Advance Wars è senza dubbio uno dei titoli che, assieme a Pokémon Smeraldo, ricordo con più affetto in assoluto dell’epoca Game Boy Advance: ricorda che da piccolo mi piaceva pensare di avere la potenza di un intero esercito nel palmo della mia mano, ed è probabilmente uno dei motivi per il quale ancora oggi amo incondizionatamente gli strategici a turni.
Approcciandomi alla recensione della sua remaster per Nintendo Switch, temevo che lo spirito da fanboy dei bei tempi andati avrebbe potuto offuscare il giudizio facendomi ignorare alcuni difetti della produzione, e invece no: Advance Wars 1+2 Re-Boot Camp, pacchetto di remake che racchiude i primi due capitoli della serie (quindi proprio i due pubblicati su Game Boy Advance), prende praticamente tutto dall’originale e ci regala un prodotto di qualità, ma proprio perché alla base ha due titoli con una storia ventennale, ma su cui non sembra essere passata nemmeno l’ombra di un giorno!
Prima di cominciare con la recensione, è però opportuno parlare degli eventi che hanno portato a un rinvio del gioco durato oltre un anno, facendo presagire che questa pubblicazione non fosse nata assolutamente sotto una buona stella. Questo remake infatti avrebbe dovuto vedere la luce inizialmente l’8 aprile del 2022, ma a causa del conflitto tra Ucraina e Russia in corso e delle tematiche belliche che sono il fulcro di Advance Wars, si è preferito rimandare un lancio che sarebbe sembrato davvero indelicato in quel preciso periodo storico. Abbiamo quindi dovuto attendere fino al 21 aprile 2023 per vedere il remake sbarcare in esclusiva su Nintendo Switch.
In effetti, rigiocando già le prime battute del primo Advance Wars si nota quanto alcuni personaggi siano fortemente stereotipati e richiamino apertamente il regime comunista russo (la stereotipia nelle riproposizioni di vecchie glorie videoludiche è un tema che di recente abbiamo trattato anche nella recensione della Mega Man Battle Network Legacy Collection), a conti fatti credo che sia stata più la volontà di non snaturare alcuni personaggi a far desistere dal lancio, piuttosto che la rappresentazione bellica sempre talmente caricaturale e sopra le righe da riuscire difficilmente a urtare la sensibilità di qualcuno.
Bando alle ciance però, e tuffiamoci subito nella recensione di Advance Wars 1+2 Re-Boot Camp, un capolavoro di altri tempi che torna in forma smagliante a mettere alla prova le tue doti da grande stratega militare!
War never changes!
La trama dei primi due Advance Wars è senza alcun dubbio quanto di più anni ’90 possa esserci, in fondo Adwance Wars 1 e 2 sono usciti rispettivamente nel 2001 e 2003 e sono pertanto figli ed eredi del decennio che li ha preceduti, e se il gameplay si rivela ancora oggi modernissimo e al passo coi tempi, la trama invece è davvero figlia del suo tempo, ma non per questo risulta sgradevole e anzi farà la gioia dei nostalgici cresciuti proprio in quegli anni.
Nel primo Advance Wars faremo la conoscenza di Andy, un ufficiale comandante dell’esercito Orange Star, una delle quattro fazioni di Cosmolandia. I quattro eserciti delle nazioni che compongono il continente, ovvero, oltre a Orange Star, Blue Moon, Yellow Comet e Green Earth, mantengono ormai da tempo una pace duratura, almeno finché Olaf, ufficiale di Blue Moon, non attacca Orange Star senza apparente motivo.
La trama ci vedrà quindi seguire l’ascesa di Andy che, accompagnato dai suoi fidi alleati Sami e Max, dovrà far luce sul perché gli altri eserciti stiano puntando i loro cannoni contro Orange Star. Non voglio andare oltre per evitare spoiler, ma sappi che quando dicevo che la trama è figlia degli anni ’90 non esageravo affatto e andando avanti capirai perché data la quantità di cliché e situazioni che arrivano direttamente da quel decennio (e con qualche strizzata d’occhio con una serie affine nello spirito ad Advance Wars, ovvero Metal Slug).
E sempre a proposito di anni ’90, la trama di Advance Wars 2: Black Hole Rising è un sequel che aderisce perfettamente ai seguiti di quegli anni: tutto più in grande e con grandi ritorni. Non è un caso se il secondo capitolo sarà accessibile solo dopo aver portato a termine la campagna del primo, la sua trama infatti comincia propria dove termina la precedente.
