Avowed è sicuramente uno dei titoli più attesi degli ultimi anni. Sin dal suo annuncio, il nuovo titolo di Obsidian, sviluppatore responsabile dei due Pillars of Eternity e The Outer Worlds tanto per citarne alcuni, ha incuriosito e fatto fantasticare tutti gli amanti dei GDR. Dalle sapienti mani di questo sviluppatore è normale aspettarsi molto, soprattutto in ambito gioco di ruolo, ma le aspettative spesso sono causa di cocenti delusioni. È questo il caso? Per mio gusto personale dico un secco no. Avowed è tutto fuorché perfetto, ma è dannatamente intrigante e divertente.
Nelle ore trascorse esplorando le terre Viventi nei panni di un Deiforme mi sono divertito davvero parecchio. Le cose da fare sono state molte, l’esplorazione davvero bella e sensata, il combat system un punto di forza, ma ho anche notato diverse stonature che un po’ stridono con tutto ciò che di bello le circonda, ma procediamo con ordine.
![Avowed, la recensione (steam) Avowed](https://www.icrewplay.com/wp-content/uploads/2025/02/Avowed-1-1024x576.jpg)
La narrazione
La trama di Avowed non fa gridare al miracolo, anzi. Avendo giocato i due Pillars of Eternity ed avendoli apprezzato davvero molto, le mie aspettative sulla scrittura di Avowed erano molto alte. Come ho detto prima però, spesso le aspettative portano a cocenti delusioni, Avowed non mi ha deluso, ma non mi ha neanche colpito con la sua narrazione. Nel gioco noi vestiamo i panni di un Deiforme, un individuo come ormai ne sono rimasti pochi che, alla nascita, è stato benedetto (o maledetto secondo alcuni) da un tocco di uno dei diversi dei.
Solitamente questi dei reclamano il loro operato, manifestandosi al deiforme, ma per noi non sarà così. Porteremo sul nostro corpo i segni di questo tocco, ma inizialmente non sapremo chi sia stato l’autore. Nell’editor del personaggio, profondo quanto basta, possiamo editare anche questi dettagli, i quali però sono molto invasivi, soprattutto se un giocatore vuole creare un personaggio dalle fattezze standard. Avowed comunque offre l’opzione di nascondere visivamente queste peculiarità, anche se i personaggi del gioco si comporteranno sempre come se fossero visibili (fa parte della trama).
La trama, prevedibilmente confusa nelle fasi iniziali, ci vedrà indagare su una piaga che sta contaminando le Terre Viventi. Le persone infette si ammalano e muoiono, le città non fanno più entrare mercanti e rifugiati, gli animali diventano aggressivi e la natura stessa sembra essere posseduta da una volontà maligna. Trama un po’ scontata e già vista, ma che comunque riesce a intrattenere e accompagnare il giocatore nella sua avventura.
Le missioni secondarie, a dire la verità non moltissime per la tipologia di gioco, sono per la maggior parte ben strutturate e godono di trame proprie che aggiungono colore al mondo di gioco. Una nota dolente del comparto “scrittura” di Avowed sono però i vari protagonisti della trama e anche i compagni che affronteranno questo viaggio insieme al deiforme. Stereotipati, un po’ incolore e, soprattutto, con pochissima personalità. Frasi di circostanza e dialoghi senza pepe purtroppo saranno all’ordine del giorno.
Scelte e conseguenze
C’era da aspettarselo ma ci ha fatto molto piacere poter constatare che Avowed mette il giocatore di fronte a tantissime scelte, molte delle quali possono cambiare drasticamente il corso della trama principale, di missioni secondarie e dei poteri sviluppati dal nostro personaggio. Già nelle prime fasi di gioco, quello che a tutta ragione potrebbe essere considerata un tutorial, saremo chiamati a compiere una scelta che avrà ripercussioni sia sulla missione stessa, ma che andrà anche a influenzare lo sviluppo di una secondaria ottenibile progredendo nel gioco.
In determinati punti inoltre saremo chiamati a ingaggiare dialoghi e compiere scelte parlando con la voce nella nostra testa (no spoiler). A seconda delle nostre risposte o delle nostre azioni, potremo ricevere abilità o poteri diversi.
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Avowed: le terre selvagge
Uno dei punti che mi ha colpito maggiormente della nuova opera di Obsidian è sicuramente l’ambientazione. Le Terre Viventi sono avvero ben realizzate e affascinanti, con ambientazioni suggestive, colorate, che sanno offrire colpi d’occhio ammalianti e soprattutto un’esplorazione ben strutturata. L’avventura si svolgerà in macro aree (molto ampie) e dietro ogni angolo ci sono segreti da scoprire. Forzieri nascosti, scheletri, aree segrete, caverne, dungeon: insomma Avowed ha preso tutto ciò che caratterizza l’esplorazione fantasy è l’ha utilizzata per creare un proprio mondo, credibile e affascinante.
L’esplorazione è uno dei punti forti di Avowed. Le sezioni platform saranno all’ordine del giorno, così come diversi enigmi ambientali da risolvere, alcuni con l’aiuto dei nostri compagni, per scovare aree nascoste. Dar fuoco a cespugli, ragnatele o rovi, oppure congelare la superficie dell’acqua per raggiungere altre zone, sono solo alcuni degli esempi. Anche nelle fasi avanzate, Avowed non mi ha mai stancato con la sua esplorazione. Di contro posso solo dire che sarebbero serviti più eventi casuali, boss e mini boss sparsi a caso nella mappa, in modo da renderla più viva e minacciosa.
