In un periodo dove le tematiche ambientali sono sotto l’occhio di tutti, lo sviluppatore Piccolo e il publisher Private Division, ci portano After Us, un titolo platform che ha come intento la trasmissione di un forte messaggio ecologista. Se da una parte riesce nell’obbiettivo, visto che il tema viene mandato in maniera neanche troppo velata al giocatore, lo stesso non si può dire del gameplay e dell’intrattenimento complessivo, visto che ci sono tanti punti in cui si poteva fare di più soprattutto a livello di caratterizzazione del personaggio, di precisione nei controlli e di varietà nel gameplay. Ma andiamo per gradi.
Un personaggio poco espressivo
In After Us, interpreterai Gaia, un giovane spirito incaricato di cercare e recuperare le anime degli ultimi esseri viventi sulla Terra. Tra di essi si saranno creature come l’ultimo cane che ha patito la fame, oppure un aquila rinchiusa in gabbia e poi spennata, o anche una balena arpionata. Tutti questi incontri sono particolarmente toccanti e cercano di sottolineare la crudeltà umana.
Parallelamente, si sviluppa anche una trama contemporanea che purtroppo non riesce a suscitare l’interesse giusto soprattutto per colpa del personaggio di Gaia la quale nella maggior parte del tempo rimarrà in silenzio e mostrerà solo sporadicamente qualche segno di emozione sembrando che osservi il mondo circostante con passività.
Tuttavia, è la storia del passato della Terra, che viene svelata durante la ricerca delle anime animali perdute a risultare estremamente affascinante. In più i collezionabili opzionali daranno ulteriori risvolti di storia i quali saranno particolarmente interessanti.
After Us non è un walking simulator, ma un puzzle platform
La missione di Gaia è quella di attraversare otto livelli diversi per liberare gli spiriti degli animali, donando loro nuova energia e ridando vita a quelle parti del mondo. Tuttavia, non si tratta solo di specie minacciate come balene ed elefanti, ma anche cani, maiali e uccelli i quali, anch’essi, si sono estinti improvvisamente.
Nonostante possa sembrare un walking simulator, After Us è in realtà un platform puzzle abbastanza intricato. Il compito di Gaia è evitare letali distese di melma tossica, macchinari fuori controllo e altri pericoli. Per affrontare tali sfide, Gaia dispone di alcune abilità speciali.
Può temporaneamente trasformare un’area avvelenata in un rigoglioso campo di erba e fiori, aprendo così la strada per poter avanzare o raggiungere una determinata piattaforma. Gaia può eseguire salti doppi e correre lungo i muri, oltre a emettere energia spirituale verso punti di luce specifici per aprire porte e scoprire nuove zone.
After Us non prevede combattimenti diretti, quindi non dovrai preoccuparti della resistenza o della salute, né dei meccanismi tipici di un gioco action. Il tuo vero obiettivo sarà di trovare un percorso attraverso il desolato paesaggio, evitando le zone tossiche e godendoti lo scenario circostante. Tuttavia, ci sono molte possibilità per Gaia di perdere la vita, una caduta in una delle pozze tossiche significa morte immediata e il ritorno ad un check point precedente.
Visto che ci troviamo di fronte ad un platform con elementi puzzle, i movimenti in After Us dovrebbero essere assolutamente precisi, purtroppo così non è. Il salto, in particolare, da una sensazione come se stessi controllando un palloncino gonfiato ad elio e questo ostacola la precisione. Nonostante Gaia non disponga di una meccanica di schivata, può scattare o comunque correre velocemente per evitare gli elementi ambientali che cercano di sbarrarle la strada.
I livelli sono progettati in modo interessante e, nonostante l’assenza di una mappa utilizzabile, sono segnalati in modo molto chiaro. Tuttavia, è facile perdersi durante un percorso importante, il che può portare a momenti di frustrazione visto che ti ritroverai a vagare senza meta cercando la strada giusta da percorrere.
Belle le visuali
La caratteristica più impressionante di After Us risiede sicuramente nella sua direzione artistica e nell’atmosfera che riesce a creare. I paesaggi di un mondo futuro soffocato dal decadimento, macchinari rotti e scorie tossiche, sono elementi fatti in maniera molto efficace, nonostante a livello tecnico non siamo di fronte a chissà quale super grafica.
Come detto prima il tema centrale del titolo di Piccolo è il decadimento del pianeta dovuto all’azione dell’uomo, è ovvio che per sottolineare questo aspetto di debbano usare toni cupi per rappresentare il paesaggio, tuttavia tra un livello e l’altro il personaggio farà visita al luogo chiamato, l’Arca. Questo è un mondo particolarmente verde con colori estremamente accesi e da un piacevolissimo cambio di rotta rispetto ai toni dark di cui il titolo è permeato.
La colonna sonora e gli effetti ambientali, siamo sul classico senza infamia e senza lode, visto che le musiche di accompagnamento sono elettroniche, ma abbastanza anonime, mentre gli effetti ambientali risultano quasi ovattati e adatti al trasmettere un senso di solitudine tipico un mondo distrutto.