Activision Blizzard non si è mai espressa in merito alla causa legale avviata dal DFEH (California Department of Fair Employment and Housing) a seguito delle accuse di molestie sessuali e discriminazione. A quanto pare, però, è giunto il momento di farsi avanti e a parlare è proprio il capo dell’azienda: Bobby Kotick.
In realtà non è stato il solo a dire la propria, in quanto ha avuto l’appoggio di altri dirigenti senior parlando, così, a nome di tutti loro. Come mai ha preso la decisione di parlare proprio adesso?
A inizio del mese di agosto è stato rilasciato il report finanziario del secondo trimestre del 2021 e Activision Blizzard ha bisogno di investitori ora più che mai. Per farlo, il capo dell’azienda ha voluto mettere subito in chiaro una questione importante: non c’è posto per la discriminazione, molestie o disparità di genere da nessuna parte.
“Apprezziamo molto i dipendenti attuali ed ex dipendenti che si sono fatti avanti con coraggio negli ultimi giorni e voglio ribadire gli impegni che abbiamo preso con voi. Il nostro ambiente lavorativo, ovunque qua dentro, non consentirà discriminazioni, molestie o disparità di genere. Saremo l’azienda che darà l’esempio nel nostro settore”.
Bobby Kotick continua il proprio monologo: “Inoltre continueremo a indagare su ogni singolo reclamo che riceveremo”. Che sia veramente arrivato il punto di svolta che tutti stavamo aspettando? Mai dire mai, specialmente per le promesse che Kotick ha fatto in merito a questa questione abbastanza pungente. Verranno introdotte misure drastiche e decisive per risolvere ogni tipo di problema.
Ciò comporterà licenziamenti tra dipendenti problematici, manager o leader. Come detto prima: nessuna distinzione né di genere né di ruolo.
Activision Blizzard è pronta, seriamente, a migliorare?
Sono in molti a storcere ancora il naso sul comportamento di Activision Blizzard, specialmente per l’annuncio dei co-leader Jen Oneal e Mike Ybarra che non saranno dei capi a tutti gli effetti. Il loro ruolo sarà minore, lasciando a Bobby Kotick tutto l’incarico e il peso sulle spalle. Molti utenti che stanno seguendo l’intera vicenda hanno paragonato questa decisione a qualcosa di tossico, non incline alla buona volontà detta a parole.
É vero anche che ci vorrà del tempo per vedere i veri risultati. Lo stesso Bobby lo rileva durante la dichiarazione agli investitori: “Negli ultimi anni abbiamo avuto cambiamenti significativi per affrontare la cultura aziendale, per riflettere una maggiore diversità all’interno dei nostri team e per segnalare qualsiasi tipo di cattiva condotta.”
Questo solo negli ultimi anni e chissà, quindi, cosa accadrà in futuro. “Avete il mio fermo impegno a continuare a concentrarci sul servizio per i nostri giocatori e a fornire la crescita sostenibile che vi aspettate”.
Activision Blizzard ha già assunto uno studio legale esterno per poter revisionare sia la loro politica interna che le varie segnalazioni portate dai dipendenti e da qualsiasi altra persona all’interno dell’azienda. Anche qua, però, sono state mosse varie critiche; lo studio legale è WilmerHale, già noto all’azienda videoludica per una stretta amicizia e sono in molti ad avere dubbi sulla loro imparzialità a riguardo.
E proprio per questo, i dipendenti che hanno già scioperato stanno richiedendo ancora una volta a gran voce che le richieste fatte vengano rispettate o che ci sia un punto d’incontro comune. A rendere nota la notizia sono stati i nostri colleghi di IGN, che hanno pubblicato la lettera spedita il 2 agosto 2021 sotto il nome di ABK Workers Alliance: il gruppo dei dipendenti coinvolti.
Nella lettera viene dichiarato il rifiuto verso WilmerHale con varie spiegazioni, tra cui il conflitto d’interessi e lo stretto rapporto tra lo studio legale e Frances Townsend; ovviamente tutto ciò non porterà a tutelare i dipendenti, secondo ABK Workers Alliance, e per questo motivo viene ribadito come sia cruciare la loro tutela, dei meeting collettivi e di come possa essere una cosa buona e giusta saperli ascoltare.