Sviluppato e pubblicato da Sylph in sinergia con Ratalaika Games, Thrill Penguin è un veloce, sintetico e sfidante platform game in 2D con protagonista un bizzarro pinguino dotato di bandana. Si tratta di oltre 50 livello con tanto di boss fight, dove metterai alla prova le tue abilità di salto e corsa con un gameplay semplice ma piegato a un level design sempre più articolato e interessante da svelare. Noi abbiamo indossato i panni dello stravagante pinguino su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Thrill Penguin, Niente chiacchiere e più parkour
Thrill Penguin non vuole raccontare una storia, non ci prova neanche per sbaglio. Non c’è alcun tipo di contesto, ambientazione o fugace linea narrativa. Non abbiamo quindi una motivazione legata a una qualche trama ma ciò che ci spinge a completare l’avventura di Thrill Penguin è semplicemente la sfida stessa del titolo. Una sfida che, non lo nascondiamo, saprà mettere a dura prova anche l’utente più navigato.
Il protagonista assoluto delle vicende, come anche da titolo del videogioco, è un pinguino dotato di bandana che ha come obiettivo quello di percorrere una sequela di percorsi lineari con mosse sempre più assurde, concatenando salti e arrampicate a più non posso pur di raggiungere il punto “finale”. E se si perde? Beh, in caso di sconfitta assisteremo a una breve animazione zoommata del nostro eroe che si dispera per la sconfitta. Una trovata semplice ma che strappa comunque un sorriso.

Un gameplay veloce e immediato
Thrill Penguin è un platform a scorrimento orizzontale e/o verticale in 2D che non inventa niente ma che sa creare un buon livello, regalando un buon livello di sfida. Sfida che va a plasmarsi a seconda della modalità scelta con quella hardcore che funge da post game e che può dar vita a livelli di frustrazione che solo i più pazienti e navigati videogiocatori potranno sopportare. Per quanto riguarda l’esperienza “standard”, Thrill Penguin punta all’essenziale e quindi al gameplay stesso.
Un gameplay veloce e immediato basato su pochi tasti e le stesse mosse a ripetizione quali salto, arrampicata e spanciata/scivolata (quest’ultima permette di scivolare anche sul soffitto) a cui si somma la possibilità di immergersi e balzare fuori da piccoli specchi d’acqua (niente livelli sott’acqua alla Mario). La particolarità delle sfide del nostro pinguino sono legate al fatto che non hai modo di studiare attentamente il livello in quanto lo schermo si muove inesorabile verso di te e se vieni tagliato fuori… è game over.

Anche se incappi in una delle innumerevole trappole o se perdi un appiglio è… game over. Insomma, il game over ti accompagnerà spesso e fa parte del gioco. La natura retrò del titolo unita a un’atmosfera arcade legata a punteggi con tanto di medaglia d’oro da conquistare, spingono ad aumentare la longevità di un titolo che, nonostante oltre cinquanta livelli divisi per biomi abbastanza standard, non occuperà molto tempo nella console, soprattutto se si è esperti del genere.
C’è un po’ di Super Meat Boy in Thrill Penguin, soprattutto nel numero di morti e nella precisione di alcuni salti. Così come il dover apprendere quando e come concatenare i vari salti e “spanciate” del nostro povero ma coraggiosissimo pinguino, non è roba da tutti e richiederà, per forza di cose, diversi tentativi. Ciò racchiude il titolo in una nicchia specifica, comunicando solo con determinati utenti nonostante si apra anche ai neofiti con modalità più “semplici” ma ugualmente sfidanti.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Thrill Penguin non riesce a conquistare. Al contrario del già citato Super Meat Boy, il minimalismo di Thrill Penguin unito a luoghi spesso deserti o con elementi riciclati, aiuta poco all’identità del titolo stesso che riesce però a emergere comunque grazie al level design, questo sì discretamente ispirato nella composizione dei percorsi e dei vari tranelli (tra piattaforme mobili, altre a “scomparsa”, ecc.). Buone le animazioni (soprattutto dei boss) seppur discretamente semplici.
Il sonoro è semplice e funge da buon accompagnamento all’esperienza generale del titolo senza lasciare il segno ma non risultando neanche ridondante o fastidioso. Da dire che il gioco è orfano dei sottotitoli in lingua italiana ma il testo è completamente assente nel gioco e quindi non è una grave mancanza. Infine, Thrill Penguin si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile maggiormente consigliata per comodità e resa grafica complessiva.