Forse lo avrò scritto altre volte, ma gli RPG sono il mio genere preferito di videogiochi. Sarà per le loro storie intriganti, oppure per le decine di personaggi che popolano quei mondi fantastici o più semplicemente perché sono ossessionato nel vedere il mio personaggio trasformarsi da un contadino a una macchina da guerra che uccide le divinità.
Ormai il mercato é saturo di titoli appartenenti a questo magnifico genere e per ritagliarsi uno spazio in mezzo a questo marasma gli sviluppatori sono costretti a creare prodotti non solo originali, ma che abbiano quel qualcosa in più si rispetto alla concorrenza. Just2D, casa di sviluppo tedesca, non solo ci é riuscita con Drova – Forsaken Kin ma ha creato un prodotto che, nonostante qualche difetto, mi é rimasto nel cuore.
Drova – Forsaken Kin é un action RPG in pixel art 2D, ambientato in un universo decadente e spietato, ispirato in parte al folklore e alla mitologia celtica, un setting poco esplorato e che si discosta dal classico fantasy tolkeniano e questa é la nostra recensione.
Drova – Forsaken Kin, uccidi o sarai ucciso
Drova – Forsaken Kin dà completa libertà al giocatore fin dai primi istanti, ossia al momento della creazione del nostro personaggio, del quale potremo scegliere aspetto e nome. Possiamo subito notare che il titolo di Just2D non ci costringerà in una classe ma, come vedremo avanti, ci darà la possibilità di specializzare il nostro pg nel corso dell’avventura con un sistema molto simile a Gothic o agli Elder Scrolls.
Una volta creato il nostro avatar ci ritroveremo nel bel mezzo dell’azione e del pericolo: la spedizione di cui facevamo parte é stata annientata e toccherà a noi consegnare una pietra runica nelle mani di un druido a Drova, la terra degli Eroi. Perciò, vestiti di stracci e armati di un semplice bastone di legno dovremo intraprendere un viaggio in una terra a noi sconosciuta, alla ricerca di qualcuno che possa svelare la natura della reliquia che ci portiamo appresso. Prima di compiere il nostro destino però, dovremo prendere la scelta più importante del gioco e scegliere quale delle due fazioni vorremo seguire, una decisione cruciale che determinerà il nostro destino e quello di Drova stessa.
Durante le mie 40 ore di gioco, il tempo necessario per finire Drova – Forsaken Kin, ho realizzato che il titolo di Just2D mette in campo, dal punto vista narrativo, tantissimi temi di grande importanza: preservazione dell’ambiente, ricerca di sé stessi, guerra, politica, fratellanza e molto altro ancora. Il pregio maggiore non va tanto ai temi in sé, ma piuttosto al modo col quale tali temi vengono trasmessi al giocatore, non attraverso lunghe spiegazioni o codex testuali sparsi a giro, ma attraverso i personaggi che popolano questo mondo in rovina. I dialoghi sono asciutti ed essenziali, con scelte morali da prendere e con una cura per la caratterizzazione dei personaggi che difficilmente si trova in prodotti del genere.
Anche la trama in sé é molto interessante e sa colpire i punti giusti ai momenti opportuni, con avvenimenti, frutto delle nostre decisioni, che possono lasciarci con un grande senso di desolazione e di rimpianto durante il resto dell’avventura. Se proprio dobbiamo trovare un difetto alla struttura narrativa di Drova – Forsaken Kin, lo si potrebbe ricondurre proprio alla grande libertà concessa al giocatore, mi spiego meglio: mi è capitato di esplorare un certo posto prima del tempo e quando mi é stato ordinato di trovarlo non ho potuto rispondere dicendo di averlo già trovato. Questo non capita sempre ed é una piccolezza, ma sono quei dettagli che fanno sempre piacere vederli inseriti.
