SONOKUNI ha una storia particolare, e non parlo della trama del gioco. Gli sviluppatori, la Don Yasa Crew, sono in realtà un collettivo musicale, un gruppo di ragazzi giapponesi uniti per una passione comune: l’hip-pop. Come sono finiti a creare un videogioco insieme lo raccontano loro stessi in un’intervista con The Gamer, quello che a noi importa è che hanno creato un prodotto unico e con tanta anima, seppur con un gameplay derivativo. Andiamo più nel dettaglio!
SONOKUNI: due popoli, due pensieri
SONOKUNI è ambientato in un universo fittizio dalle tinte bio-punk, dove tutto è colorato e organico. Vestiremo i panni di Takeru, una guerriera solitaria appartenente a una piccola tribù chiamata proprio Sonokuni. Questa comunità è minacciata dalla superpotenza Wonokuni, una nazione militarizzata, altamente avanzata dal punto di vista tecnologico e determinata ad assimilare tutte le altre culture nel nome dell’uniformità e del progresso. L’obiettivo di Wonokuni è infatti quello di eliminare le diversità culturali, spirituali e linguistiche per creare una nazione “perfetta”, dove ogni identità distinta viene cancellata.

La storia si sviluppa attorno alla resistenza di Sonokuni, l’ultima tribù rimasta a difendere la propria individualità, spiritualità e connessione con le proprie radici. In questo conflitto, Takeru riceve un potere sovrannaturale da due entità divine: la possibilità di tornare indietro nel tempo e rivivere determinate situazioni, con lo scopo di fare scelte migliori, modificare il destino e, forse, cambiare le sorti della sua tribù.

Il viaggio della protagonista, infatti, è fisico ma anche spirituale, un percorso che la mette in contatto con le divinità, con i ricordi del passato e con la dolorosa verità della guerra culturale in atto. Un conflitto: l’eterna battaglia tra il progresso e le proprie radici culturali, simboleggiate qua da i due popoli, che non sembra avere una soluzione che possa mettere d’accordo tutti.
Un Hotline Miami dal Sol Levante
SONOKUNI è un gioco con una difficoltà elevata. In ogni livello moriremo e moriremo ancora, ma il ritmo è così ben fatto da non far pesare neanche una morte. Il gameplay si rifà del tutto a quel capolavoro di Hotline Miami, ossia un action con visuale dall’alto, dal ritmo frenetico, dove il primo errore si tradurrà in morte. In questo, il titolo della Don Yasa Crew è più permissivo, offrendo un checkpoint all’inizio di ogni “stanza”, soluzione che toglie il senso di frustrazione dal giocatore e che lo incentiva a provare e riprovare.

A differenza della sua ispirazione, in SONOKUNI non utilizzeremo armi da fuoco, ma bensì le nostre capacità combattive, frutto di anni di allenamento in arti marziali. I tasti sono pochi: potremo colpire, pararci e rallentare il tempo. Ogni azione, però, dovrà essere utilizzata con precisione e, soprattutto, nel momento opportuno. Infatti, l’attacco, oltre a uccidere ogni tipologia di nemico, ci servirà per rispedire al mittente determinati colpi dalla distanza. Mentre, per gli arcieri, dovremo ricorrere alla parata per non morire istantaneamente contro le loro frecce.

Rallentare il tempo ci tornerà utile un po’ per tutto, ma diverrà fondamentale contro i nemici che potranno eseguire un dash contro di noi. Ogni stanza è completabile in pochissimi secondi, ma ogni azione dovrà essere eseguita con metodica precisione.
Grafica e sonoro
Arriviamo alla parte più interessante di tutto SONOKUNI, il suo comparto artistico. Lo stile richiama in tutto e per tutto quella corrente che viene definita bio-punk, una sorta di cyberpunk ove al cuore di ogni cosa c’è la materia organica. Fluidi, carne, muscoli e sangue, permeano l’intero immaginario di SONOKUNI, dando vita a un mondo alieno e psichedelico. Se da un lato ci troviamo di fronte a uno stile originale e unico, dall’altro giunge il problema della confusione su schermo. Infatti, lo stile adottato a volte risulta distraente e rende difficoltoso mettere a fuoco i nemici all’interno delle stanze.
Ma se c’è un protagonista all’interno della produzione, quello è la musica. La Don Yasa Crew ha prodotto una serie di tracce appositamente per il titolo, brani hip-pop energici e aggressivi che esplorano molti dei sottogeneri del mondo rap. Queste tracce, non solo raccontano della rabbia di Takeru, ma parlano anche al giocatore, alimentando la frenesia e la fisicità del gameplay, creando un senso sinestetico che trascina e coinvolge. Molte volte mi sono fermato solo per ascoltare a più riprese i brani e alla fine ho ceduto acquistando anche la colonna musicale!