La storica software house Bioware sta attraversando una delle crisi più profonde della sua storia. Dopo l’uscita del deludente Dragon Age: The Veilguard, lo studio ha subito una drastica ristrutturazione che ha portato il numero di sviluppatori al di sotto delle 100 unità. Un duro colpo per uno studio che, un tempo, rappresentava un pilastro del settore RPG.
Bioware: un controllo senza precedenti
Secondo un rapporto di Bloomberg, basato su fonti interne, Bioware ha licenziato decine di sviluppatori e ha riassegnato molti altri a diversi studi di Electronic Arts, publisher e proprietario dello studio. Il fallimento commerciale di Dragon Age: The Veilguard, che ha venduto appena 1,5 milioni di copie (la metà delle aspettative di EA), ha avuto conseguenze devastanti, culminate nel blocco degli aggiornamenti e nell’addio della game director.
Prima della crisi, Bioware contava più di 200 sviluppatori, ma ora sembra che uno dei due team interni sia stato smantellato senza annunci ufficiali. Tra le figure di spicco che hanno lasciato lo studio ci sono Trick Weekes (sceneggiatore) e Jen Cheverie (producer), che hanno confermato il loro addio su Bluesky.
Con il blocco di tutti i progetti interni, Mass Effect 5 è rimasto l’unico titolo in sviluppo. Il progetto, guidato dal veterano Mike Gamble, rappresenta l’ultima possibilità per Bioware di riconquistare la fiducia del pubblico e di EA. Tuttavia, se le prospettive di vendita non convinceranno l’editore, lo studio potrebbe essere definitivamente chiuso per ridurre i costi.
Il futuro di Bioware è appeso a un filo, e il destino dello studio dipenderà interamente dal successo (o dal fallimento) di Mass Effect 5.