Destiny 2: Cosa ha portato questo titolo al fallimento?
Destiny 2 è il secondo capitolo della saga iniziata dal team di sviluppo Bungie con l’uscita di Destiny nel settembre 2014. Si tratta di un FPS (First person Shooter) MMO (Mass Multiplayer Online) RPG (Role-Playing Game) a tema Fantascientifico.
Bungie stessa conia un nuovo termine per classificare e riassumere le caratteristiche di questo prodotto, ovvero “Shared World Shooter” (sparatutto a mondo condiviso). Infatti, dopo aver creato il nostro ”guardiano”, ci ritroveremo ad affrontare orde di creature aliene in ampie aree condivise con altri giocatori situate in diversi pianeti e lune del sistema solare.
Destiny 2 perde giocatori?
Non ha riscosso lo stesso successo del primo capitolo della saga Destiny 2 perde giocatori: infatti, quest’ultimi accusano un end-game inesistente, ovvero attività da compiere solo dopo aver raggiunto un discreto livello e dopo aver terminato la campagna principale; un PvP ripetitivo e “frustrante”; l’assenza di una lore (la storia dietro e all’interno del gioco) articolata come quella presentata nel primo Destiny e moltissime altre mancanze. Tutte queste motivazioni hanno portato a un’epidemia di abbandoni da parte dei giocatori facendo registrare il picco più basso di utenza in circa tre anni e mezzo di gioco nei confronti del marchio “Destiny”.
Come mai Destiny 2 è così diverso dal suo predecessore?
Jason Schreier, una delle figure più importanti dello staff di Kotaku, noto blog di videogiochi, ha sempre avuto legami molto stretti con la casa sviluppatrice Bungie ed è riuscito a capire cosa sia successo durante l’elaborazione di Destiny 2. Lo sviluppo era iniziato nel novembre 2014, contando circa 36 mesi di tempo prima della data d’uscita, ma nei primi mesi del 2016 fu necessario applicare un pesante riavvio dei lavori sul prodotto. Il direttore del progetto fu allontanato e il suo posto venne preso da Luke Smith, l’attuale direttore. Il risultato fu che il tempo per lo sviluppo del gioco diminuì a circa 16 mesi, inutile dire che, per un progetto imponente come Destiny 2, sono tempi estremamente ristretti.
Il motivo dell’allontanamento del primo direttore, che avviene quasi dopo due anni di lavori, non si conosce… Probabilmente qualcuno di importante non era soddisfatto oppure d’accordo con la direzione che il progetto stava prendendo. Bungie, nonostante le nuove tempistiche, ha comunque scelto di far uscire il gioco nella data che era già stata designata, convinta poi di rimediare con i futuri DLC. Questo ha comportato il riutilizzo dei vecchi assets, un end-game poco longevo e tutte le altre problematiche riscontrate dagli utenti dal punto di vista del gameplay.
I numeri non mentono, infatti al lancio i giocatori connessi contemporaneamente sono arrivati anche a 4 milioni nonostante mancassero gli utenti della versione PC, a fine dicembre questi sono diventati 350.000 compresi numeri da PC
Un altro fattore che ha inciso notevolmente su questo calo è stato lo scegliere di dare un’elevatissima importanza allo store in-game, l’Eververse, che, seppur vendendo solo oggetti di natura estetica, “costringe” un collezionista a spendere ulteriori soldi per riuscire a sentirsi soddisfatto, nonostante abbia già pagato il gioco a prezzo pieno, con tanto di season pass (la somma spesa è di circa 100 euro).
Questo ha, in un certo senso, offeso una parte dei giocatori e nonostante le loro lamentele gli sviluppatori non si tirano indietro e a dicembre 2017 Bungie pubblica un annuncio di lavoro in cui cerca un “senior progression designer”.
L’occupazione che questa figura professionale dovrà perseguire sarà, in sintesi, basare la progressione del gioco sulle microtransazioni dello store in-game. Poco dopo l’annuncio viene cancellato, forse a causa delle lamentele della community o forse perché qualcuno di idoneo ha risposto all’offerta lavorativa… Resta il fatto che tutto ciò può sembrare una presa per il Cayde.
Ora Bungie si sta impegnando per rimediare ai precedenti errori, ma lo sta facendo nel modo giusto?
Il team di sviluppo ha rilasciato questa scaletta in cui espone le date di uscita delle prossime patch e il loro contenuto a grandi linee. Un buon progetto senza dubbio, ma alcuni punti lasciano perplessi molti giocatori. Verranno reintrodotte la modalità PvP a squadre composte da 6 giocatori, la modalità “Rissa”, ovvero uno scontro “tutti contro tutti” e la possibilità di organizzare le partite private. Questi sono tutti elementi che erano già presenti in Destiny, ma che non sono stati implementati nel secondo capitolo al lancio del gioco. Il motivo del disaccordo da parte dei giocatori sta proprio nel fatto che elementi già presenti nel primo episodio saranno reintrodotti in Destiny 2 solo 8 mesi dopo l’uscita del gioco.
Nuovo aggiornamento per Destiny 2
Martedì 27 marzo è stato rilasciato l’ultimo aggiornamento per Destiny 2 che porta il gioco alla versione 1.1.4. L’update è stato denominato “Go Fast Update” dagli sviluppatori, infatti tra le varie modifiche spiccano l’aumento della velocità di movimento e dell’agilità, mentre invece viene ridotto il tempo di recupero delle abilità dei nostri guardiani. Vengono implementate anche modifiche incentrate solo sul comparto PvP: miglioramenti generali per cannoni portatili e fucili a impulsi e una diversa amministrazione delle munizioni duranti i match.
Le mie impressioni e quelle di una parte della community su quest’ultimo aggiornamento sono buone… ma c’è ancora molto lavoro da fare per riconquistare i cuori e la fiducia dei giocatori, con il rischio di non riuscirci semplicemente perché ormai è troppo tardi.
Ora aspettiamo con speranza maggio, in cui verrà rilasciato il secondo DLC e settembre, il mese in cui è stata programmata l’uscita di una grande espansione che, probabilmente, rivoluzionerà il gioco.
Nell’attesa… Buon divertimento Guardiani!