Activision Blizzard ha già accusato vari colpi critici durante l’accusa mossa dal DFEH della California (Departmen of Fair Employment and Housing), ma adesso la situazione sta peggiorando ancora di più. I nuovi problemi derivano dal fatto che, a causa delle testimonianze fatte dai dipendenti e dagli ex lavoratori dell’azienda, Activision Blizzard ha un calo sul fatturato. Non solo: anche le domande di lavoro sono praticamente al minimo storico.
https://twitter.com/valentine_irl/status/1427654413498257408
Questi nuovi dati hanno fatto scattare l’allarme dei rectuiter che, invece di parlare con l’azienda per trovare una soluzione, hanno iniziato a protestare contro gli stessi dipendenti. A quanto pare, secondo loro, è proprio colpa delle testimonianze fatte e il merito va ai lavoratori ancora presenti nella struttura.
Il nuovo comportamento è stato lanciato sui vari social, primo fra tutti attraverso Twitter, anche grazie a Valentine Powell, UI Engineer di Activision Blizzard. Valentine avrebbe “denunciato” questi comportamenti portandone uno specifico allo scoperto, dove un recruiter ha intimato i lavoratori di Activision Blizzard (ABK) che stanno protestando per essere meno chiassosi. Meno protestanti. Meno tutto.
Activision Blizzard ha un ambiente di lavoro sbagliato? Puoi chiedere un ambiente migliore senza urlarlo ai quattro venti
“Ciao Jessica, sono un recruiter. Alcuni degli articoli che stai condividendo stanno spaventando i candidati. ;-P Potresti condividere invece cosa stiamo facendo come azienda per eliminare questi comportamenti tossici?”
Quella che hai appena letto è solo una parte di una lettera mandata da un recruiter a Jessica Gonzales, dipendente dell’azienda che pubblica costantemente sui social contenuti e pareri personali su tutta questa grande vicenda. In poche parole: vuoi chiedere dei miglioramenti? Va bene, ma fallo in silenzio.
https://twitter.com/BlizzJess/status/1427653735082172421
La nuova problematica ha spaccato a metà i dipendenti di Activision Blizzard, tra chi manda commenti di supporto sui social e chi risponde che, forse, i recruiter tutti i torti non li hanno; dove sta la cosa giusta da fare, quindi? Un po’ nel mezzo, come in tutte le situazioni del genere. É vero che un ambiente di lavoro problematico va assolutamente fatto notare, specialmente se ci sono state molestie sessuali e varie discriminazioni.
Nella lettera rivolta a Jessica viene mostrata una semplice soluzione: quella di non pubblicare solo gli errori mostruosi dell’azienda, ma anche i miglioramenti che stanno apportando. E noi seguiremo questo esempio, sperando per tutti i dipendenti che siano miglioramenti reali e non altro di molto meno serio.