Se pensiamo alla scorsa generazione videoludica, tra i tanti titoli usciti, ce n’è stato uno in particolare che è riuscito a rimanere impresso nella memoria dei giocatori grazie alla sua forte identità e al coraggio dimostrato a livello di meccaniche di gioco. Kingdom Come: Deliverance, primo titolo dello studio Warhorse, debuttò nel 2018 sorprendendo il pubblico con la sua visione realistica del Medioevo e con un gameplay profondo e impegnativo. Creare un titolo così ambizioso al primo tentativo è un’impresa che pochi studi riescono a realizzare, e il successo del gioco ha reso l’attesa per un seguito ancora più carica di aspettative.
Dopo anni di sviluppo, Warhorse Studios, guidato da Daniel Vávra – veterano dell’industria e autore dei primi due Mafia, per cui fu game designer e sceneggiatore – è finalmente tornato con Kingdom Come Deliverance 2, un sequel attesissimo che, nel momento in cui leggete questa recensione, sta già conquistando i giocatori. Il gioco si distanzia dai classici RPG fantasy per immergerci in un Medioevo crudo, realistico e storicamente accurato, sfatando miti e leggende spesso tramandate nella cultura popolare.
La storia, infatti, è spesso romanzata e distorta nel tempo, e Kingdom Come Deliverance 2 cerca di offrire un’interpretazione più autentica di quel periodo, permettendoci di immaginare com’era davvero vivere nel XV secolo. Ora non ci resta che immergerci nella recensione di Kingdom Come Deliverance 2 per Xbox Series S e scoprire se questo sequel è riuscito a migliorare il predecessore e a portare qualcosa di nuovo nel panorama dei GDR. Scopriamolo insieme!
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Kingdom Come Deliverance 2, una poliedrica avventura nella Boemia del 1403
Siamo nella Boemia del 1403, nel pieno della disputa tra Venceslao e il suo fratellastro Sigismondo. Kingdom Come Deliverance 2 riprende esattamente da dove si era interrotta la prima avventura, con Henry e il suo amico Hans Capon incaricati di consegnare un’importante missiva a Ser Otto von Bergow. Quella che sembra una semplice missione, senza particolari complicazioni, si trasforma ben presto in un incubo: il gruppo viene attaccato da un’orda di banditi e solo Henry e Hans riescono a sopravvivere. Da qui ha inizio la nostra avventura in una Boemia dilaniata dal conflitto, in cui saremo chiamati a immergerci nella vita quotidiana del tempo, tra intrighi politici, giochi di potere e sanguinose battaglie.
Uno degli aspetti più affascinanti di Kingdom Come Deliverance 2 è l’incredibile immersività con cui ci trasporta nel Medioevo. Qui non interpretiamo un eroe senza macchia e privo di sfumature, ma un protagonista che possiamo plasmare attraverso le nostre scelte. Henry può diventare un guerriero, un ladro, un abile diplomatico, un esperto alchimista e molto altro, grazie al profondo sistema di progressione. Durante ogni conversazione, possiamo tentare di persuadere, mentire, minacciare o fallire miseramente, il tutto reso ancora più coinvolgente da un’ottima scrittura.
Il comparto narrativo di Kingdom Come Deliverance 2 è senza dubbio uno dei punti di forza del gioco. I dialoghi, curati nei minimi dettagli, donano profondità non solo a Henry, ma anche ai numerosi personaggi che incontriamo. Perfino un semplice mercante o un fabbro sembrano avere una personalità propria, eliminando la sensazione di trovarsi davanti a NPC generici. L’immersione è ulteriormente amplificata dalla presenza di veri accenti e gergo popolare, oltre a espressioni facciali convincenti (anche se non perfette in tutti i personaggi), ma anche grazie ad una buona regia delle scene. La storia bilancia in maniera eccellente momenti epici, scene divertenti e attimi di tranquillità, offrendo un ritmo ben calibrato che mantiene sempre vivo l’interesse del giocatore.
