In un panorama in cui i survival cooperativi e i gestionali faticano a distinguersi, Overthrown è quel gioco che ti fa alzare un sopracciglio con un misto di curiosità e sospetto. Ma appena ci entri dentro, capisci che qui non si parla del solito clone con crafting, zombie e legno da raccogliere. No, Overthrown è un delirio ordinato, un caos in cui noi siamo l’autorità assoluta grazie a una corona magica che ci permette di sollevare, spostare e lanciare (letteralmente) qualsiasi cosa. Edifici, alberi, bestie, persino i nostri stessi sudditi. È un gioco che si prende poco sul serio, ma dietro all’umorismo e alla fisica esagerata c’è un sistema di gioco sorprendentemente profondo. Ed è proprio questo mix che ci ha spinto a costruire, distruggere e ricostruire… per ore e ore.

Nel mondo di Overthrown, ci risvegliamo come un monarca in possesso di un oggetto potentissimo: la corona degli Spiriti, capace di raccogliere l’energia delle anime. Ma questa non è una storia di nobiltà o gloria: è una lotta disperata per sopravvivere in una terra corrotta, mutata e pericolosa. Il nostro regno è un punto luce in mezzo al disastro, e starà a noi espanderlo, proteggerlo e… non perdere la testa (in tutti i sensi). La narrazione, pur non essendo lineare, è piena di piccole sorprese. Eventi casuali, mutazioni stagionali, nemici che non si comportano mai nello stesso modo: ogni partita ci racconta una storia diversa, che nasce direttamente dalle nostre azioni. Non c’è bisogno di un romanzo: il caos parla da solo.
Overthrown, il gameplay
La vera anima di Overthrown sta tutta nel suo gameplay. E qui le cose si fanno interessanti, perché il gioco riesce a combinare elementi di diversi generi senza mai sentirsi confuso o incoerente. Anzi, tutto funziona proprio perché accetta il proprio essere “troppo”. Costruire un villaggio in Overthrown non è come in Banished o Frostpunk. Qui possiamo letteralmente afferrare una segheria con la nostra corona e piazzarla al volo, mentre fluttuiamo sopra la mappa. I nostri poteri da monarca ci permettono di costruire in un modo totalmente non convenzionale: possiamo raccogliere risorse al volo, evocare campi coltivabili, trasferire intere abitazioni da una collina all’altra.
Non è solo una questione di stile: questa libertà ci permette di ragionare in modo creativo. Vuoi spostare l’intera produzione di cibo vicino a un fiume infestato per sfruttare la pesca? Puoi. Vuoi lanciare un lupo mutante contro un gruppo di banditi per risparmiare munizioni? Fallo.

Survival e combattimenti
Ogni stagione cambia radicalmente il gameplay. In estate dobbiamo espanderci e immagazzinare risorse. In autunno si preparano le difese. In inverno, il vero inferno: i mutanti si fanno più aggressivi, le colture muoiono, e il freddo inizia a logorare la nostra popolazione. Ci siamo trovati più volte a fare scelte difficili: salvare i contadini o difendere le mura? Coltivare o produrre armi?
La meccanica dell’inquinamento è un altro elemento intrigante. Se abusiamo di officine e fucine, la terra si degrada, smettendo di produrre cibo. Serve un equilibrio costante tra industria e agricoltura, tra crescita e sopravvivenza. Qui le cose diventano davvero fuori scala. I combattimenti sono volutamente esagerati: possiamo sollevare gruppi interi di nemici e lanciarli via come fossero foglie. Possiamo scagliare un edificio su un’orda mutante così come manipolare le unità nemiche per farle scontrare tra loro.
Ma non è tutto spettacolo: c’è anche tattica. Le trappole, le torrette, le difese naturali giocano un ruolo chiave. Ed è ancora più divertente in coop: in sei giocatori, ci siamo ritrovati a pianificare assalti con lanci sincronizzati di mostri contro accampamenti nemici. Una follia organizzata, ma incredibilmente appagante.

La modalità coop
Overthrown dà il meglio di sé in cooperativa. Ogni giocatore può avere un ruolo: uno costruisce, uno esplora, uno combatte. E quando ci si coordina davvero, l’esperienza diventa qualcosa di unico. Abbiamo passato ore a ridere nel cercare di salvare un amico intrappolato tra un troll gigante e un edificio… che accidentalmente avevamo tirato addosso noi. La sinergia tra poteri e ruoli crea dinamiche quasi emergenti, dove la comunicazione è fondamentale e il disastro è sempre dietro l’angolo. Ma è un disastro che vogliamo vivere.
Visivamente, Overthrown ha uno stile cartoon low-poly che funziona perfettamente con il suo tono caotico e ironico. I colori saturi e le animazioni esagerate rendono ogni sessione visivamente chiara e divertente, anche nel bel mezzo di un’orda mutante o di un’esplosione causata da troppa polvere da sparo. Il sonoro è funzionale, con effetti che esaltano l’assurdità degli scontri e una colonna sonora che si adatta bene ai cambi di ritmo. Niente di memorabile, ma fa il suo dovere.
Tecnicamente, l’esperienza è sorprendentemente stabile per essere un gioco in accesso anticipato. Abbiamo riscontrato qualche bug minore, come nemici incastrati o oggetti fluttuanti, ma nulla di bloccante. Gli sviluppatori stanno aggiornando il titolo con costanza, ascoltando la community e integrando nuovi contenuti.