Activision Blizzard riceve una nuova, brutta, notizia e riguarda la partnership con il gruppo no-profit Girls Who Code il cui obiettivo è quello di ridurre la differenza tra uomo e donna nel mondo dell’industria videoludica. Il contratto tra le due parti iniziò nel lontano 2018 e, adesso, sembra essere giunto al termine.
“La nostra priorità è e sarà sempre quella di difendere le donne e altri gruppi sottorappresentati nel mondo della tecnologia e garantire loro il supporto e la stabilità di cui hanno bisogno per crescere attivamente nel mentre perseguono una carriera nell’informatica. Le notizie su Activision dimostrano che le nostre priorità sono fondamentalmente disallineate. Non possiamo in buona coscienza continuare a lavorare con un’azienda così antitetica ai nostri valori” ha dichiarato Girls Who Code per poter far luce su quanto sta accadendo.
In conclusione è stato espressamente detto che l’azienda incriminata ha superato ogni limiti possibile e immaginabile, tanto da rinunciare al contratto con loro. Questo avvenimento sta accadendo dopo che Jim Ryan, CEO di Sony, ha dimostrato di essere estremamente contrariato dalle azioni mosse dalla software house e dalle accuse riportate sul Wall Street Journal verso il CEO della società statunitense.
Activision Blizzard riuscirà a rimettersi in piedi?
Questa è la domanda principale che la community videoludica si sta facendo in queste ore. Ti ricordiamo che la petizione per far dimettere Bobby Kotick, CEO della società, è ancora in corso e che attualmente sta vedendo ben 13.000 firme da parte dei dipendenti. Un numero altissimo che rischia di diventare il triplo nel giro di poco tempo.
Oltre a quanto detto, Phil Spencer (vicepresidente del settore gaming di Microsoft) si è dimostrato essere concorde con ciò che il CEO di Sony avrebbe dichiarato qualche giorno addietro; non solo, perché questo porterà lo stesso Phil a prendere una decisione molto importante e che riguarda, ovviamente, il legame tra Microsoft e Activision. Specialmente dopo la risposta ricevuta da quest’ultimi poche ore dopo, che mette la software house ancora di più sotto la lente d’ingrandimento.
“Rispettiamo tutti i feedback ricevuti dai nostri partner e vogliamo lavorare per assicurare ai nostri dipendenti un luogo di lavoro sicuro ed inclusivo”.