Ritorna la sfida più calda dell’anno
La nostra esistenza è un gigantesco mosaico, composta da numerosi tasselli che messi tutti insieme compongono la nostra personalità. Chiaro, non tutti i pezzi possono essere preservati con la stessa cura, o non tutti vantano un background qualitativo di prima fascia, ma sono comunque fondamentali. Senza di tutti loro la composizione non avrebbe senso e noi, alla fine, non saremmo ciò che siamo. Ciò che ci rende veramente vivi sono le nostre passioni, quelle piccole (o grandi) cose che amiamo in modo particolare, quelle senza le quali non potremmo stare. Le passioni, poi, possono essere veramente tante, quasi inquantificabili, e spesso (erroneamente) vengono divise per gradi di importanza. Lo sport, ad esempio, viene denigrato e catalogato tra le passioni “stupide”, quelle marginali. Stesso discorso per tutte quelle passioni più “giovanili” come i videogiochi che, sbagliando, si da per scontato che andranno a scemare una volta diventati adulti. Ma cosa succede poi, se unissimo le due sopracitate passioni? Dal pentolone magico spunta fuori una delle più odiate categorie: i videogiochi di sport, in particolare quelli di calcio.
La stagione calcistica (quella vera) si avvia alla conclusione e si parte subito con quella videoludica
Questo periodo dell’anno, per tutti gli appassionati di calcio e di videogiochi di calcio, è particolarmente importante. La stagione calcistica (quella vera) è ormai agli sgoccioli ed i verdetti ancora da sancire tengono alta l’attenzione di tutti i tifosi di quelle squadre in lotta per un obiettivo. Al fischio finale della stagione però i giochi rimangono aperti, anzi, chiusa la sfida sul campo si apre ufficiosamente quella pad alla mano, con i due baluardi del genere (FIFA e PES) pronti a sfidarsi come ogni anno a suon di annunci, piccoli scorci di gameplay e, soprattutto, tante, tantissime speculazioni.
Niente risulta più intrigante e divertente di immaginare come saranno i prossimi titoli calcistici, cosa offriranno di nuovo e cosa miglioreranno rispetto alle precedenti versioni. Ognuno di noi, giocatore appassionato del calcio secondo Konami o del figliol prodigo di EA Sports, vorrebbe sempre novità da due titoli che, a malincuore, stanno diventando parecchio lenti nello sviluppo, rimanendo fin troppo simili nel corso degli ultimi anni e non offrendo quella ventata d’aria fresca di cui tanto avremmo bisogno. Nasce così la domanda: cosa vorremmo noi da FIFA 19 e PES 19?
Gameplay? Grafica? Licenze?
Da possessore (ed appassionato) di ambedue i titoli è impossibile non notare pregi e difetti delle due serie. Da un lato troviamo FIFA, sorretto del successo enorme della propria modalità cardine FUT (Fifa Ultimate Team) e da un comparto licenze smisurato; dall’altro c’è PES (Pro Evolution Soccer), carente sotto diversi aspetti ma insuperabile sul gameplay. Leggendo queste due righe, la soluzione sembrerebbe semplice: basterebbe, infatti, prendere i pregi delle due produzioni e fonderli insieme, creando così il gioco perfetto.
La realtà dei fatti però è un’altra: rendere perfetti i due titoli, limando tali difetti, non è semplice come sembra e, diciamoci la verità, non è una priorità per i due produttori. KONAMI, ad esempio, si porta dietro l’enorme fardello delle licenze da ormai più di vent’anni e ci pare complicato immaginare come non siano mai stati fatti passi avanti. FIFA, invece, negli ultimi 4-5 anni ha lavorato davvero pochissimo sul fronte tecnico e strutturale, lasciando praticamente intatto il gameplay ed il comparto grafico dei vari titoli, e limitandosi soltanto a limare e smussare la propria creatura. La situazione non è così tragica come sembra, trattandosi comunque di due ottimi titoli capaci di divertire e di tenere attaccati al teleschermo milioni di videogiocatori.
Cosa vorremo dal nuovo FIFA?
A livello contenutistico, migliorare FIFA è davvero difficile. Il gioco di EA Sports offre una mole di modalità impressionante, sia offline sia online, che saziano ampiamente tutti i palati. Anche le licenze sono un punto forte della produzione: quasi tutti i grandi campionati hanno la licenza ufficiale, e molti stadi sono riprodotti in maniera incredibilmente fedele. Quel che veramente fa storcere il naso è il gameplay, troppo amatoriale ed “arcade” per risultare credibile ai fini della simulazione calcistica.
Per carità, la totale libertà (apparente) d’azione che si ha in campo è tanta roba, ma ci piacerebbe riuscire anche a seguire di più un’azione, ad orchestrarla come si deve, purtroppo la velocità surreale con la quale si muove il tutto (compresi i difensori centrali ed i portieri) allontana chi è alla ricerca di un prodotto più fedele alla controparte reale. Al di là di questo, ci piacerebbe anche vedere un maggior interesse nei confronti delle Serie A italiana, negli ultimi anni parecchio snobbata ed orfana della licenza ufficiale. Apprezzeremmo che si facessero passi avanti sul fronte volti: escludendo i top player è sempre più difficile riconoscere alcuni atleti, di club anche importanti come quelli italiani, data la scarsa cura con la quale vengono realizzati.
Cosa vorremmo dal nuovo PES?
Il vero problema di PES, come dicevamo anche poc’anzi, è rappresentato principalmente dalle licenze. Quest’anno, poi, il calcistico KONAMI ha perso anche quelle riguardanti il pacchetto coppe europee (Champions ed Europa League) rendendo la situazione davvero complicata. I file opzioni amatoriali, seppur splendidi, non possono rappresentare un’ancora di salvataggio. Qualcosa deve iniziare a muoversi, ma non siamo sicuri che la strada intrapresa sia quella giusta. Acquisire diritti di campionati “minori” come quello messicano e simili, non può essere una buona mossa per iniziare la manovra di risollevamento del brand.
Altra pesantissima lacuna è rappresentata dalle modalità di gioco. Sono fin troppo uguali tra loro e non offrono (specialmente la storica Master League) novità di sorta da ormai quattro o cinque anni a questa parte. Ci si aspetta un passo avanti in tal senso e magari una revisione alla modalità online (la versione PES di FUT, per capirci) MyClub, troppo approssimativa e pesantemente penalizzata da una gestione della rosa e degli acquisti fin troppo randomica. Necessario qualche passo in avanti anche per quanto riguarda alcuni movimenti, in particolare quelli legati ai tiri, a volte davvero innaturali fino a sfiorare l’imbarazzante. Chiosa finale dedicata anche qui alla Serie A: la licenza del nostro campionato potrebbe (e dovrebbe) rappresentare il primo passo verso l’ascesa di PES in questa direzione.
Insomma, in attesa del tanto amato (nel nostro caso odiato) caldo, delle prime abbronzature, delle invasioni delle zanzare e del gelato, diamo ufficialmente il via alle danze per quel che concerne la diatriba videoludica più amata dagli italiani: PES o FIFA?