Le avventure circensi del pipistrello acrobata nato dalle menti di Iguana Entertainment non si fermano con la riedizione del primo capitolo della serie, della quale parliamo in maniera approfondita nella nostra recensione, ma proseguono con nuove riproposizioni nel corso dell’intera stagione autunnale 2024: è infatti arrivato il momento di parlare di Aero the Acro-Bat 2.
Quella del piccolo acrobata dalle grandi orecchie è infatti una serie che, nel corso degli anni, ha saputo evolversi e smussare quelli che erano i maggiori difetti che abbiamo riscontrato nel capostipite. In questa recensione faremo una valutazione della versione per Nintendo Switch del gioco.
Vecchi nemici, nuove avventure
La storia di Aero the Acro-Bat 2 riprende da dove ci eravamo lasciati con il primo episodio: dopo essere riuscito a sventare i piani di Edgar Ektor, Aero decide di indagare sul museo degli orrori gestito dal malvagio. All’interno della struttura, rinviene una strana cassa da mago che, una volta cadutoci dentro, lo fa precipitare in un nuovo mondo misterioso controllato segretamente da Ektor, non ancora sconfitto definitivamente. Ancora una volta, quindi, Aero dovrà attraversare un mondo di pericoli per salvare la sua casa.
Il platform uscito originariamente su Super Nintendo non si contraddistingue certo per la sua trama intricata: come da prassi per il genere platform, infatti, questa serve fondamentalmente da introduzione al mondo di gioco. Aero the Acro-Bat 2 prendere distanze dal predecessore proprio grazie all’espediente narrativo della cassa magica: questo permette infatti al gioco di elaborare ambientazioni di vario genere producendo una varietà che mancava nel primo capitolo della serie. Questo è certamente uno dei punti a favore del sequel del titolo del 1993.
Il clue di Aero the Acro-Bat 2: la varietà
Altro elemento che rende Aero di Acro-Bat 2 un titolo di maggiore espansione rispetto al suo predecessore è la varietà di situazioni nel gameplay: oltre al conseguimento di livelli lineari, infatti, ci troviamo di fronte ad un ventaglio più ampio di possibilità grazie ai “livelli attrazione” e ai giochini di intermezzo tra i livelli di gioco. Ciò permette al titolo di diventare particolarmente scorrevole e divertente, così da far letteralmente volare le 5 ore previste per il suo completamento.
Il titolo riesce quindi nell’intento di fuoriuscire dallo schema eccessivamente statico che aveva caratterizzato il capostipite della serie, trasformando la nostra breve ma significativa avventura in un vero e proprio circo di possibilità e azioni semplici ma divertenti da portare a termine.
Per quanto riguarda il gameplay, Aero 2 è caratterizzato da una struttura di base simile a quella del primo capitolo della serie: il nostro pipistrello si può muovere in tutte le direzioni, effettuare salti e planate. Le planate, rispetto a quanto visto con la riproposizione del primo capitolo, risultano però essere meglio bilanciate. Intendiamoci, la differenza tra farsi colpire e colpire i nemici mentre si scende in picchiata è ancora piuttosto labile, ma il controllo dei salti e dei movimenti del pipistrello avviene in modo decisamente più pulito.
Il fascino del mondo circense
La rinnovata varietà di ambientazioni visibili all’interno del gioco ha permesso ad Aero the Acro-Bat 2 di tirare fuori un ulteriore aspetto del suo potenziale sopito: all’interno del titolo sono presenti scenari colorati, ben caratterizzati e artisticamente interessanti. Le scelte cromatiche e le ombreggiature, oltre ad elementi di gioco quale il character design dei nemici, raggiungono vette per la serie che non possono che essere degne di elogio: portando una maggiore varietà su schermo, abbiamo potuto scoprire un universo circense colorato che sa dire il fatto suo con un gran bel carattere.
Facendo chiaramente riferimento al fatto che stiamo trattando di un gioco nato per Super Nintendo che in questo lavoro di trasposizione non ha visto rivoluzioni sotto il punto di vista grafico (anche se una piccola revisione di alcuni elementi non sarebbe guastata, vedasi le proporzioni dello schermo), risulta quasi superfluo sottolineare l’assenza di problemi relativi al frame rate o al lag: il titolo funziona in maniera pulita e fluida sia nella modalità docked che nella modalità portatile di Nintendo Switch.