A tutti noi sarà capitato, quando eravamo più piccoli, di viaggiare con la fantasia. Mi ricordo che da bambino ero convinto di voler fare l’entomologo e di vivere in Cina. A parte i sogni di un me più piccolo (e evidentemente disadattato) però c’era spazio anche per le fantasie più classiche come diventare pompiere, poliziotto o astronauta. Era bello pensare a che vita potesse avere un capitano pirata spaziale, ad esempio: una navicella da comandare, creature aliene da sconfiggere, un’intera ciurma fedele pronta a combattere al nostro fianco e la sensazione di libertà che solo un’intera galassia può donare. Spensieratezza e avventura, solo questo.
Tutto fantastico, certo, ma se vi fermaste anche solo un secondo a pensare, concorderete con me che anche un pirata spaziale potrebbe avere svariati problemi. Potrebbe terminare il carburante durante un lungo viaggio, ad esempio, subire un ammutinamento, finire i soldi, investire troppo denaro in armi e non in viveri, non avere dottori a bordo durante un contagio o al contrario non avere abili combattenti durante un assalto o addirittura inimicarsi una cascata di nobili spaziali finendo così in malora. Beh, insomma, detta così non sembra proprio una vita spensierata e leggera come la immaginavamo. Ed è proprio questa l’esperienza che vivrete con Star Traders: Frontiers, un gioco in cui la libertà va guadagnata faticando ogni giorno.
Un gioco, tante anime
La struttura ludica di Star Traders: Frontiers è complessa ma facilmente suddivisibile in parti. La componente più grande è sicuramente costituita da quella gestionale; oltre a questa però abbiamo diversi elementi da GDR anch’essi molto impattanti sul gameplay.
All’inizio del gioco creeremo il nostro personaggio: le caratteristiche per renderlo unico sono tantissime e tutte con un loro appeal. Il gioco ci fornisce diverse interessanti classi fra cui scegliere: ogni personaggio avrà un lavoro di partenza che ne andrà a modificare le statistiche e le abilità speciali che potrà usare salendo di livello. Oltre a ciò starà a voi scegliere quale aspetto del gioco il vostro capitano andrà a preferire maggiormente. Potreste scegliere il Pirata, avendo così più possibilità di personalizzazioni della vostra nave o l’Esploratore, così da aumentare le vostre capacità diplomatiche con i personaggi non giocanti.
Completata questa prima fase verrete gettati nello spazio assieme alla vostra nave e alla vostra ciurma. La mappa di gioco, in 2D e vista dall’alto, è procedurale e genererà ogni pianeta e incontro in maniera completamente randomica. Ciò rende tutto più interessante evitandovi così di ripetere gli stessi eventi in differenti run. Inizierete visitando i pianeti vicini e, muovendo i primi passi in questo mondo, lentamente inizierete a capire di essere immersi in qualcosa più grande di voi: un motore di eventi, incontri, trattative e lotte in cui voi potrete entrare a dire la vostra ma che continuerà a modificarsi qualsiasi saranno le vostre azioni. Le missioni continueranno anche senza la vostra partecipazione e i PNG si incontreranno fra loro creando alleanze e scambi.
Cos’è un capitano senza la sua ciurma?
L’equipaggio che popolerà il nostro vascello galattico costituisce una parte fondamentale del gioco. Oltre al nostro protagonista avremo infatti un folto gruppo di personaggi che ci seguirà nella nostra avventura e, procedendo con le ore di gioco, la loro importanza diventerà sempre più fondamentale. Tenete conto del fatto che il vostro seguito sarà composto da almeno 30 personaggi, ognuno dei quali salirà di livello in modo autonomo e apprenderà, a vostra scelta, diversi mestieri e talenti.
Quello che si viene a creare è un microcosmo di capacità e talenti capace di avere ripercussioni in ogni ambito del gioco. Questo viene testimoniato costantemente da dei messaggi che ci dicono tutto ciò che sta succedendo sulla nave, leggeremo ad esempio: “eliminato un nuovo parassita alieno”, “evitato un campo di asteroidi” o “alzato il morale della ciurma” e tutte queste indicazioni saranno basate sulla corretta gestione delle statistiche relative ai nostri sottoposti.
