Sviluppato e pubblicato da Frozen Flame Interactive in sinergia con EastAsiaSoft, A Night on the Farm è una breve avventura a sfondo horror classificabile anche come walking simulator, dove sarai chiamato a risolvere banali puzzle mentre segui il filo di un’avventura inquietante e misteriosa. Noi abbiamo affrontato i segreti di questa stravagante fattoria su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
A Night on the Farm e quella strana sensazione di essere osservati
A Night on the Farm vuole prima di tutto raccontare una storia e lo fa eseguendo alcune scelte non originalissime ma che, tirando le somme, funzionano. Prima di tutto, del protagonista non sappiamo niente: né l’estetica né la voce né il background. Il titolo è in prima persona e le vicende iniziano con la nostra auto in panne e fuori uso e noi lasciati subito da soli, al buio con vicino la co-protagonista assoluta del titolo in esame: la fattoria.
Si tratta di una fattoria apparentemente classica, poco iconica ma che riesce a racchiudere al suo interno un mini mondo tutto da svelare. Un mini mondo che riesce ad attanagliarti con furbizia e a farti sprofondare fino a uno dei finali possibili. Inutile dirlo, tali finali sono l’unico elemento in grado di allungare una longevità generale comunque tarata molto al ribasso tant’è che A Night on the Farm si può concludere in poco più di un’ora.
Nonostante la scarsa durata, l’opera pubblicata da EastAsiaSoft riesce a lasciare il segno grazie a un sapiente utilizzo dell’atmosfera e dei suoni. Seppur indicato come horror, A Night on the Farm non è esattamente classificabile come tale. Non aspettarti creature che ti inseguono o potenziali scontri letali. Eppure, la sensazione di essere osservato è pressocché costante e il buio incessante ti attanaglia e ti porta a muoverti con cautela nonostante la totale assenza di pericoli.
L’intreccio narrativo di A Night on the Farm viene quindi snocciolato principalmente lungo il gameplay da walking simulator, man mano che risolviamo gli enigmi e procediamo verso l’inevitabile fine. Eppure, il gioco aggiunge diverse piccole chicche che mirano ad ampliare la lore del titolo offrendo indizi come briciole e dandoci modo di immaginare cosa sta succedendo (o è successo) in quella dannata fattoria.
Come esplorare la fattoria
A Night on the Farm è un walking simulator con enigmi ambientali molto classici e facili da risolvere. Banalmente si tratta di esplorare bene l’ambiente, interagire un po’ con tutto, scovare oggetti utili, raccoglierli in un pratico inventario e utilizzarli nel luogo giusto. La struttura ludica non sorprende ma si piega bene al volere della narrazione, mutando lentamente e cercando nella sua durata, seppur breve, di offrire un’esperienza discretamente varia e sempre abbastanza gradevole.
Il gioco presta comunque il fianco ad alcune critiche come una telecamera non sempre perfetta soprattutto in alcuni momenti (che non approfondiamo per evitare spoiler). Anche i sottotitoli, specialmente nella modalità portatile, diventano quasi illeggibili in quanto mal riproposti (e ci riferiamo, nel dettaglio, in particolar modo alla trascrizione dei file audio).
Altro elemento leggermente ostico è il buio. A Night on the Farm è un titolo divorato dall’oscurità e, nonostante la presenza di una torcia, ci saranno più di una situazione dove potresti arrancare alla cieca. Tra tutti c’è un momento nei campi di grano dove il titolo riesce realmente a smarrirti con una semplicità disarmante. In questo caso, se alcuni potrebbero trovare irritante l’idea di perdersi, noi l’abbiamo apprezzata, riuscendo ad alimentare la sensazione di smarrimento e isolamento e il relativo terrore di essere rimasti bloccati tra spighe di grano con rumori circostanziali che lasciano presagire il peggio.
Ancora una volta quindi, è l’atmosfera generale di A Night on the Farm che emerge e riesce ad ammantare e a far accettare le innegabili incertezze tecniche del gioco. Un gioco che merita di essere vissuto ma che ludicamente si rannicchia su se stesso in modo timido e senza riuscire a osare e a sfruttare a dovere le proprie potenzialità.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, A Night on the Farm si inserisce nella trafila di titoli low-poly che provano a rievocare i tempi nostalgici della prima PlayStation e degli anni 2000 in generale. Un po’ come Under the Warehouse (di cui puoi leggere la nostra recensione), anche l’opera in analisi maschera la povertà di dettagli dietro palette di colore monocromatiche sfruttando poligoni un po’ spigolosi ma che regalano un impatto generale funzionale e coerente.
Nel caso di A Night on the Farm la pochezza estetica e il ritardo della comparsa degli elementi a schermo è ancora più furbamente ammantata dal già citato abuso di oscurità visiva che aggiunge anche un filtro che incute il giusto timore verso l’ignoto e ciò che non si riesce bene a distinguere. Di contraccolpo però, non sempre tutti gli oggetti sono facilmente individuabili e questo porta artificiosamente a ricerche lunghe e scomode.
Il sonoro, invece, si distingue più che per le tracce audio, per l’utilizzo delle sonorità che riescono a dimostrarsi coerenti con l’ambiente e ad alimentare una certa inquietudine generale. Infine, A Night on the Farm è orfano dei sottotitoli in lingua italiana andando a intaccare la lore dei collazionabili composto prevalentemente da testi scritti.