuti e, per tutte le numerose ore di gioco, non ha cali di interesse. Ogni avvenimento della storia saprà coinvolgerci, anche quando bisognerà deviare un po’ dalle trame principali, facendoci conoscere meglio i personaggi e il magnifico mondo di Metaphor: ReFantazio.
Partiamo subito con il dire che il fantasy utilizzato per l’ambientazione non è dei più classici, ma le varie contaminazioni utilizzate hanno dato vita a qualcosa di incredibilmente credibile e convincente. Il gioco prende vita in un mondo dove le discriminazioni razziali la fanno da padrone (messaggio molto attuale). Le diverse razze che popolano queste terre hanno acquisito potere in base alla loro numerosità creando la prima grossa distinzione tra di esse, ovvero le razze maggiori e quelle inferiori. Non importa chi tu sia o cos’hai fatto di buono nella vita, se appartieni a una razza minore nel mondo di Metaphor: ReFantazio verrai sempre discriminato.
Un regno in tumutlo
Il nostro protagonista, questa volta meno “muto” dei titoli Persona, appartiene proprio alla razza degli Elda, la più discriminata perché numericamente molto inferiore alle altre. Il nostro viaggio inizia a bordo di una carrozza dove, con la nostra fida compagna Gallica, una fata, staremo viaggiando verso la capitale per recapitare un messaggio di vitale importanza a un nostro contatto.
Il regno è in tumulto. Qualche anno prima l’erede al trono è stato vittima di un aggressione, dopo la quale di lui si sono perse le tracce, tanto da non crederlo sopravvissuto all’agguato. La realtà è un po’ diversa in quanto il principe in realtà è vivo, ma vittima di una maledizione che lo sta uccidendo lentamente e facendolo rimanere privo di sensi. Con il re costretto a letto, Louis, un nobile e cavaliere del regno, ne approfitta per ucciderlo, scatenando così una serie di eventi che porteranno la scelta del nuovo re.
Senza entrare ulteriormente nei dettagli e lasciando il piacere di scoprire le diverse sfaccettature al giocatore, diciamo solo che verrà indetto un torneo che ci costringerà a viaggiare per il regno per completare diverse prove, in modo da diventare uno dei favoriti del regno ed, eventualmente, il nuovo sovrano. La storia del gioco è narrata con una qualità incredibile, senza sezioni filler e catturando sempre l’attenzione del giocatore. Qualche colpo di scena è abbastanza telefonato, soprattutto per i navigati della serie Persona o GDR in generale, ma si tratta davvero di episodi sporadici.
La struttura dell’avanzamento della storia richiama quella di Persona, con le missioni che hanno un tot di giorni per essere completate prima del fallimento. Anche da questo punto di vista i passi in avanti si vedono tutti, con una gestione più oculata di queste fasi che tendono a non lasciare quasi mai il giocatore senza niente da fare, come spesso accadeva in Persona, magari per chi riusciva a completare i palazzi in uno o due giorni.
Un gameplay che richiama Persona, ma con un’anima tutta propria
I timori che Metaphor: ReFantazio potesse essere un clone di persona si sono dissolti del tutto una volta superate le venti ore di gioco Precisiamo che si tratta sempre di un titolo che prende a piene mani dai quei titoli, ma lo fa riuscendo a personalizzare il tutto in maniera sensibile, soprattutto nella fase di sviluppo dei personaggi. Siamo sempre di fronte a un GDR con la classica meccanica dei turni, accompagnata in maniera egregia da sezioni action che non sono solo una comparsa, ma avranno un peso strategico molto importante.
La parte action
I nemici saranno presenti sulla mappa e il nostro protagonista potrà attaccarli e schivare i loro attacchi. I nemici più deboli verranno annientanti con uno o due colpi, mentre contro quelli più coriacei ci saranno dei veri e propri duelli action. Il nostro scopo sarà quello di colpirli ripetute volte per riempire la barra di stordimento, meccanica che ci farà iniziare con un turno di vantaggio, con i nemici storditi. Di contro, se il nemico riuscirà a colpirci, la lotta inizierà a nostro svantaggio e subiremo non solo l’attacco nemico, ma potremmo anche contrarre degli stati alterati, come quello dell’ansia.
Questa meccanica si dimostra ottima sia nel non perdere tempo contro i nemici più deboli, sia per attuare le nostre strategie e partire con un vantaggio non di poco conto. Una volta stordito il nemico dovremo premere un tasto apposito per passare al combattimento a turni, il che scatenerà anche una transizione con un attacco su tutti i nemici da parte di uno dei membri del gruppo. Inutile sottolineare che questi intermezzi avranno davvero stile da vendere. Volendo, una volta preso di mira un nemico, si può iniziare il combattimento a turni in qualsiasi momento, ma questo ci priverà di un vantaggio considerevole.