Un sistema semplice ed immediato
Parliamo del sistema alla base di Drova – Forsaken Kin, titolo che non vuole assolutamente ammorbare il giocatore con mille statistiche e build assurde, ma che piuttosto propone un’idea molto semplice e immediata che potrà piacere ai fan di Piranha Bytes. Il nostro personaggio avrà solo tre caratteristiche: forza, per i danni fisici, destrezza, per la probabilità di critico, e mente, statistica relativa alla magia. L’avanzamento di livello non comporterà un aumento diretto delle caratteristiche ma ci fornirà dei “learning point”, spendibili dagli istruttori opportuni.
Oltre a questo, potremo usare i learning point per acquisire nuove abilità, come la capacità di creare pozioni o strumenti, e per sbloccare i potenziamenti relativi alle armi. In Drova – Forsaken kin potremo usare una serie di armi che andranno a sviluppare il modo in cui approcceremo i combattimenti. Ad esempio, la lancia ci permetterà di colpire a distanza, mentre una spada sarà utile nel caso ci ritroveremo di fronte a gruppi di nemici. Se ci troveremo bene con un determinato tipo di arma, potremo decidere di spendere i nostri learning point da un insegnante così da sbloccare nuove abilità passive e attive.
Tutto questo non ci viene introdotto con un tutorial ma dovremo impararlo sul campo, così come ogni altra cosa a partire dalle quest stesse, che non avranno nessun indicatore sulla mappa, ma dovranno essere risolte grazie all’ascolto e al nostro intuito.
Su questo ultimo punto avrei da ridire qualcosa, non tanto per la scelta in sé che ho apprezzato molto, ma piuttosto nei confronti degli NPC con cui dovremo parlare per proseguire nelle quest: nonostante la mappa di Drova – Forsaken Kin sia molto piccola, é costellata da personaggi e attività da compiere. Molte volte mi sono ritrovato a girare per 10 minuti buoni nei vari accampamenti prima di trovare l’NPC con cui dovevo parlare, visto che ognuno di loro avrà una routine specifica e si troverà sempre in posti diversi.
Un’altra cosa che si può dire di Drova – Forsaken Kin é che é brutale: i nemici picchiano forte, non ci lasceranno scampo e saremo in difficoltà anche contro due semplici lupi. All’inizio potrà sembrare ingiusto e a tratti persino sbagliato, ma col tempo ho capito che non basterà solo colpire e pararsi per portare a casa una vittoria.
Per concludere uno scontro dovremo usare tutti gli strumenti che il gioco ci mette a disposizione, da reti da gladiatore a trappole velenose, fino a usare la conformazione della mappa per seminare i nostri nemici e colpirli dalla distanza. Ogni combattimento dovrà essere preso sul serio e non potremo mai abbassare la guardia, perché anche i nostri avversari useranno tutto ciò che é in loro potere per buttarci giù.
Una pixel art stupenda
L’ennesimo plauso che faccio a Drova – Forsaken Kin é relativo all’utilizzo della pixel art e come viene sfruttata per creare un sistema di esplorazione originale e unico. Prima di tutto gli ambienti sono veramente ben realizzati, con tantissimi dettagli ed effetti a schermo di tutto rispetto. Allo stesso modo ogni NPC é caratterizzato benissimo dal punto di vista estetico e nonostante i pochi pixel con cui sono composti, i vari personaggi sono sempre riconoscibili tra di loro. Anche le animazioni sono stupende, soprattutto quelle legate a certi boss, e non solo dal punto di vista visivo ma anche dal lato gameplay, con movimenti sempre leggibili che danno modo di schivare o parare senza creare troppa frustrazione.
Un buon lavoro é stato fatto anche dal punto di vista del sonoro, anche se la colonna musicale di Drova – Forsaken Kin, che vuole ricordare a tutti gli effetti le pietre miliari del grim fantasy, risulta un po` sottotono in alcune parti, soprattutto nelle fasi di esplorazione esterne. Nonostante questo, le composizioni che caratterizzano i vari accampamenti sono ben congeniate, niente di trascendentale o di memorabile, ma definiscono molto bene le varie location e trasmettono il senso di desolazione che pervade le terre di Drova – Forsaken Kin.