In Black Hole Rising vedremo la scena spostarsi da Cosmolandia a Macrolandia, tuttavia gli equilibri delle forze in gioco saranno cambiati radicalmente. In questo secondo capitolo infatti vediamo il ritorno del villain del primo, e una volta risolte le incomprensioni degli eventi precedenti, i nemici di un tempo diverranno ora preziosi alleati col quale fronteggiare nuove minacce. Anche in questo caso preferisco non proseguire oltre dal momento che, per quanto scontata e già vista (e anche un po’ pretestuosa e accessoria), la narrazione di entrambi i titoli si rivela particolarmente godibile.
Come già anticipato, i personaggi si rivelano abbastanza stereotipati (e anche in questo caso figli dei loro tempi), eppure ho trovato tutti ben caratterizzati e in linea coi propri ruoli, una stereotipia dovuta anche al gameplay, dal momento che ogni Comandante avrà un’abilità speciale che caratterizza lui e il suo esercito. Ho trovato particolarmente piacevole anche il modo in cui viene trattata la dinamica della guerra, soprattutto in tempi moderni si tratta di una tematica parecchio delicata e in Advance Wars viene vista in maniera quasi spensierata, ma non per questo sminuita o sottovalutata.
Giochiamo a fare la guerra?
Per quanto riguarda il gameplay, non mi stanco di ripetere quanto in vent’anni i primi due Advance Wars non abbiano minimamente subito i segni del tempo! Di base, la serie presenta un gameplay da strategico a turni nel quale una volta schierato il nostro esercito dovremo dare battaglia alle truppe avversarie. A parte qualche sporadica eccezione, ci porteremo a casa la vittoria in due modi: conquistando il QG avversario (posto sempre dalla parte opposta della mappa rispetto al nostro), oppure eliminare la totalità delle forze avversarie.
Per farlo, avremo unità che variano di missione in missione e dovremo quindi ogni volta escogitare una strategia nuova per prevalere sugli avversari: fanteria, fanteria pesante, mezzi di terra, di mare, d’aria, contraeree, mezzi di trasporto e chi più ne ha più ne metta! La varietà delle unità che potremo schierare in campo è incredibile e ogni singola tipologia di unità avrà le proprie caratteristiche uniche di movimento e attacco che ci permetteranno di elaborare strategie diverse con le quali potremo avere la meglio sui nemici.
A rendere il tutto ancora più vario e complesso ci penseranno le stesse mappe di gioco che presenteranno conformazioni e condizioni sempre diverse tar loro: le varie unità si muoveranno in modo diverso a seconda che si trovino ad attraversare una strada asfaltata, sterrata, una foresta, un corso d’acqua o una zona montuosa; ovviamente, sarà fondamentale comprendere e sfruttare le caratteristiche di ogni singola tipologia di terreno. Per esempio, le alture ci daranno vantaggio strategico nelle fasi d’attacco, mentre le foreste ci garantiranno copertura.
A rendere ancora più complessa la situazione ci penseranno le condizioni ambientali: la nebbia potrà celare alla vista le unità nemiche che potranno quindi tenderci delle imboscate, mentre la pioggia o la neve andranno a rallentare i movimenti delle unità in campo che si muovono via terra. Alcuni eserciti però si comporteranno in maniera differente rispetto alle altre e questo dipende dal Comandante che le guida.
Ogni Comandante infatti disporrà di particolari abilità passive e attive chiamate Virtù: prendiamo ad esempio il già citato Olaf (primo Comandante di Blue Moon che affronteremo), il suo esercito potrà muoversi nella neve ignorando i malus dovuti a questa condizione, e la sua Virtù (un’abilità speciale che si caricherà di turno in turno) scatenerà una tormenta di neve che andrà quindi a limitare i movimenti nemici senza inficiare sui propri.
Tutte queste variabili ti avranno già fatto intuire come Advance Wars 1+2 Re-Boot Camp racchiuda al suo interno due titoli dal gameplay estremamente profondo e complesso, complessità che si riflette anche sull’elevata difficoltà, tuttavia il remake pensa davvero a tutti i giocatori! Se i titoli originali non facevano sconti a nessuno, questo nuovo adattamento cerca di includere anche giocatori meno avvezzi al genere grazie a un livello di difficoltà inferiore. Non c’è però da abbassare la guardia: qualunque sia il livello di difficoltà, ogni turno se gestito male potrebbe portare alla sconfitta.
