Activision Blizzard è un’azienda enorme e nel corso degli anni ha avuto diverse difficoltà a gestire sia le sue produzioni che il suo personale. Uno dei suoi inciampi più grossi sono le accuse di molestie sul posto di lavoro, che sembrano aver recentemente trovato una parziale risoluzione. Activision Blizzard ha infatti accettato di pagare più di 50 milioni di dollari per risolvere una causa per discriminazione sessuale risalente al 2021.
La notizia è stata inizialmente data tramite il Wall Street Journal e si è poi diffusa nella stampa specializzata. La distribuzione di questa somma dovrebbe essere la seguente: 46 milioni per tutti i lavoratori che sono stati retribuiti in maniera iniqua e 9 milioni per le spese legali. Sembra che Activision Blizzard abbia pagato a caro prezzo questo processo legale, anche se quando si parla di multinazionali così importanti è difficile capire se siano davvero danneggiate da cifre così irrisorie rispetto al loro valore di mercato.
L’azienda si è anche impegnata a migliorare la situazione riguardo alle retribuzioni e rispetto alle molestie in futuro. L’investigazione ha inoltre comprovato che questo non è un problema sistematico all’interno dell’azienda e che Bobby Kotick, CEO di Activision Blizzard, e il suo consiglio di amministrazione erano ignoranti della situazione o comunque non favorevoli. Sperando che tutto questo porti ad un cambiamento nel corso degli anni, adesso l’azienda deve pensare al futuro.
Blizzard si trovava in cattive acque ben prima del suo acquisto da parte di Activision, e nonostante queste aziende valgono miliardi di dollari, molti dei loro franchise si sono rivelati problematici negli ultimi anni. Un ottimo esempio di questo è Overwatch, uno dei titoli di punta di Blizzard, che da uno dei titoli più importanti degli ultimi anni è passato ad essere una grossa delusione a causa del poco supporto e della debole uscita del secondo capitolo.