Sviluppato originariamente da G.rev nel 2005, Under Defeat torna in una nuova versione curata da City Connection e pubblicata da Clear River Games. Si tratta di uno sparatutto a scorrimento verticale dall’animo fortemente arcade. Noi abbiamo affrontato più volte i campi di battaglia aerea districandoci fra oceani di proiettili su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a totalizzare il punteggio più alto di sempre e a sopravvivere a una nuova e dolorosa guerra?
Under Defeat sempre la stessa guerra
Lo diciamo subito, Under Defeat è lo stesso titolo originario, non sono stati apportati cambiamenti rilevanti né alla trama né all’impianto ludico se non con alcune accortezze che andremo ad approfondire accuratamente nel paragrafo dedicato. Per chi non lo sapesse, questa non è la prima volta che il titolo ritorna a far parlare di sé, già nel 2012, infatti, fu pubblicata la Under Defeat HD per opera di Rising Star Games.
Quella che abbiamo tra le mani, rappresenta la versione definitiva dell’edizione del 2012 e racchiude in sé sia la modalità arcade originaria delle sale gioco del 2005 nonché della prima versione per console datata 2006 per il Dreamcast, sia la modalità New Order che abbatte i limiti da “sala gioco” ed espande l’area di gioco su 16:9 mirando ad adattarsi a tutti gli schermi e ampliando così il raggio d’azione ludica che la New Order plus.
In quanto shoot’em up verticale e considerando la sua età, non sorprende che la narrativa non occupa un ruolo rilevante all’interno del pacchetto, seppur ci sia un’atmosfera da “Seconda Guerra Mondiale” di tutto rispetto. In ogni caso, siamo in guerra. Una guerra logorante che vede l’Impero contro l’Unione da oltre un decennio. I tentativi di pace sono stati effettuati eppure… non manca occasione per approfittarne e riaccendere la miccia.
In clima così teso si dipana la nostra fugace avventura fatta principalmente di devastazione alla cieca di una serie di mezzi di trasporto dall’aspetto e dal potenziale chiaramente futuristici nonostante un setting ambientale decisamente più storico che attuale. In ogni caso, la cornice costruita dagli sviluppatori continua a essere una buona scusante per gettarci in azione e gustarci il nucleo pulsante dell’opera: il suo gameplay.
Under Defeat sempre la stessa guerra
Under Defeat è uno sparatutto verticale in 2.5D estremamente immediato e accessibile, dotato di pochissimi comandi e che ci getta in azione senza troppi fronzoli o addestramenti. La pratica è le potenzialmente inevitabili morti sono gli elementi migliori per scoprire ogni segreto racchiuso in un titolo solo apparentemente semplice ma dotato, invece, di un livello di difficoltà discretamente appagante e ammaliante… seppur può risultare frustrante per i neofiti e per i meno pazienti.
Il titolo, infatti, non va preso alla leggera. Basta davvero poco (un colpo) per morire. Procedere a testa bassa e senza alcuna strategia, significa terminare velocemente i cuori e poi i crediti e quindi ritrovarsi costretti a rivivere dal principio l’intera avventura. Avventura che, comunque, ha una durata discretamente bassa, faticando a sfiorare l’ora complessiva. Parliamo però di un titolo che punta a essere giocato e rigiocato sia per sconfiggere i propri punteggi e quelli altrui, sia per sperimentare le diverse modalità a disposizione.
La modalità New Order, quella più moderna, adatta l’esperienza di gioco nel formato 16:9, con texture più definite laddove la modalità arcade è un fedelissimo ritorno al passato da cabinato con tanto di restringimento dello schermo con le famigerate barre. Ovviamente a seconda della modalità, cambia anche la colonna sonora, il tutto per dare vita a esperienze di gioco simili ma allo stesso tempo diverse per tanti piccoli dettagli che soprattutto ai fan non sfuggiranno. Da segnalare alle la modalità New Order Plus che aggiunge ulteriori nemici.
Ma quello che rende Under Defeat più identitario, è il suo gameplay alla cui già citata semplicità si affianca la possibilità, allora inedita, di inclinare il proprio veicolo fissandolo nel momento in cui si inizia a dar fuoco. In questo modo, si possono effettuare colpi in diagonale e mirare quindi a particolari punti deboli del nemici (o relative ondate di minion). Inutile dire che, per poter sfruttare al meglio le inclinazioni, bisogna conoscere bene il livello e l’ordine delle ondate nemiche.
Oltre al fuoco semplice, ai vari power up (tutti discretamente classici), alle bombe (consumabili e in grado di eliminare tutti i proiettili su schermo al momento dell’utilizzo) e alla già citata inclinazione del veicolo, si aggiunge anche un supporto tecnologico temporaneo che fa fuoco automatico e che appare solo dopo aver caricato un’apposita barra che richiede però un nostro “cessate il fuoco”. Per progredire al meglio è quindi necessario, come elemento strategico, alternare le fasi d’attacco a quelle di difesa tra posizionamento del supporto e riposizionamento/inclinazione del veicolo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Under Defeat già si difendeva discretamente bene su Dreamcast, offrendo aree 2.5D verticali ben elaborato e un livello di distruzione, tanto dei nemici quanto di alcuni elementi ambientali, che riusciva a gasare non poco (dando vita anche a maggior confusione a schermo). In merito agli elementi da tenere d’occhio, ossia i proiettili e i vari veicoli, questi danno vita a danze pirotecniche di tutto rispetto e che possono rivaleggiare, nonostante l’età, con i competitor più moderni.
In termini di aggiornamenti, il restyling grafico effettuato sull’edizione, già HD, non è male e restituisce un feedback credibile e soprattutto coerente con quello del passato. A risaltare è l’impatto generale e alcune sequenze, soprattutto quelle legate alle boss fight, decisamente sontuose e più articolate, seppur oggi non molto originali come un tempo. Il reparto audio, presenta diverse colonne sonore con alcune decisamente esaltanti e gradevoli. Parliamo di tracce ben studiate e che spiccano in modo eccellente, galvanizzando e potenziando l’intera esperienza con efficacia.
Buoni anche gli effetti sonori, seppur decisamente standard. Da segnalare la quasi totale assenza di problemi tecnici, giusto qualche sporadico rallentamento quando lo schermo si sovraccarica di elementi ma niente di grave. La versione arcade, fedelissima al passato, è carica di un effetto nostalgia da non sottovalutare. Infine, da segnalare la sempre gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se la mole di testo a schermo è molto molto scarsa.