Villaggi, accampamenti e città più o meno grandi sono realizzate bene dal punto di vista estetico, ma non riescono a trasmettere quella sensazione di vivo, pulsante. All’interno troveremo i vari mercanti, locande e personaggi disposti a fornirci delle missioni secondarie o che ci affideranno delle taglie da portare a termine. Quello che manca al gioco è proprio un po’ più di vita. I vari PNG in giro per la mappa sono semi-statici, non si trovano pattuglie o ronde in giro per la mappa ma solo nemici posizionati in determinate aree. Questo purtroppo rende le Terre Viventi abbastanza spente, con la sensazione a volte che siano “spoglie”.
Anche rubando sotto gli occhi dei vari personaggi o sfoderando le armi in piena città non avremo alcuna reazione da parte di cittadini o guardie e addirittura questi saranno immuni ai nostri colpi. Queste ultimi punti onestamente non ci hanno convinto parecchio, anzi, hanno abbastanza deluso. Alla fine dei conti, Avowed affascina molto di più nel selvaggio che nei suoi luoghi abitati. Potremo spostarci utilizzando il viaggio rapido, sia attivando i diversi fari sparsi per la mappa, sia nei punti dove sarà possibile accamparsi.
L’accampamento
L’accampamento giocherà un ruolo fondamentale nelle meccaniche di gameplay di Avowed. Qui, infatti, oltre ad ascoltare le chiacchiere con i nostri compagni per aumentare il livello di legame, potremo e dovremo compiere diverse azioni: cucinare pasti con effetti benefici, attivare totem per ricevere benedizioni ed effetti, ma soprattutto potenziare il nostro equipaggiamento.
Avowed non offre una mole insensata di equipaggiamenti, ma spinge il giocatore piuttosto a potenziare quello a disposizione, rendendo così ogni scoperta di una singola arma con effetti particolari una vera e propria gioia (tranne quando non ci azzecca niente con la propria build). Per potenziare serviranno materiali più o meno rari che si trovano esplorando o combattendo, fattore che rende l’esplorazione delle Terre Viventi ancora più essenziale. Questa parte di “collaborazione” tra esplorazione e potenziamento è ben riuscita e funziona a tutto tondo come pilastro del gameplay di Avowed.
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Combattimento e sviluppo del personaggio
Avowed punta tantissimo su un sistema di potenziamento dell’equipaggiamento piuttosto che al semplice aumentare di livello. Sia noi che i nemici avremo un grado a seconda della potenza del nostro equipaggiamento. La meccanica sulla quale ruota questo sistema si basa su una percentuale notevole di riduzione dei danni inflitti e maggiorazione di quelli subiti, a seconda della disparità tra il nostro livello equipaggiamento e quello avversario. Inizialmente questo potrà causare difficoltà, soprattutto ai meno esperti in questa tipologia di gioco, ma una volta presa la mano col sistema di potenziamento, le gratifiche non tarderanno ad arrivare.
Avowed utilizza questo sistema anche per scandire l’avanzamento della trama principale. Le missioni saranno disponibili da subito, ma saranno contrassegnate da diversi teschi che ne indicheranno la disparità tra il nostro livello e quello avversario. Bada bene, affrontare le missioni con un livello equipaggiamento inferiore non è impossibile, ma molto molto arduo. Questo porta il giocatore a concentrarsi sull’esplorazione e sulle missioni secondarie per trovare equipaggiamento migliore e componenti per potenziarlo.
Personalizzazione
In Avowed saranno presenti 3 classi, una specializzata nel combattimento corpo a corpo, una a distanza e l’altra sulla magia. Non saremo obbligati però a diventare specialisti in una sola classe, ma il cuore del gameplay di Avowed è proprio la personalizzazione delle abilità che potremo utilizzare. Nella mia prima run ho creato un prototipo di mago dotato di potenti incantesimi offensivi, ma specializzato anche bell’utilizzo di pistole, pugnali e archibugi. Ho sperimentato anche un guerriero che utilizzava la magia per creare scudi i quali infliggevano danni elementali ai nemici che ne entravano in contatto. Insomma da questo punto di vista Obsidian ha fatto un gran lavoro, anche se le abilità a disposizione di ogni classe non sono proprio molte, ma si mescolano che è un piacere.
I combattimenti prendono una piega dinamica ma basilare, che però riescono a tenere il giocatore incollato allo schermo, senza mancare mai nel divertirlo e soprattutto dando indietro un feedback appagante. I nostri compagni ci accompagneranno in combattimento. Affronteranno in autonomia gli avversari sul campo, ma non in modo convincente. Anche con i nemici più comuni non sembrano riuscire ad avere la meglio facilmente, ma sembreranno più un diversivo per darci il tempo di eliminarli pian piano. Potremo anche utilizzare le abilità dei nostri compagni tramite la pressione di un tasto rapido oppure assegnando le abilità al menù radiale. Richiamando questo menù il gioco entrerà in un simil stato di pausa, il quale ci darà il tempo di studiare il campo di battaglia.
Il prodotto di Obsidian non innova in niente, non ha una grande profondità di meccaniche o trama, eppure riesce a conquistare il giocatore e, soprattutto, divertirlo.
Testato su PC, Avowed non ha mostrato bug o criticità particolati, e il gioco è filato liscio per la maggior parte del tempo. Graficamente le Terre Viventi sono realizzate davvero bene. Gli scorci sono immersivi e l’atmosfera aiuta il giocatore a vivere l’avventura. Purtroppo non si può dire lo stesso per i personaggi, i quali oltre ad avere un aspetto abbastanza anonimo, mancano di espressioni facciali convincenti e risultano molto piatti. Purtroppo questo difetto affligge anche i protagonisti della storia e i nostri compagni.
Molto buona la parte sonora, soprattutto nei suoni ambientali e nelle musiche, e anche il doppiaggio è di buon livello. Il gameplay tra esplorazione e combattimenti rimane sicuramente il punto di forza di Avowed.