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Le missioni, sia principali che secondarie, sono progettate per offrire molteplici approcci e sviluppi imprevedibili. Alcuni incarichi possono prendere pieghe radicalmente diverse a seconda delle nostre decisioni, rendendo ogni scelta importante e capace di influenzare gli eventi in modi sorprendenti. Sebbene la narrazione di Kingdom Come: Deliverance 2 mantenga un livello qualitativo eccellente per quasi tutta la durata dell’avventura, nella parte finale emergono alcune piccole flessioni e una certa frettolosità nella scrittura che, pur percepibili, non compromettono l’intero impianto narrativo.
Nel complesso, Kingdom Come Deliverance 2 rappresenta un notevole passo avanti rispetto al suo predecessore, sia in termini di narrazione che di libertà d’azione. Un titolo che promette di farci vivere un’esperienza medievale autentica e coinvolgente, in cui ogni scelta conta davvero.
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Libertà e immersione
Kingdom Come Deliverance non è mai stato un gioco per tutti, soprattutto a causa della sua scarsa accessibilità e delle complesse meccaniche di gameplay. Il secondo capitolo non stravolge questa filosofia né introduce semplificazioni radicali, ma si concentra su un lavoro di affinamento e miglioramento, smussando alcune criticità del primo episodio. Se cercate un gioco immediato e dal ritmo frenetico, probabilmente questo titolo non fa per voi. Tuttavia, se siete disposti ad accettare un sistema di gioco più lento e stratificato, potreste trovarvi di fronte a un’esperienza unica nel suo genere.
Ci troviamo infatti davanti a un GDR medievale con un incredibile livello di dettaglio, seppur leggermente alleggerito rispetto al primo capitolo per renderlo più accessibile. Nonostante ciò, il gioco rimane complesso e potenzialmente ostico per chi vi si approccia per la prima volta o per chi non è abituato a questo genere. Henry, il protagonista, deve dormire per mantenersi in forma ed evitare effetti negativi sul gameplay. Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: mangiare troppo può causare indigestione, mentre consumare cibo avariato può provocare avvelenamento.
L’interazione con il mondo di gioco è profondamente influenzata dalla cura per i dettagli. Indossare abiti sporchi di sangue, ad esempio, può compromettere alcune interazioni con alcuni personaggi, influenzando negativamente le conversazioni o portando addirittura al fallimento delle nostre scelte. Allo stesso modo, se rubiamo un’armatura o un’arma e la indossiamo nello stesso luogo in cui abbiamo commesso il furto, c’è il rischio che il legittimo proprietario o una guardia riconosca quello che indossiamo. Da qui si aprono diverse possibilità: possiamo scegliere di farci arrestare, pagare una multa, provare a persuadere il nostro interlocutore con la diplomazia o addirittura minacciarlo. Ogni decisione ha conseguenze e può generare situazioni che in altri giochi passerebbero inosservate.
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Il mondo di Kingdom Come Deliverance 2 è ricco di eventi dinamici: viaggiando di notte o utilizzando il viaggio rapido attraverso la vasta e dettagliata mappa di gioco, potremmo imbatterci in banditi, viaggiatori in difficoltà o eventi imprevisti, contribuendo a rendere l’esperienza ancora più viva e coinvolgente. Tuttavia, nonostante la qualità della ricostruzione storica, si percepisce una certa mancanza di densità in alcuni luoghi. Per motivi tecnici o di design, alcuni centri abitati risultano meno popolosi del previsto e anche gli interni, pur dettagliati, tendono a ripetersi in più villaggi e insediamenti.
Combattimento: miglioramenti e limiti
Il combattimento in Kingdom Come Deliverance 2 introduce diverse migliorie rispetto al primo capitolo. La gestione della direzione dei colpi e delle parate resta fondamentale, ma risulta ora più intuitiva: parare nella giusta direzione o eseguire un parry al momento opportuno è più accessibile rispetto al passato. Inoltre, il numero di direzioni d’attacco e difesa è stato ridotto da cinque a quattro (alto, basso, destra, sinistra), semplificando leggermente il sistema senza sacrificarne la profondità. Viene inoltre data maggiore enfasi all’utilizzo di combo più complesse, rendendo gli scontri più tecnici e appaganti.