La grande varietà del gameplay si riflette anche nelle modalità di gioco, che forniranno al giocatore esperienze dal sapore decisamente diverso da quello della campagna principale: anzitutto, avremo un ricchissimo editor delle mappe col quale potremo creare i nostri campi di battaglia personalizzati che potremo utilizzare nelle sfide online (di cui parleremo a breve); non mancano poi le sfide, delle particolari battaglie che si distaccano dalla campagna principale e in cui avremo più libertà d’approccio nell’organizzazione e gestione delle truppe, mettendo così a frutto quanto imparato durante la campagna.
Infine, come già accennato, è presente un inedito comparto online che ci permetterà di muovere guerra contro giocatori di tutto il mondo, senza dubbio la parte più stimolante dell’intera produzione: se è vero che le IA di campagna e sfide offriranno sempre un ottimo livello di sfida, è anche vero che combattere contro altri giocatori e affrontare l’imprevedibilità delle loro strategie è incredibilmente più stimolante e divertente!
Tra una battaglia e l’altra poi potremo anche fare una capatina nel Negozio di Hachi, un simpaticissimo veterano che farà da memoria storica della serie, nel suo shop infatti potremmo acquistare tramite Monete Advance sia nuove UC (i Comandanti a cui facevo riferimento prima) da utilizzare nelle sfide e online, che elementi che faranno la gioia di appassionati e veterani della serie come illustrazioni e colonne sonore che ci permetteranno di mettere in piedi un vero e proprio memoriale dei primi due Advance Wars, una vera chicca per appassionati e nuovi arrivati che non dovrebbe mai mancare in un remake del genere.
Comparto tecnico: la guerra più colorata di sempre!
Come già accennato in precedenza, la tematica della guerra viene trattata sì in maniera rispettosa, ma anche molto più leggera rispetto a videogiochi che si concentrano sulla stessa tematica come i sempiterni Call of Duty e Battlefield; se Advance Wars 1+2 Re-Boot Camp riesce in quest’operazione di “alleggerimento” delle tematiche è anche grazie a uno stile grafico molto distante dall’immaginario bellico classico, ma che si sposa alla perfezione con i toni scanzonati dell’opera.
Graficamente infatti, all’originale grafica pixellosa (funzionale, ma imposta anche dall’hardware su cui i titoli dovevano girare) ne sostituisce una molto più in stile cartoon con mezzi bellici e truppe dai tratti particolarmente tondeggianti e con tratti leggermente deformed: ci sembrerà di tornare bambini e di immaginare una guerra fatta con eserciti composti dai nostri pupazzini preferiti, sensazione che verrà anche alimentata dal fatto che le stesse arene di combattimento sembreranno dei piccoli diorami, dei campi di battaglia in miniatura piuttosto che veri e propri terreni di guerra. A impreziosire il tutto ci pensano poi dei colori accesissimi e un leggerissimo effetto bokeh che ricordano tantissimo il remake di The Legend of Zelda: Link’s Awakening.
Un po’ meno ispirato il comparto sonoro, non perché esso risulti spiacevole (anzi!), quanto piuttosto perché non mostra la stessa cura riversata in quello grafico: abbiamo sicuramente a che fare con una colonna sonora piacevole, ma che si limita a fare il suo compitino di accompagnamento, quando invece nei momenti più intensi potrebbe sicuramente lasciarsi andare a qualche fanfara dai toni epici. Piccola nota di merito però va al doppiaggio in italiano: ci saranno diversi dialoghi nel corso del gioco, e sebbene essi non siano stati interamente doppiati, è comunque un piacere sentire un voice casting azzeccato per praticamente ogni personaggio del gioco.
In definitiva, Advance Wars 1+2 Re-Boot Camp è l’ennesima vecchia gloria che torna a risplendere su Nintendo Switch, riconfermando una strategia vincente da parte della casa della grande N. Una coppia di titoli in un pacchetto unico che, nonostante i vent’anni che si portano sulle spalle, si rivelano estremamente a fuoco e moderni a livello di gameplay, e possono godere di un comparto tecnico in controtendenza con le tematiche proposte, ma decisamente riuscito.