Sviluppato e pubblicato da BlueSped Studio, Wind Story è un simulatore di gestione di ranch con focus sull’agricoltura e con qualche virata fantasy che va a insinuarsi nel sempre più vasto e agguerrito catalogo di titoli similari tra cui spiccano Harvest Moon e Rune Factory anche se, osservando lo stile grafico adottato, il rivale diretto sembra essere più Stardew Valley. Noi ci siamo immersi nella vita rurale su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a creare la tua nuova fattoria?
Wind Story e una nuova vita di campagna
Wind Story, a differenza del suo stesso nome, non racconta una vera e propria storia lineare ma regala un’esperienza molto in linea con quanto proposto dai suoi diretti competitor come il già citato Stardew Valley. A differenziarlo dal catalogo è principalmente il suo stile grafico, un 2.5D che unisce personaggi in 2D ad elementi 3D come edifici, alberi e quant’altro. Un metodo già visto in molte altre produzioni e che sta venendo utilizzato soprattutto in remake di vecchia glorie come Dragon Quest.
Una volta messo piede al Wind Chime Ranch, il videogiocatore potrà sin da subito apprendere le basi della sua futura vita da agricoltore che, neanche a dirlo, si propone come sorte di simulazione di innumerevoli attività che vanno dall’agricoltura all’allevamento, passando per la pesca e anche per i combattimenti, seppur questi siano abbastanza secondari rispetto alle altre attività proposte.

C’è anche un interessante seppur semplice sistema di relazione con i vari PNG inclusi nella piccola area di gioco che avremo a disposizione. Personaggi con cui potremo relazionarci e che possono eventualmente anche supportarci e aiutarci nelle nostre mansioni. A spiccare fra tutto, è l’ossatura di un gioco molto legato al grinding e il cui gameplay si impone su qualsivoglia tipologia di narrazione andando a offrire al giocatore un vero e proprio “parco giochi” da esplorare e scoprire.
Parco giochi che potrai anche e soprattutto esplorare e potenziare. Il ranch, infatti, non è solo una base operativa in cui investire tempo e risorse per le proprie colture e allevamenti, ma anche un luogo che può diventare sede di visite e scambi commerciali, attirando persone a seconda delle strutture che andremo a posizionare, potenziare e personalizzare. Quindi l’attenzione del titolo, più che al nostro avatar, abbastanza anonimo nonostante un piccolo editor personalizzabile, viene data al ranch/fattoria.
Il ritmo di gioco è quindi completamente in mano all’utente offrendo di base un’esperienza compassata e potenzialmente eterna visto il buon numero di contenuti e l’ampia possibilità di personalizzazione. D’altro canto, però, abbiamo una tipologia di gioco che non si discosta molto dai titoli più noti e che presto cede il passo a una ciclicità di eventi e azioni in game che rendono il tutto abbastanza ripetitivo.

Una fattoria nelle nostre mani
Come già anticipato, Wind Story è un simulatore di vita di fattoria con elementi legati alla gestione di un ranch, incluso un buon sistema di personalizzazione di strutture. A questo si somma una sottostruttura simil SimLife con in più un’attenzione extra alle relazioni coi vari personaggi non giocanti, tutti rigorosamente anonimi, tanto per estetica quanto per carattere.
Si inizia quindi col coltivare campi e gestire allevamenti di animali per poi provare a trasformare il proprio ranch in una zona fortemente turistica, aggiungendo, costruendo e personalizzando edifici di varia natura da ristoranti a mulini a vento passando per ospedali e veri e propri parchi a tema. Questo spinge il titolo vicino a opere come Park Beyond (di cui puoi recuperare anche la nostra recensione) dove ci viene chiesto di avere attenzione extra per chi viene a visitarci, osservando le emoticon sulla loro testa e intervenire prontamente sulle eventuali criticità riscontrate.

Aprendo il menù di gioco, invece, avremo la possibilità di controllare sempre le condizioni meteo, eventuali compiti tutti molto standard e anonimi salvo rare eccezioni, i contatti ed eventuali messaggi di altri personaggi conosciuti, eventi particolari in corso e le nostre finanze. L’interfaccia è abbastanza intuitiva mentre non possiamo affermare lo stesso per la mappatura di comandi… elemento evidenziato dalla necessità degli sviluppatori di indicare sempre su schermo quale tasto premere per effettuare l’azione.
Costantemente su schermo, infatti, appariranno le azioni che potremo svolgere e il tasto da dover premere, segno che questi non sono proprio intuitivi. A ciò si somma una certa imprecisione delle azioni dovuta principalmente a due elementi: la natura 2D del protagonista su sfondo 3D e delle animazioni grezze e poco convincenti. Nulla che pazienza e pratica non possano sconfiggere ma rendono il titolo decisamente meno immediato rispetto ai competitor più famosi e rodati.
A completare la panoramica ludica, la gestione degli strumenti, tutti abbastanza classici, dal piccone all’ascia, tutti potenziabili e che mirano a farci raccogliere materiali essenziali per poter lentamente progredire nell’esperienza di gioco, dando buona libertà creativa nella realizzazione del proprio ranch. Infine, da segnalare la gradevole possibilità di sorvolare intere aree di gioco in modo quasi poetico, riuscendo anche a godere di scorci niente male.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Wind Story offre un impatto generale abbastanza accattivante e gradevole, spiccando soprattutto per la scelta dei colori e per le ambientazioni. I personaggi, specialmente gli umani, peccano di originalità e risultano anonimi e tutti uguali. Gli interni degli edifici, invece, salvo i personalizzabili, possono risultare abbastanza vuoti e sciapi così come alcune aree dove però la scusa per il “vuoto” è più che coerente.
Tale “vuoto”, infatti, è come una tela bianca su cui andremo a costruire affrontando però degli sporadici e fastidiosi rallentamenti a schermo riscontrati soprattutto quando ci sono molti elementi in gioco e specialmente in modalità portatile. Tale modalità, che poteva offrire un vantaggio non indifferente, presta anche il fianco a una trasposizione imperfetta con scritte in alcuni casi troppo piccole e interfacce troppo corpose.
Tra l’altro, va segnalato che il titolo è orfano della lingua italiana, elemento non da poco in un titolo che comunque al suo interno ha diversi elementi da simil-gestionale. Infine, il sonoro del titolo si difende discretamente bene seppur permane anonimo e poco coraggioso.