Sviluppato da My Night Sun Games e Eastasiasoft e pubblicato da quest’ultimo, Popotinho’s Adventures è un platform a scorrimento orizzontale in 2D in pieno stile retrò, molto essenziale e minimal ma anche discretamente nostalgico e veloce. Noi abbiamo affrontato l’avventura solitaria del piccolo Popotinho su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione! Pronto ad andare alla ricerca dei tuoi genitori?
Popotinho’s Adventures e una lunga avventura saltellante
L’incipit narrativo di Popotinho’s Adventures è tanto breve quanto “crudele” e spiazzante. Si tratta di sole tre schermate, statiche e con pochissime frasi scritte (in inglese). In pratica, i genitori di Popotinho si rendono contro che il loro figlioletto è troppo indisciplinato, così indisciplinato che decidono di utilizzare un metodo rivoluzionario (?) di educazione… lo abbandonano da una parte e se ne vanno via.
Esatto, i genitori di Popotinho decidono di lasciarlo solo (anche se sullo sfondo intravediamo una mucca) sfidandolo a cavarsela da solo. Ecco quindi che il nostro rotondo eroe indisciplinato si ritrova a vivere un’avventura solitaria fra trappole, piattaforme mobili, nemici di varia tipologia… e tutto per raggiungere i suoi genitori. Riuscirà Popotinho a sopravvivere? Inutile dire che la narrazione in Popotinho’s Adventures si esaurisce qui.
Non ci sono cutscene, artwork statici o altri momenti narrativi se non sulle battute finali evidenziando quanto l’intreccio narrativo sia un mero e discutibile contesto per focalizzare l’attenzione sul gameplay, vero nucleo pulsante dell’opera. Quindi bando alle ciance e andiamo a scoprire com’è giocare insieme al Kirby albino (assomiglia vagamente a Kirby ma è tutto bianco) in un mondo minimalista, nostalgico e anche abbastanza crudele.
Un platform elementale ma dalla sfida da non sottovalutare
Popotinho’s Adventures è un platform in 2D a scorrimento orizzontale composto da 50 livelli suddivisi in cinque biomi differenti per una longevità tendenzialmente bassa (il titolo si completa facilmente in un pomeriggio). Il titolo spicca principalmente per la sua essenzialità e per il suo sapore fortemente retrò e nostalgico, privo di fronzoli e concentrato semplicemente sul saltare, doppio-saltare e arrivare da un punto A al punto B senza consumare tutte le vite (pena il game over e il dover ricominciare l’intero livello).
Tradotto in termini ludici, significa che Popotinho non solo è stato lasciato indietro dai suoi genitori, ma è anche privo di qualsivoglia arma o power up anche se, a essere del tutto onesti, il giovane eroe può saltare in testa ai nemici ed eliminarli quasi tutti (anche se devi calcolare bene l’atterraggio pensa il fallimento). Il protagonista inizia con due vita e ogni vita ci vede dotati di ben tre cuori. Ogni danno subito, è un cuore in meno.
Nel titolo sono anche assenti i collezionabili ma, in giro per i livelli, sono sparpagliati una serie di frutti che potrai divorare. Una volta divorati 100 frutti, otterrai una vita extra. Tutto qui. Essenzialmente, non c’è altro in Popotinho’s Adventures che mostra una tipologia di esperienza molto semplice, lineare, immediata e accessibile. Allo stesso tempo, a tale semplicità, perfetta specialmente per i neofiti (nonostante una curva di difficoltà crescente di tutto rispetto), si contrappone una totale assenza di ispirazione e innovazione.
Le trovate creative in Popotinho’s Adventures sono poche e legate essenzialmente al level design tra lunghi percorsi su un’unica piattaforma mobile con sopra un trampolino di rimbalzo a interi livelli infarciti unicamente da simil-Twomp che dobbiamo schivare alla velocità della luce. Purtroppo contenutisticamente parlando, il titolo ricicla tantissimo, stessi nemici, stesse trappole e persino stessi sfondi, che vengono posizionati man mano in modo diverso ma comunque poco memorabili.
Grafica e sonoro
Come prevedibile, Popotinho’s Adventures sul versante grafico fa molto poco. Il primo impatto è nostalgico e ci riporta con efficacia indietro nel tempo. Anche i nemici, seppur poco vari, offrono animazioni carine mentre il doppio salto di Popotinho che lo vede roteare su se stesso in modo buffo, riesce a strappare una lieve risatina. Purtroppo però l’effetto iniziale lascia il posto a un costante riciclo e a una povertà contenutistica che rende l’intera esperienza poco evocativa e discretamente monotona anche esteticamente (oltre che ludicamente).
Il sonoro, invece, offre diverse tracce (prevalentemente legate ai vari biomi) discretamente orecchiabili e perfettamente idonee alla tipologia di esperienza offerta. Da segnalare, invece, l’assenza della lingua italiana (non sono presenti neanche i sottotitoli) anche se il titolo presenta pochissime scritte e tutte facilmente comprensibili. Infine, l’opera si difende abbastanza bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se noi consigliamo quella portatile che riesce a dare maggior risalto al suo minimalismo estetico.