Tuttavia, mentre il combattimento uno contro uno risulta migliorato, negli scontri contro più nemici emergono ancora alcune criticità. Nonostante il team di sviluppo di Kingdom Come Deliverance 2 abbia cercato di bilanciare il sistema limitando gli attacchi simultanei dei nemici, il combattimento perde in fluidità ed efficacia quando si affrontano più avversari contemporaneamente. Certo, con dimestichezza e allenamento è possibile uscire vincitori, ma questo aspetto rimane ancora piuttosto macchinoso, esattamente come nel primo capitolo.
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Un’altra aggiunta interessante riguarda l’arsenale: oltre alle armi tradizionali, fanno la loro comparsa rudimentali armi da fuoco dell’epoca e alcune varianti di balestre, ampliando ulteriormente le possibilità tattiche durante gli scontri. Tutto ciò contribuisce a rendere l’esperienza di Kingdom Come Deliverance 2 ancora più completa e avvincente, senza snaturare il suo spirito originale.
Con il tempo, però, il combattimento di Kingdom Come Deliverance 2 diventa più gestibile grazie allo sviluppo delle abilità e ai vantaggi acquisiti, permettendo un approccio più strategico e gratificante. Personalmente, ho evitato molti combattimenti laddove possibile, cercando di dosare gli scontri e sfruttando alternative come il dialogo, l’approccio stealth o, nei casi più disperati, la fuga. Tuttavia, il loro sistema di “agro” è piuttosto efficace, e spesso si lanciano all’inseguimento, rendendo la fuga una scelta rischiosa.
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Nonostante i miglioramenti, il sistema di combattimento presenta ancora alcune problematiche: il feedback dei colpi non è sempre convincente, le hitbox a volte risultano imprecise e certe animazioni potrebbero essere più rifinite. Rispetto al primo capitolo, questi difetti sono stati ridotti, ma permangono alcuni aspetti che potrebbero essere ulteriormente migliorati.
Il sistema di progressione riprende la filosofia di The Elder Scrolls e altri GDR: si migliora nelle abilità eseguendo specifiche azioni. Per esempio, scuoiando un animale si aumenta la competenza nella sopravvivenza, camminando accovacciati si migliora la furtività, mentre trasportare troppo peso rafforza forza e vitalità. Oltre a questo sistema organico, è possibile spendere punti nei talenti, con varie ramificazioni che influenzano numerose abilità utili nel gioco. Il tutto risulta intuitivo e funzionale
Il mondo di gioco di Kingdom Come Deliverance 2 è ricco di missioni secondarie,incarichi e attività che si affiancano a una campagna principale di grande qualità. Oltre all’esplorazione, è possibile dedicarsi alla ricerca di oggetti, all’alchimia e persino alla fabbricazione di armi. L’alchimia, ad esempio, non è un semplice sistema in cui basta possedere gli ingredienti: bisogna seguire un vero e proprio processo di preparazione, macinando erbe, bollendo miscele e rispettando le istruzioni riportate nei libri, che vanno letti e studiati per apprendere nuove formule.
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Un’aggiunta molto richiesta dai fan è la possibilità di forgiare le proprie armi, un processo che si svolge in maniera sorprendentemente realistica. Per creare una lama, bisogna seguire diverse fasi, dal riscaldamento del metallo alla martellatura, fino alla tempra e all’affilatura con la cote. Questo livello di dettaglio contribuisce a rendere l’esperienza ancora più immersiva e simulativa, mettendo il giocatore nei panni di un vero abitante del Medioevo. Tuttavia, se da un lato questa attenzione alla ricerca del realismo è apprezzabile, dall’altro può spezzare il ritmo di gioco con momenti eccessivamente lenti, che avrebbero potuto essere leggermente ridotti senza compromettere l’immersione.