Il combattimento a turni
Nei combattimenti a turni, Metaphor: ReFantazio ricorda molto persona, vuoi per l’impostazione grafica e anche per le varie meccaniche. Qui i nostri protagonisti non potranno evocare le “persona”, ma saranno loro stessi a risvegliare il potere degli “archetipi” trasformandosi in questi ultimi. Potremo compiere attacchi con arma, tagliente, contundente o perforante, utilizzare le abilità magiche degli archetipi o le loro abilità da combattimento, passare il turno, metterci in guardia, utilizzare oggetti o le abilità combinate. Andiamo a vedere meglio nel dettaglio come si svolgono.
Partendo con ordine, i turni si svolgono utilizzando i segnalini turni, visibili in alto nello schermo. i segnalini, uno per personaggio o nemico, verrà consumato compiendo un’azione e, finiti tutti quelli di alleati o nemici, il turno passerà all’altra fazione. Metaphor: ReFantazio rende interessante anche una meccanica “antica” come questa in un modo tanto semplice quanto intrigante. Colpendo una debolezza del nemico, il segnalino del turno non scomparirà ma si dimezzerà, dandoci l’opportunità di compiere un’azione extra ma con un altro alleato.
Al contrario della serie Persona, dove colpendo le debolezze la palla rimaneva allo stesso personaggio che poteva tranquillamente chiudere lo scontro da solo, in Metaphor: ReFantazio non si potrà fare lo stesso. Colpendo la debolezza il segnalino si dimezza ma solo una volta per segnalino. Questo significa che se abbiamo 2 segnalini potremo al massimo compiere 4 azioni, con 3 segnalini 6 azioni e via dicendo. Ma non è tutto.
Se un nostro attacco viene bloccato o schivato dal nemico, perderemo un segnalino aggiuntivo e non solo quello utilizzato per l’azione. Lo stesso vale anche per i nemici, e questo fattore fa giocare un ruolo importantissimo alle statistiche di precisione ed evasione di Metaphor: ReFantazio. Un tank evasivo potrebbe veramente essere un elemento fondamentale per far perdere azioni agli avversari, così come sarà importantissimo scoprire e colpire le debolezze. Quest’ultimo è come quello di Persona. Avremo tre caratteristiche fisiche (perforazione, taglio, contundente) e altri elementi magici.
I membri del nostro team potranno essere spostati sia in prima linea che nelle retrovie. In prima linea subiranno e infliggeranno danni normali, mentre nelle retrovia avranno una maggior difesa ma un attacco fisico ridotto. Archetipi come il tiratore invece non soffrono di questi malus, anzi, riusciranno a dare il meglio con delle abilità utilizzabili solo dalle retrovie. Muovere avanti o dietro un personaggio non richiederà l’utilizzo di un turno e aiuta ad aggiungere ulteriore profondità strategica ai combattimenti.
Gli Archetipi
Gli Archetipi di Metaphor: ReFantazio sono dei poteri che possono essere risvegliati solo da alcuni individui nei quali cuori risiede un potere sopito, quello dei re eroici. Questi non sono altro che manifestazioni di eroi del passato che, uniti nei propositi, stile di vita e credo, hanno dato vita alla figura dell’archetipo. A iniziare dal nostro protagonista, il quale risveglierà quello del Viaggiatore, a turno i nostri compagni risveglieranno i propri.
Ogni archetipo offre attacchi, abilità attive e passive al proprio utilizzatore, e può salire di livello per impararne altre. La cosa che rende davvero grande questo sistema è che i nostri protagonisti potranno risvegliare e studiare tantissimi archetipi, sia completando missioni che progredendo nella storia ma anche attraverso i legami con protagonisti e NPC.
Soddisfacendo determinati requisiti, potremo sbloccare classi avanzate per lo stesso archetipo, per un totale di circa cinquanta tra varianti e principali. La cosa ancora più bella è che una volta apprese delle abilità utilizzando un archetipo, pagando un costo in MAG, valuta necessaria anche per studiare gli archetipi, potremo farle ereditare a un altro, in modo da creare delle classi personalizzate, magari andando a potenziarne i punti di forza o migliorare le debolezze.
Un esempio fatto con le classi iniziali è stato quello di combinare l’archetipo mago con quello del guaritore, ereditando l’abilità cura di gruppo da quest’ultimo, mentre utilizzavamo i poteri magici del mago per scovare le debolezze nemiche. Inizialmente questa combo ci ha dato modo di tenere un personaggio nelle retrovie, il quale era in grado di bombardare i nemici con incantesimi e, alla bisogna, curare il gruppo.