Oltre a queste interazioni “passive”, però, ce ne saranno anche di più evidenti. Avremo ad esempio la possibilità di fare acquisti scontati con dei buoni mercanti, di poter usare le abilità speciali dei nostri soldati durante i combattimenti e di trovare materiali rari durante le spedizioni grazie ad esploratori esperti. Pur non potendo personalizzare questi personaggi vi accorgerete passo passo di starvi affezionando ad alcuni di loro, di essere fieri dell’operato del vostro team e di sentirvi tristi se qualcuno diserterà o sarà ferito durante un combattimento. Alzando il livello di difficoltà poi i vostri amici potrebbero iniziare a morire per le vostre scelte. Potreste potenziare una nave che vi accorgerete di non poter mantenere quando verrà danneggiata o avere condannato dei soldati estremamente ben addestrati alla morte perché non avete dei medici capaci di curarli dalle malattie.
Altro elemento di importanza fondamentale sarà la gestione della vostra nave la quale potrà essere cambiata con altre o modificata. Potrete aggiungere nuove stanze o armi e dovrete gestirne carburante e danni subiti come fosse la vostra unica fonte di sostentamento, tutto ciò sempre basandosi sul personale che avrete a bordo e sulle sue capacità. Anche questi elementi si ripercuoteranno nel combattimento e nei vostri viaggi spaziali.
Ok, ora è il momento di picchiarsi
Ogni volta che vi imbatterete in un pianeta potrete effettuare diverse azioni. Stazionando nella sua orbita potrete pattugliare la zona o spiare ciò che accade, scegliere di atterrare in una città per incontrare degli NPC, fare rifornimento, vendere e acquistare risorse o ancora atterrare in altre zone del pianeta ed esplorarle.
Per quanto riguarda le azioni di pattugliamento, spionaggio e esplorazione queste funzioneranno tutte nel medesimo modo. Avvieremo l’attività e il gioco estrarrà “5 carte evento” che potranno portare vantaggi o svantaggi all’azione che stiamo eseguendo. Potrebbe ad esempio accadere che alcuni membri della nostra ciurma vengano feriti durante un’esplorazione o che siano così fortunati da trovare risorse rare. Fra queste opzioni può capitare di imbattersi in dei nemici portandoci così al combattimento che potrà essere navale o, se siamo a terra, coinvolgerà la nostra ciurma.
Per quanto riguarda il combattimento a terra il meccanismo ricorda molto quello visto in Darkest Dungeon. Dovremo scegliere 4 componenti del nostro equipaggio e schierarli contro 4 avversari in un duello a turni. I quattro personaggi scelti avranno abilità e armi basati sulle scelte che avremo preso per loro riguardo talenti e professioni. Ci saranno personaggi armati con spada, altri con pistole e altri con dei mitragliatori e, in base a dove avremo posizionato i nostri sottoposti, questi potranno eseguire il proprio attacco o non riuscire a colpire nessuno dato il loro equipaggiamento. Un personaggio con la spada, ad esempio, andrà messo in prima fila così da permettergli di affettare gli avversari con colpi melee mentre un personaggio con mitragliatore automatico dovrà per forza essere messo al terzo o quarto posto per poter essere efficace.
Oltre a ciò si mischieranno le abilità uniche delle classi dei personaggi che avremo schierato in battaglia e tra cure, colpi doppi e spostamenti il fattore strategico inizierà a essere fondamentale.