Un altro aspetto migliorato rispetto al primo capitolo è l’utilizzo del cavallo, ora più fluido e reattivo. Tuttavia, permangono alcuni bug che possono verificarsi in determinate circostanze.Inoltre, il protagonista può contare sull’aiuto del fedele cane Mutt, che si rivela utile sia nei combattimenti che durante l’esplorazione. Per quanto riguarda la longevità, Kingdom Come Deliverance 2 offre circa 50 ore di gioco per completare la campagna principale e alcune attività secondarie. Tuttavia, per esplorare ogni contenuto e completare tutte le attività, saranno necessarie almeno 70 ore.
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Tra delizie e qualche croce
Dal punto di vista visivo, Kingdom Come Deliverance 2 offre una rappresentazione della Boemia incredibilmente dettagliata. Sebbene gli ambienti rurali e le foreste dominino il paesaggio, la loro varietà e il livello di dettaglio rendono l’esplorazione sempre affascinante. Camminare attraverso il mondo di gioco regala un senso di immersione straordinario, amplificato dalla qualità delle strutture architettoniche e dalla cura riposta nella modellazione in generale degli elementi che compongono la il gioco, tra cui anche armature, vestiti e altro ancora.
Tecnicamente, Kingdom Come: Deliverance 2 non raggiunge i livelli di titoli come Horizon o altri blockbuster visivamente più avanzati, pur restando comunque molto bello da vedere. La scelta di privilegiare un sistema complesso piuttosto che puntare su un impatto grafico all’avanguardia si rivela coerente con la visione del team Warhorse. Tuttavia, bisogna fare i conti con le limitazioni del CryEngine, un motore che eccelle negli ambienti lineari ma fatica con gli open-world. Questo si nota soprattutto giocando su console (nel nostro caso su Xbox Series S), dove emergono alcune problematiche: texture a bassa risoluzione, caricamenti delle texture in ritardo, compenetrazioni poligonali e un pop-in piuttosto evidente in lontananza.
Se il primo Kingdom Come Deliverance offriva già un comparto visivo notevole per l’epoca, soffriva però di numerosi problemi di pulizia generale e bug esilaranti. Fortunatamente, con Kingdom Come Deliverance 2 , la situazione è migliorata sensibilmente: Il gioco risulta molto più rifinito e stabile, sebbene permangano alcuni problemi, come bug occasionali che, pur non compromettendo l’esperienza complessiva, possono causare situazioni fastidiose, ad esempio missioni che si bloccano eseguendo determinate azioni o il personaggio che rimane incastrato su alcuni oggetti.
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Un altro aspetto da segnalare sono i tempi di caricamento di Kingdom Come Deliverance 2, che, pur non essendo eccessivamente lunghi, risultano più lenti rispetto agli standard a cui ci siamo abituati negli ultimi anni. Sul fronte delle prestazioni, invece, il frame rate di Kingdom Come Deliverance 2 si è rivelato sorprendentemente stabile: a parte qualche calo occasionale nei momenti più concitati o attraversando alcune zone dense di vegetazione, non abbiamo riscontrato problemi tali da compromettere l’esperienza di gioco. Le animazioni sono generalmente ben realizzate e integrate nel gameplay, con movimenti credibili, come lo scavalcamento di ostacoli o le posture dei personaggi.
Dal punto di vista sonoro, Kingdom Come Deliverance 2 si distingue per una qualità eccellente: gli effetti audio – dai fruscii della vegetazione al clangore delle armi – sono curati nei minimi dettagli, contribuendo a rendere il mondo più vivo e realistico. La colonna sonora alterna brani epici e solenni a momenti più intimi e rilassanti, adattandosi perfettamente al tono delle diverse situazioni di gioco. Anche il doppiaggio merita un plauso: l’inglese e le altre lingue disponibili vantano accenti di quel periodo, che rafforzano l’autenticità dell’ambientazione. Per quanto riguarda l’italiano, Kingdom Come Deliverance 2 offre solo i sottotitoli, che risultano ben tradotti.