Il franchise delle Teenage Mutant Ninja Turtles, da noi semplicemente Tartarughe Ninja, non finisce mai di sorprendere il pubblico: non solo stiamo per assistere al lancio del videogioco “The Last Ronin” del quale è stato recentemente ufficializzato lo sviluppo, ma, nell’attesa, i titoli che ci vengono presentati sono tutt’altro che banali.
Tra i progetti a tema Tartarughe Ninja lanciati nell’ultimo periodo troviamo Splintered Fate, titolo rilasciato lo scorso maggio su Apple Arcade per poi arrivare lo scorso 17 luglio su Nintendo Switch e, adesso, su PC e console di nuova generazione. Con un’impostazione marcatamente reoguelike, il titolo sviluppato da Super Evil Megacorp sarà riuscito nell’impresa di tenere alto il nome delle 4 tartarughe? Di seguito, trovi la nostra recensione della versione Steam del titolo.
Una figura paterna da salvare
La trama di questa versione del gioco non varia rispetto a quanto abbiamo incontrato nei precedenti rilasci dell’avventura, ma facciamo un breve ripasso per i nuovi arrivati. Il maestro Splinter, mentore e “padre” delle Tartarughe Ninja, è stato rapito dal malvagio Shredder e, nel frattempo, misteriosi portali sono apparsi in tutta New York, seminando il panico tra gli abitanti.
Il titolo, dalla trama molto semplice, ha una narrativa ben strutturata: abbiamo dialoghi (tradotti in italiano!) che accompagnano ogni fase della nostra avventura e che coinvolgono pochi ma ben disegnati personaggi. Si tratta insomma di un’ottima resa per trovarci di fronte ad un progetto che non fa certo della narrativa il suo punto forte.
Il gioco delle Ninja Turtles che (non) ti aspetti
Passando al gameplay, possiamo certamente affermare come questa impostazione roguelike si sposi benissimo con il format e le ambientazioni attorno alle quali si sviluppa il franchise delle Tartarughe Ninja: il combattimento asimmetrico, che varia profondamente nella strategia da adottare in base alla tartaruga che selezioneremo per la nostra missione, rispecchia in pieno quell’idea di differenziare tra di loro i 4 fratelli, dotati di fatto ognuno di abilità diverse dagli altri.
Il titolo ci mette nei panni di una delle 4 tartarughe, con possibilità di effettuare dei cambi tra una missione e l’altra, ognuna delle quali dotata di statistiche base, predisposizioni e punti di debolezza diversi. Abbiamo riscontrato una gradevole varietà di approcci in base al personaggio di partenza, senza che nessuno prevalesse qualitativamente in maniera determinante sugli altri: dipende certamente dalla situazione, ma anche dal nostro stile di gioco.
Da bravo roguelike che si rispetti, il titolo ci permette di esplorare sempre nuove ambientazioni ad ogni game over e di ottenere dei potenziamenti temporanei che dovremo saper sfruttare nel corso della nostra partita: questi vengono forniti al termine del combattimento con una schiera di nemici di varie dimensioni, al termine del quale potremo avanzare verso il prossimo stage, fino ad incontrare il boss o mini-boss della situazione.
Il combattimento è molto semplice ma offre buone possibilità di manovra ai giocatori (perché sì, anche in questa versione di Splintered Fate si può giocare con gli amici) che possono effettuare attacchi di lunga o breve gittata, scattare tra le diverse zone dello stage e fare uso di attacchi potenziati veramente interessanti. In conclusione, ci troviamo certamente di fronte ad un gameplay solido e ben calibrato, del quale ci riteniamo davvero soddisfatti.
Fallire e ricominciare
Come da tradizione per i roguelike, anche Splintered Fate non è un titolo che disincentiva il game over, anzi: una volta persa tutta la vita a nostra disposizione, faremo ritorno nel nostro rifugio e avremo la possibilità di migliorare alcune delle nostre statistiche base tramite il pagamento di Monete del Drago, così da avere dei potenziamenti permanenti che ci permetteranno di superare in maniera più agile le sezioni particolarmente ostiche.
All’interno del rifugio avremo inoltre la possibilità di cambiare la tartaruga da controllare, così da tentare tutti gli approcci offerti dal gioco. I potenziamenti presenti, sia permanenti che non, si percepiscono in maniera evidente ma mai eccessiva all’interno della partita: insomma, non ci si troverà mai nella situazione di premere a caso tasti e averla sempre vinta, soprattutto con nemici di grandi dimensioni con pattern estremamente semplici, ma potenzi.
Ad ogni game over, il giocatore dovrà affrontare una situazione leggermente diversa da quella precedente: varia la struttura della mappa delle aree, ma variano anche i nemici minori presenti al loro interno, offrendo una varietà stimolante che può perdurare dalle 10 ore circa per chi si accontenta di porre fine alla storia principale fino alle oltre 30 per i completisti.
Un lato tecnico con qualche perplessità
Passiamo a quello che, nella nostra esperienza, consideriamo il tasto dolente del progetto: la gestione dal punto di vista tecnico. Sebbene infatti Splintered Fate goda di una grafica semplice ma gradevole alla vista, caratterizzata da un buon uso dei colori e delle ombre, oltre ad un alternarsi di rotondità e spigolosità che creano un misto dark-cartoon capace di accontentare i gusti di più fan, non possiamo dire che il titolo riesca a sostenersi egregiamente.
Sul PC da noi utilizzato abbiamo riscontrato caricamenti al lancio eccessivamente lunghi (sempre superiori ai 3 minuti, in alcuni casi molto oltre i 5) e difetti legati a compenetrazioni dei personaggi nell’ambiente di gioco e bug grafici poco determinanti ma assai evidenti.