Sviluppato da Irem e pubblicato da ININ Games, IREM Collection Volume 2 è una collection di classici arcade in 2D che ha tra le portate principali GunForce e GunForce II, il tutto con piccole aggiunte in linea con le più recenti trasposizioni. Noi abbiamo consumato ogni singolo titolo di questo nuovo volume su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Sei pronto a tornare indietro nel tempo?
IREM Collection Volume 2 un nuovo viaggio nel passato
IREM Collection Volume 2 è essenzialmente un’operazione nostalgica, un vero e proprio recupero di ben tre “classici” arcade, con tanto di cabinati riprodotti su schermo e filtri particolari per simulare gli schermi del tempo (e non solo). Parliamo di opere degli anni ‘90 e che nel dettaglio sono accomunate dal genere sparatutto side-scrolling (dei tre titoli, uno scrolla in verticale e due in orizzontale).
Il primo della triade è sicuramente GunForce, titolo datato 1991, sviluppato da Irem e proposto inizialmente proprio per le sale giochi. Parliamo di un titolo che è da molti (e non a torto) considerato tra i pionieri del genere run’n’gun oltre a essere le fondamenta da cui è poi nato Metal Slug (parte del team è proprio lo stesso). Come per tutti i titoli della collection, non sono stati apportate aggiunte di alcun tipo, ritrovandoci quindi con la medesima narrazione fugace e una durata discretamente bassa (si può ultimare in mezz’ora se non meno). Per la trama, invece, siamo un soldato che deve salvare la Terra affrontando orde di militari nemici e sfruttando svariate tipologie di mezzi.
Sempre in IREM Collection Volume 2 è compresa la versione di GunForce per Super NES oltre a GunForce II, vero titolo di spicco di tutto il pacchetto. Nel sequel, infatti, gli sviluppatori migliorano ogni elementi e si avvicinano molto di più a quello che sarà poi Metal Slug. Più armi, più veicoli, livelli più longevi e variegati e soprattutto più nemici da uccidere. Un’esperienza che trasuda nostalgia e che riesce a difendersi discretamente bene nonostante la sua età (la sua prima pubblicazione risale al 1994).
Ultimo titolo della IREM Collection Volume 2 è Air Duel, uno shoot’em up con visuale isometrica a scorrimento verticale e con scenari inevitabilmente da bullet hell che oggi risultano molto anonimi e poco ispirati. In compenso, anche questo titolo ha contribuito alla nascita di Metal Slug tramite la colonna sonora (riarrangiata e utilizzata anche in GunForce II) e alcune atmosfere post-apocalittiche.
Insomma, questo Volume 2 è un viaggio ludico alla scoperta di tre titoli che hanno poi condotto alla realizzazione del ben più noto e solido Metal Slug. Un’esperienza, questa proposta, sicuramente di nicchia ma da non sottovalutare considerando anche le piccole aggiunte user friendly che andremo presto ad approfondire. C’è invece un’amara delusione nel constatare la totale assenza di materiale extra sia ludico che documentaristico (video, documentari, galley, ecc.) che rende questa collection meno accattivante rispetto ad altri titoli celebrativi come il recente Tetris Forever (di cui puoi recuperare la nostra recensione).
Come un tempo ma con i trucchi
Inutile girarci intorno, IREM Collection Volume 2 offre i tre titoli presentati nei paragrafi precedenti senza alcuna modifica rilevante nella struttura ludica. Questo significa che per GunForce I e II ci ritroviamo di nuovo in una serie di livelli a scorrimento orizzontale impegnati a sparare a ogni singolo nemico, totalizzando punti, cambiando in continuazione le nostre armi e destreggiandosi su veicoli di varie dimensioni.
Tra i due GunForce, il secondo è sicuramente quello che ne esce meglio, sia per resa estetica che ludica, offrendo maggiore varietà e anche un livello di sfida più appagante. Senza contare la possibilità di imbracciare due armi contemporaneamente, dando vita a uno spettacolo di proiettili esaltante e caotico. Ricordiamo che morire in GunForce è un gioco da ragazzi, basta un colpo e si è persa una vita.
Questo per chi è vissuto con i classici arcade e nelle sale giochi, lo sa bene. IREM Collection Volume 2 stesso prima di iniziare la partita in uno qualsiasi dei finti cabinati virtuali ci chiede di inserire “un coin” (basta premere l’analogico ed è gratuito, tranquillo). Un processo simbolico e fortemente nostalgico che funziona ma che può anche creare frustrazione considerando quanto velocemente si può crepare… e perdere tutte le vite, significa ricominciare dal principio.
Per ovviare a ciò, gli sviluppatori hanno implementato alcuni trucchetti e una modalità pratica di salvataggio immediato e autonomo (puoi salvare quando vuoi). Per i trucchi, invece, abbiamo sia vite infinite che immortalità. Inutile dire che questi annullano completamente la difficoltà del gioco ma possono comunque essere sfruttati per studiare i livelli per poi affrontarli nello stile originale.
Per quanto riguarda Air Duel, invece, parliamo di uno shoot’em up molto classico che spicca principalmente per la possibilità iniziale di poter scegliere tra due veicoli differenti: un caccia o un elicottero da guerra. Questi si differenziano essenzialmente per velocità e potenza di fuoco a cui vanno a sommarsi i classici potenziamenti da raccogliere nell’esperienza di gioco (divisa in sette livelli) .
Come già annunciato, la IREM Collection Volume 2 è pensata per i cultisti del genere e contenutisticamente, data anche la durata abbastanza breve dei tre titoli, poteva offrire decisamente di più. Ci ritroviamo comunque tra le mani a tre giochi arcade che sapranno impegnare i nostalgici. A tal proposito, da segnalare la gradita possibilità di poter giocare in co-op locale insieme a un altro giocatore.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, IREM Collection Volume 2 non migliora nulla, limitandosi a una trasposizione fedele dei titoli originali a cui aggiunge filtri opzionali. Il carico di nostalgia è comunque innegabile e l’effetto retrò è immediato. Allo stesso tempo, i tre titoli proposti risultano discretamente anonimi per chi non li ha conosciuti al suo tempo.
Discorso leggermente diverso per le sonorità, in parte rievocate da Metal Slug, queste sono ancora oggi accattivanti e funzionali all’esperienza adrenalinica. Infine, da segnalare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana nonostante diversi errori e qualche bug sparso qua e là (alcuni menù ci escono inspiegabilmente in spagnolo).