Oltre alle battaglie 4 contro 4 avremo quelle fra due navi. In questa modalità lo scontro sarà meno complesso sotto al punto di vista tattico ma altrettanto interessante per altri fattori. Per quanto riguarda il combattimento nudo e crudo avremo la possibilità di spendere diversi punti per turno per compiere alcune azioni. Potremo avvicinarci al nostro avversario, allontanarci, usare i talenti della nostra ciurma o attaccare con le varie armi a nostra disposizione. Riposizionarsi è fondamentale dato che ogni arma avrà un determinato range in cui potrà essere utilizzata e avrà effetti differenti. Oltre a ciò i talenti permettono di modificare statistiche evasive e di attacco e addirittura di assaltare la nave avversaria combinando così il combattimento a terra con quello navale.
L’implicazione più interessante del ritrovarsi contro un avversario riguarderà le scelte che dovremo affrontare. Ogni nave infatti apparterrà ad una determinata delegazione e scontrarsi con essa vorrà dire perdere punti reputazione rispetto a quel determinato gruppo. Ciò vorrà dire, ad esempio, non poter fare più rifornimento su alcuni pianeti, non avere accesso al mercato e perdere la fiducia di diversi NPC. Aggiungete alla formula il fatto che le opzioni non sono solo Affronta il nemico o Scappa ma anche paga una tangente per passare indenne, arrenditi perdendo tutti materiali trasportati o ancora infierire sugli avversari prendendogli il carburante, uccidendo i superstiti o accogliendo chi è sopravvissuto e capirete che la complessità del sistema che porta in grembo Star Traders: Frontiers non è assolutamente da sottovalutare.
Stupisce sopra ad ogni altro aspetto come l’elemento gestionale riesca a pervadere ogni aspetto del titolo rendendo di fatto ogni vostra scelta fondamentale. Il feeling non sarà quello di prendere continue decisioni inutili ma di essere il vero comandante di un vascello spaziale con tutte le responsabilità che ne conseguono.
Tanta tanta immaginazine
Sotto il punto di vista estetico va detto che il gioco è molto minimale. Ogni pianeta viene rappresentato da un’artwork e da un paio di immagini della sua superficie e tutto ciò che vedrete non supererà mai le 2 dimensioni. Detto ciò il gioco ha un suo gusto estetico soprattutto per quanto riguarda il look dei personaggi, che trova il suo successo in un’interessante commistione fra estetica tribale e elementi sci-fi, e delle navicelle, che ho trovato sempre ispirato. L’idea generale è che tutto ciò che vedrete a schermo sia una sorta di spunto per permettere alla vostra immaginazione di aumentare ciò che avete davanti agli occhi.
L’approccio generale mi ha ricordato molto quello dei giochi di ruolo in cui illustrazioni, manuali e disegni servono solo a delineare le linee di un mondo molto più vasto tutto da immaginare. E’ un approccio sicuramente superato e che non farà piacere a tutti ma, sia chiaro, il gioco in generale non vuole far felice tutti.
Space Traders: Frontiers è infatti molto difficile sia da approcciare che da giocare per chi non è abituato ai gestionali. Ci sono un’infinità di cose a cui dovrete pensare e, conseguentemente, che potreste sbagliare. Il gioco alle difficoltà più basse punirà soltanto dopo un buon numero di scelte errate facendovi capire lentamente dove state sbagliando e non facendo mai morire i membri della vostra ciurma. Ma la verità è che a questa difficoltà vi godreste il gioco solo per metà. Star Traders: Frontiers dà il meglio di se quando deciderete di implementare il permadeath capace di aggiungere un peso tutto nuovo ad ogni scelta fatta. Certo è che il gioco a volte è veramente troppo punitivo: non sarà raro ad esempio perdere una campagna di decine di ore per una o due scelte sbagliate consecutive che porteranno ad un lento ma inesorabile collasso.
Una grossa pecca del gioco, forse l’unica a parte il comparto grafico che potrebbe non essere di vostro gusto, è la mancanza di tutorial efficaci. Dovrete capire da soli quasi tutte le meccaniche, provando e riprovando. Questo aumenta un po’ troppo il fattore di sfida rendendolo a tratti molto frustrante. Da segnalare anche la presenza della sola lingua inglese che potrebbe non aiutare i giocatori meno abituati.