Ogni archetipo sarà anche in grado di eseguire devastanti attacchi o azioni bonus con l’aiuto di altri alleati. Per sbloccare questi azioni, le quali spesso si rivelano vere e proprie salvavita, dovremo far si che nel campo di battaglia ci sia un personaggio con un archetipo e un’abilità specifica. Costeranno diversi MP e utilizzeranno due segmenti turno, ma giocando strategicamente si riuscirà a inserirle nei turni extra scaturiti colpendo debolezze o schivando attacchi.
Le opzioni sono davvero tante che ogni appassionato di GDR potrà immergersi e creare build potentissime o versatili sotto ogni punto di vista. Combinare il lottatore con il mercante? Perché no? Il tiratore con il cavaliere magico? Anche! Metaphor: ReFantazio premia lo sperimentare e, di base, tutte queste combinazioni se fatte con criterio portano a ottimi risultati.
Come ogni GDR che si rispetti anche in Metaphor: ReFantazio troviamo un sistema di equipaggiamento che comprende arma, armatura e accessori e tantissimi consumabili, i quali ci sono sembrati avere un peso maggiore nell’economia generale del gioco.
Il tempo, i parametri di un re e i legami
Anche in Metaphor: ReFantazio tornano le caratteristiche specifiche del protagonista, solo che questa volta sono giustificate come doti che un re deve possedere. Nelle città potremo compiere diverse azioni che andranno ad aumentare questi parametri, necessari anche per avere accesso a determinati dialoghi e missioni. Per fare ciò dovremo far trascorrere il tempo.
In Metaphor: ReFantazio come in Persona, le attività più importanti faranno avanzare una parte della giornata che solitamente è suddivisa in mattina (avanzamento storia), pomeriggio (dungeon, compimento missioni, altre attività) e sera (altre attività solo se non si è stati in dungeon). Aumentare questi parametri e anche trascorrere il tempo con NPC e alleati specifici è fondamentale sia per avere determinati vantaggi, come un costo in MAG ridotto per studiare gli archetipi, così come per sbloccarne le classi avanzate. Tirate le dovute somme, questa è la parte di Metaphor: ReFantazio che più ricorda Persona.
Nei giorni di pausa tra una scadenza e l’altra degli incarichi principali, potremo svolgere diverse attività, come completare missioni secondari, cacciare mostri specifici per riscuotere le taglie, cucinare, svolgere attività che migliorano parametri sociali o di combattimento e altro. Inoltre lo scorrere del tempo gioca un ruolo ancora più importante rispetto che nella serie Persona. Qui infatti, nei giorni di maltempo potremo avere accesso a scambi migliori in determinati negozi, mentre un giorno specifico della settimana ci darà accesso a sconti nei vari negozi.
Da tenere d’occhio anche le condizioni climatiche particolari, le quali influiranno soprattutto nei combattimenti. Nel caso in cui si verifichino queste condizioni, nei dungeon i nemici saranno più forti ma, soprattutto, colpendo la loro debolezza non avremo il vantaggio di utilizzare solo mezzo turno. Questi malus però portano come beneficio il fatto di guadagnare maggiore esperienza e ricompense.
Tecnicamente Fantazio
Nelle oltre 100 ore necessarie per completare tutto il gioco, sono state davvero tantissimi gli elementi che ci hanno colpito di Metaphor: ReFantazio. Partendo dalla grafica, questo gioco ti trasporta nel suo mondo, fantasy, un po’ crudo e oscuro, ma anche contaminato da diversi elementi. Le città, i vari paesaggi, i concept dei protagonisti principali e NPC, tutto fa amalgama in un modo coeso e soprattutto credibile.
Il livello del dettaglio grafico è altissimo, sia nelle animazioni dei combattimenti che anche nelle semplici transizioni tra i luoghi, fino ad arrivare a menù e alla mappa del mondo. Insomma Metaphor: ReFantazio graficamente ci ha colpiti in tutto soprattutto per la sua credibilità e il suo stile.
Sul comparto sonoro si potrebbe dire tanto, sia sulle musiche che sugli effetti sonori e doppiaggio, ma ci limitiamo solamente a una parola, ovvero capolavoro. Tutto è al suo posto. Ogni suono, ogni motivetto, tutto trova il suo spazio perfetto in Metaphor: ReFantazio.
Il gameplay come abbiamo visto prima mantiene i “vecchi” combattimenti a turni con tantissime novità che lo svecchiano e rendono appetibile, grazie anche a una grande profondità strategica. Il mondo e la storia che ci vengono offerti sono fantastici, ci hanno fatto immergere in un’avventura fatta di emozioni, riflessioni, coraggio e tantissime altre emozioni. ATLUS lo ha davvero fatto di nuovo, offrendo al mondo dei videogiochi l’ennesima pietra miliare del genere gioco di ruolo.