Activision Blizzard: le cose si complicano. Durante tutta l’estate, la causa di Activision Blizzard ci ha tenuto compagnia nella maniera più sbagliata possibile e sembra proprio che voglia continuare anche per tutto l’autunno. La causa sprofonda e il vaso di Pandora è stato scoperchiato: cosa è successo, questa volta? Niente di più semplice: Activision Blizzard pare aver violato i diritti dei propri dipendenti.
Cosa c’è di strano? Effettivamente sono cose che già sapevamo, ma questa volta è diverso. A far partire le pratiche non è stato il DFEH (California Department of Fair Employment and Housing), ma A Better Activision Blizzard King(A Better ABK): collettivo di persone che lavorano in Activision Blizzard, nato per sistemare e migliorare la situazione negativa all’interno dell’azienda.
In poche parole: si aggiungono pezzi a un puzzle oscuro e mefitico; le testimonianze di A Better Activision Blizzard King sono state riportate su un documento affiancato dal National Labor Relations Board e le descrizioni sono abbastanza agghiaccianti. Parliamo di azioni nocive verso i proprio dipendenti.
Pare che l’azienda abbia sorvegliato i lavoratori a proprio carico violando i loro diritti e la loro privacy, abbia svolto interrogatori non autorizzati e tutto ciò ha portato anche a fare dichiarazioni coercitive. Da dove proviene questo comportamento? A quanto pare, dai piani alti dell’azienda.
Activision Blizzard: ancora nei guai e, questa volta, la passerà molto male
Per i piani alti intendiamo coloro che stanno in cima alla piramide, ovviamente. Nel documento aperto da A Better Activision Blizzard King (A Better ABK) esiste la richiesta di eliminare le “forced arbitration”, cioé una nota sul proprio contratto di lavoro che stabilisce come devono venir discusse i problemi legali dell’azienda o dei lavoratori. E cioè in modo arbitrato all’interno della struttura.
Ciò ha portato a non mettere subito alla luce i vari casi di molestie ricevute sul posto di lavoro. E cosa comporta questa nuova accusa? Il 10 settembre è stata aperta la nuova inchiesta e se andasse a buon fine, farebbe da precedente non solo per le aziende come il noto publisher, ma a tutti gli Stati Uniti.
“Il management di Activision Blizzard sta usando tattiche coercitive per tentare di impedire ai suoi dipendenti di esercitare i loro diritti di unione sindacale e chiedere un posto di lavoro più equo, sostenibile e diversificato. È loro diritto come lavoratori organizzarsi per un ambiente di lavoro libero da abusi, discriminazione e molestie sessuali, e questo diritto è protetto dalla legge federale sul lavoro” è questo che viene scritto da Communications Workers of America (CWA) in collaborazione con A Better ABK e National Labour Review Board.