Dalla scarpa Vibram all’Hand energy. Ecco alcune ricerche e prototipi che si pongono l’obiettivo di risolvere il “temuto” problema delle batterie dei nostri devices, che si scaricano nei momenti più critici. Come? Sfruttando l’energia cinetica dell’uomo.
Qualsiasi azione, movimento o atto genera energia. La difficoltà è fare in modo di renderla utilizzabile. Allora perché non sfruttare il movimento umano per ottenere l’energia sufficiente ad alimentare i nostri dispositivi mobile?
Quello della durata delle batterie sarà uno dei problemi fondamentali da affrontare nei prossimi anni. Batterie che dovranno supportare dispositivi sempre più innovativi e dunque più “pesanti”, perché ricchi di nuove funzioni. Presto potremo dire addio ai Power Bank (troppo ingombranti) per far spazio a soluzioni diverse.
Nuove soluzioni, e anche tante, studiate da vari team e ricercatori sparsi per il mondo. Il loro comune denominatore è sfruttare un’energia green, ossia l’energia cinetica del corpo umano.
Ho raccolto informazioni circa alcuni di questi studi e ricerche sul tema. Vediamole…
HandEnergy
Il dispositivo HandEnergy sfrutta l’energia prodotta dal nostro corpo. Non si tratta di un dispositivo ad energia solare o dotato di pannelli solari. L’energia necessaria si ricava tenendo in mano HandEnergy e facendo ruotare i polsi. L’energia cinetica prodotta permette di ricaricare le batterie che si trovano al suo interno.
Tra i fondatori del progetto troviamo Alex Bovik, che, per realizzarlo, si è ispirato al giroscopio. Il giroscopio è un dispositivo fisico rotante che, per effetto della legge di conservazione del momento angolare, tende a mantenere il suo asse di rotazione orientato in una direzione fissa.
Nel caso di HandEnergy, grazie a 5000 rotazioni al minuto, l’energia cinetica porta alla produzione di energia elettrica, utile per ricaricare lo smartphone. Per ricaricare lo smartphone basterà poi collegarlo a HandEnergy con un cavo Usb.
Il progetto per creare HandEnergy sta ricevendo un grande supporto grazie ad una campagna di crowdfunding su Kickstarter. Sarà disponibile per la vendita – come previsione – a partire da maggio 2017, al prezzo di circa 99 euro.
Scarpa Vibram
Vibram è una scarpa con un dispositivo in grado di generare energia grazie alla camminata di chi la indossa. Questo dovrebbe riuscire a caricare uno smartphone. Utilissima invenzione per tutti coloro che amano camminare e che non si separano mai dal proprio cellulare. Quante volte ci capita di dover ricaricare nei posti e nelle situazioni più assurde!
Adesso, chi utilizza questa scarpa, potrà avere un caricatore ovunque si trovi, grazie ad una suola in grado di produrre energia dal movimento e di accumularla, per poi cederla quando è più necessario. Il sistema si trova posizionato nell’intersuola della calzatura ed è chiuso ermeticamente, in modo tale da non entrare mai in contatto con acqua o polvere nel corso delle camminate.
La scarpa permette di generare fino a 3 Watt di potenza semplicemente camminando. Consente, inoltre, di accumulare, in circa 8 ore, 8 Wh (quanto necessario a ricaricare uno smartphone). Anche in questo caso basterà collegare lo smartphone alla scarpa tramite una micro porta Usb.
La tecnologia è stata sviluppata dalla Vibram, un marchio di suole che già si è distinto per alcuni prodotti innovativi, in collaborazione con InStep NanoPower, azienda americana esperta in nanotecnologie.
Al momenti si parla solo di prototipi.
L’estetica della scarpa, ovviamente non è eccelsa, ma, per il momento, lo studio è stato finalizzato all’utilità e non alla bellezza. Può semplicemente sembrare una calzatura da corsa con una suola un po’ più alta del normale. Bisogna solamente aspettare la versione 2.0.
La pellicola smart FENG
Un team di ricercatori di ingegneria della Michigan State University ha svolto degli studi (finanziati dalla National Science Foundation) il cui risultato ha dato vita ad una pellicola sottilissima, in grado di catturare l’energia che serve a ricaricare il cellulare.
Come? Tramite una tecnologia a diodi ionici che permette di trasformare l’energia cinetica generata dal movimento delle dita sul touchscreen, in corrente elettrica.
Ma non solo. “Siamo in cammino verso dispositivi indossabili alimentati dal movimento umano”, afferma Nelson Sepulveda, capo del progetto. L’obiettivo finale, infatti, è quello di riuscire a sfruttare il movimento per ottenere l’energia sufficiente ad alimentare i nostri device.
Grazie al loro nanogeneratore – più precisamente, “Biocompatible ferroelectret nanogenerator”, o anche solo FENG – Sepulveda e il suo team di ricerca sono riusciti a far funzionare uno schermo a cristalli liquidi touchscreen, un sistema di luci a led e una tastiera pieghevole. Questo, senza l’ausilio di una batteria, ma solo attraverso la pressione delle dita sullo strumento in questione.
Essendo sottile come un foglio di carta, leggera e flessibile, la pellicola – composta da sottilissimi strati di silicio e altri materiali ecocompatibili (e caricata di ioni) – è in grado di adattarsi a molte applicazioni e dimensioni. Potrà così essere applicata su diversi dispositivi, per “riciclare” l’energia cinetica per ricaricarli.
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