Tra i titoli più discussi e controversi dello scorso anno figura senza dubbio Dragon Age: The Veilguard (dove puoi leggere la nostra recensione). Il gioco, atteso con grandi aspettative, è stato oggetto di critiche per la qualità del gameplay, della scrittura e alcune politiche aziendali poco gradite al pubblico. Ora, EA ha confermato che il titolo non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, risultando quasi un insuccesso commerciale.
Dragon Age: The Veilguard – Un flop scontato
Rilasciato il 31 ottobre 2024, Dragon Age: The Veilguard ha raggiunto circa 1,5 milioni di giocatori, un risultato ben al di sotto delle aspettative di EA, che puntava al doppio. Il gioco, in sviluppo per quasi nove anni, ha generato opinioni estremamente divisive: da chi lo ha considerato uno dei migliori lavori di BioWare a chi lo ha ritenuto mediocre. Tuttavia, l’accoglienza tiepida di Dragon Age: The Veilguard ha impedito di trasformare il titolo in un successo finanziario.
Le vendite inferiori rispetto a quelle di Dragon Age: Inquisition hanno avuto un impatto significativo sulle previsioni economiche di EA. L’azienda ha rivisto le sue stime di prenotazioni nette per l’anno, abbassandole a una cifra tra 7 e 7,15 miliardi di dollari, rispetto ai 7,5-7,8 miliardi originariamente previsti. Anche per il trimestre, EA ha abbassato le previsioni a 2,21 miliardi di dollari.
Un altro fattore che ha penalizzato il titolo è stata l’assenza di contenuti post-lancio, come DLC o espansioni, probabilmente a causa delle scarse vendite iniziali. A peggiorare il quadro, la scorsa settimana la direttrice del progetto, Corinne Busche, ha lasciato BioWare dopo 18 anni di collaborazione con EA, anche se sembra che la decisione sia legata a un nuovo incarico professionale.
Nel frattempo, anche altri titoli di EA, come EA Sports FC 2025, hanno registrato performance sotto le aspettative, contribuendo a un anno complesso per l’azienda.Con il futuro di BioWare in bilico, l’attenzione ora si sposta sul prossimo capitolo di Mass Effect, un progetto che potrebbe rappresentare un’opportunità di riscatto per lo studio.