L’industria videoludica sta vivendo la sua miglior era in termini di successo, popolarità e reddito, tuttavia questo non corrisponde alla realtà che vivono molti lavoratori del settore i quali stanno passando un vero inferno. Questa situazione non è più sostenibile ed almeno negli Stati Uniti è cominciata una grande sindacalizzazione volta a migliorare la qualità di vita dei lavoratori, questo però non è ben visto da tutte le aziende come nel caso di Activision Blizzard.
Activision Blizzard: una dittatura
Secondo le informazioni del Communications Workers of America (CWA), Activision Blizzard ha creato le condizioni necessarie per corrompere il voto dei lavoratori dello studio Proletariat , i quali dovevano tramite la votazione formare il loro sindacato. Secondo l’organizzazione che rappresenta gli interessi sindacali tutto ciò è merito dalle azioni del capo dello studio: “Sfortunatamente il CEO di Proletariat Seth Sivak ha scelto di seguire Activision Blizzard attuando con i lavoratori tattiche conflittuali. Come molti CEO interpretano le preoccupazioni dei lavoratori come un attacco personale, perciò ha tenuto una serie di riunioni che hanno demoralizzato e depotenziato il gruppo rendendo impossibile un’elezione libera ed equa.
Secondo Dustin Yost, un ingegnere software di Proletariat, il CEO dello studio ha trasformato gli incontri con i lavoratori in una questione personale e li ha accusati di tradimento, cercando di generare sentimenti contrastanti tra i dipendenti in modo che esitassero a formare un sindacato o a stabilirsi direttamente con la leadership dello studio. Sfortunatamente questo ha causato una divisione tra i dipendenti e alla fine è stato deciso di annullare l’elezione che avrebbe portato al terzo sindacato di Activision Blizzard.
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