Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni?
Il videogioco: spauracchio dei genitori di altre generazioni e sollazzo per noi “gamers”. Cosa c’è di più bello di fermarsi, dopo una giornata di fatiche, di studio o altro, sedersi e accendere la nostra piattaforma per giocare? Notate bene: chi ora si trova tra pappe e culetti sporchi è nato nel pieno del boom del videogioco. Proprio da questi voglio partire, in questo mio pensiero notturno (in questo momento sono le 2 di mattina, insomma): videogiocatori anni 80/90 che si sono goduti quello che ora viene definito come “l’epoca d’oro del videogame“.
A quel tempo non è che ci fosse molto più della fantasia per far capire, tra i vari sprite, quello che avveniva su schermo. Ho già parlato, in un articolo precedente, della mia idea riguardo ai falsi miti del videogioco, del “vintage › nuovo” sempre e comunque (vorrei citare Bossi, ma tengo tutto family friendly). Stiamo vivendo in un presente videoludico fatto di realismo tecnico, di perfezionismo, che lascia poco spazio alla fantasia dell’utente e, personalmente, non deve nemmeno. Diciamocelo chiaramente: se una persona non ha fantasia nulla lo cambierà.
Cosa significa avere una grafica sempre migliore? Significa portare sempre più vicino il giocatore al contesto del videogioco, lasciatemi fare un esempio: capitava di vedere i film di supereroi da piccoli o i film d’azione e, una volta finiti, immedesimarsi, ripetere le battute e le mosse di quei personaggi perchè sembravano vivi. Era un attore? Chi se ne frega, io ho visto le vene grosse sui bicipiti e i cazzotti in faccia come nella realtà!
Quale sarà il futuro del videogioco? Essere dentro un videogioco, ovviamente. Una risposta scontata e banale, che va però sviluppata per essere capita. Visori di realtà virtuale, programmi di realtà aumentata e via dicendo, sono sistemi che abbiamo per sentirci parte di un gioco. Da piccolo con il Game Boy in mano catturavi il tuo Pokèmon e pensavi: “Quanto mi piacerebbe catturare davvero ‘sti cosi“; Poi arriva Pokèmon Go e te li fa davvero catturare e tu vai ad infilarti nei peggio posti per trovarli e prenderli. Questa, signori, è interazione virtuale col mondo non virtuale, okay?
Parlo da non giocatore di realtà aumentata e da non possessore di un visore VR, con tutta la gloria della mia povertà: il futuro del videogioco è la realtà. Notate bene quello che ho detto prima, interazione virtuale con il mondo non virtuale, giusto? In futuro, molto probabilmente, vedremo due casi:
- Interazione virtuale con mondo virtuale;
- Interazione reale con mondo reale.
Detto così può sembrare veramente molto stupida come scelta, lo ammetto, ma pensateci un secondo.
Interazione virtuale con mondo virtuale
Quello che avviene già ora con i videogiochi, stupidino! Non proprio. In questo momento noi abbiamo una interazione virtuale con un mondo virtuale, che però non mette mai noi all’interno di quel mondo. Prendete un’idea come Sword Art Online (ce ne sono altre di idee così ma ora mi viene in mente solo questa): i giocatori che si trovano nel mondo di gioco (virtuale) non possiedono il loro corpo (reale), ma una riproduzione dello stesso (virtuale). Se in un futuro questo potesse venire applicato anche in campo medico, militare, scientifico non sarebbe una gran cosa?
Interazione reale con mondo reale
Se fosse possibile rendere il virtuale talmente realistico da diventare reale, sarebbe ancora da considerare come virtuale? Cosa è la realtà? Se si creasse un essere nato come virtuale, ma che stimola i nostri cinque sensi e viceversa, questo non lo renderebbe tremendamente reale? Se potessimo trasporre il virtuale nel reale, non diventerebbe tutto molto più facile e veloce?
Il futuro del videogioco è uscire dal suo stesso concetto, con guerre fatte da pro gamers e la possibilità di avere il mondo davvero in una tasca. Badate bene: questo “futuro” non è così distante, sappiatelo. Quando noi avremo una intera galassia nella tasca, in cui poter interagire, guarderemo indietro e penseremo: quanto cavolo era bello Super Mario 64? Ormai molte delle implicazioni in vari campi, molte idee, sono nate proprio grazie al videogioco. Magari arriverà anche quel dannato hoverboard, che ormai non ci si spera manco più.