Sviluppato da Blazing Griffin e pubblicato da Microids, Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case è il nuovo capitolo con protagonista il detective nato dalla famosissima e intramontabile penna di Agatha Christie. Noi abbiamo accompagnato Poirot in una nuova e intrigante serie di misteri su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case – siamo ancora nel passato, signor Poirot
Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case per chi non lo sapesse è il sequel diretto di Agatha Christie – Hercule Poirot: the First Case (qui la nostra recensione) pubblicato per PC e console verso la fine del 2021. La particolarità di “The First Cases” era l’originalità dei misteri da risolvere e il fatto che l’intera narrazione fosse ambientata nei primi anni di attività del noto investigatore baffuto: Hercule Poirot (da cui il titolo, appunto).
Che la figura di Poirot sia ancora attuale e decisamente forte nell’immaginario collettivo non è un segreto, lo stesso cinema sta procedendo con una serie di fortunati film e che vede il carismatico Poirot impersonato da uno strepitoso Kenneth Branagh (e a tal proposito, a breve uscirà il terzo capitolo). Non sorprende quindi vedere una serie di videogiochi incentrati principalmente sul noto investigatore. A sorprendere è però la scelta degli investigatori di allontanarsi dalle storie più famose per azzardare e approfondire la gioventù di Poirot.
Se The First Cases si focalizza principalmente sui primi casi e sui primi passi di Poirot, con tanto di vacillamenti e qualche insicurezza, Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case ci presenta un investigatore già più consapevole delle proprie capacità e della propria bravura (oltre a saper gestire meglio il proprio innaturale intuito). Ma questo secondo capitolo racconta (tra le tante cose) comunque una “prima volta” (tra l’altro ben costruita e diluita nell’arco narrativo) ossia: l’incontro tra Poirot e Arthur Hastings.
Hastings, per chi non lo sapesse, è una sorta di Watson (se vediamo Poirot come una sorta di Sherlock Holmes). Ammettiamo che l’incontro tra i due funziona, si evolve, cattura e intriga anche se la scena principale rimane comunque il canovaccio narrativo composto da filamente intersecati tra loro dove ogni filo è un mistero da svelare. E sì, se te lo stai chiedendo, il mistero di Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case funziona discretamente bene riuscendo a non svelare subito le sue carte anche se qualcosina è inevitabilmente intuibile.
Nel dettaglio, come da titolo, questo nuovo capitolo è ambientato a Londra e vede Poirot impegnato a consegnare un importantissimo dipinto assicurandosi che non gli accada nulla. Il viaggio in nave fungerà da prologo e inizierà già a farci conoscere parte di un cast di personaggi che, ammettiamo, ancora una volta si conferma vario, interessante ed efficace (seppur con inevitabili alti e bassi e qualche cliché tipico del genere).
Comunque, senza svelare troppo della trama principale (vero fiore all’occhiello della produzione) ti basti sapere che il quadro verrà rubato, qualcuno verrà ucciso e la situazione inizierà a degenerare rapidamente e noi, ossia Poirot, ci ritroveremo a dover risolvere una serie di misteri sempre più fitti, ben amalgamati, in una longevità coerente con la media del genere e che in parte coinvolge anche di più rispetto al primo capitolo forte anche del rinnovato e innegabile carisma del protagonista.
Un’avventura grafica rispettosa dei classici
Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case è un’avventura grafica in terza persona con visuale isometrica che ci vedrà vestire i panni del buon Poirot impegnandoci in una serie di scenari (ben elaborati e abbastanza vari) cercando indizi, interrogando sospettati e unendo i vari indizi alla ricerca della verità in un sistema ciclico che ci porterà lungo una trama ancora una volta efficace e coinvolgente (in soldoni: vorrai scoprire cosa è successo davvero e questo in un giallo è sempre la chiave vincente).
Prima di approfondire i dettagli, è bene evidenziare che il titolo segue fedelmente le basi del primo capitolo senza innovare quasi niente. Questo significa che chi ha amato la formula del capitolo precedente oltre a trovarsi a casa avrà tra le mani un titolo più maturo e ridefinito mentre chi non ha apprezzato la formula ludica dell’originale, difficilmente cambierà idea. Ancora una volta, quindi, a fare da protagonista ludico oltre che da chiave di svolta per procedere nella trama, è la mappa mentale.
Questa raccoglie automaticamente tutte le informazioni raccolte dal protagonista, collegandole tra loro e fornendoci una pratica e comoda guida con una panoramica generale dettagliata e che in parte (come anche nel capitolo originale) facilita le investigazioni e le fasi di deduzione e confronti verbali (ossia momenti in cui dovremo dare delle risposte per poter procedere al gradino successivo). Ancora una volta, se i momenti ludici ricordano un po’ i vari videogiochi di Sherlock Holmes e di Ace Attorney, il tutto è comunque unito bene, funziona, diverte ed è immediato.
Bisogna però tenere conto che il ritmo dell’azione sarà dettato dal giocatore stesso, dal suo intuito e dalla sua capacità di esplorazione. Pena il dover andare avanti e indietro (più di quanto richiesto, ovviamente) più volte in più luoghi per parlare con vari personaggi o cercare (o rianalizzare) determinati oggetti. Da segnalare inoltre una delle poche novità del titolo: degli enigmi in prima persona. niente di troppo complesso o originale ma sono una gradita aggiunta che provano a offrire un pizzico di varietà in una formula comunque ben rodata ma che alla lunga potrebbe “stancare”.
Grafica e sonoro
Gli enigmi in prima persona offrono anche la possibilità di notare quanto la grafica di Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case si sia leggermente aggiornata e potenziata. Saremo onesti: non c’è nulla da gridare al miracolo ma gli elementi a schermo sono aumentati e con loro anche la cura al dettaglio. Anche i protagonisti sono più vari e ben caratterizzati (anche se la versione “giovanile” di Hastings e Poirot potrebbero non piacere a tutti.
Buona la varietà delle location con ambientazioni Londinesi credibili ed efficaci, piacevoli da esplorare. Ottimi gli effetti di luce. Buone le animazioni (abbastanza classica). Il sistema di menù e archivi, ancora una volta, è ben curato con approfondimenti e dettagli degni del migliore degli investigatori. Il sonoro si difende molto bene, con effetti credibili e tracce orecchiabili e mai invadenti. Da segnalare che le potenzialità next-gen della console di casa Sony non sono state sfruttate quasi per niente mentre è molto apprezzata la presenza dei sottotitoli in lingua italiana (soprattutto considerando la mole di testi presenti nel titolo).