Akihabara – Feel the Rythm Remixed è un melting-pot tra rythm game e puzzle game (acquistabile su Steam e Nintendo eShop) che – SPOILER! – sfortunatamente non centra l’obiettivo. Un gameplay “remixato” in cui l’impressione è quella di non andare mai realmente a tempo con la musica.
Probabilmente alla JMJ Interactive non hanno proprio la musica nel sangue…
Vuoi scoprire perché? Ho giocato la versione per PC, seguimi! Un passo [di danza?] alla volta.
Tetris, sei tu? – Gameplay
Cercherò di trattenermi e non alludere più del dovuto ad un capostipite del videogame come Tetris, ma – purtroppo – il paragone con il titolo di Pažitnov è l’unico sul quale abbia rimuginato durante l’intera sessione di gioco. Ad un primissimo impatto Akihabara – Feel the Rythm Remixed pare proprio una versione di Tetris for dummies – né più né meno -, più accessibile e indubbiamente meno ostico in late game.
La meccanica di gioco è molto, molto simile al rinomato puzzle game, ma – credimi! – con un gameplay ancor più basilare: un quadro di Tetris dove i mattoncini spawneranno unicamente a coppie, in orizzontale, senza la possibilità di ruotare l’orientamento delle icone (da orizzontale a verticale), ma semplicemente di [s]cambiarle di posto (sinistra – destra o viceversa). Il livello di difficoltà base del gioco – la normal mode, per intenderci – prevede che una volta accostati 4 mattoncini – e non importa in quale ordine, purché il contatto non avvenga in diagonale -, disintegreremo – Tetris docet – l’intero blocco tramite la pressione dell’insolito tasto Control della tastiera. Già. Akihabara – Feel the Rythm Remixed comincia – finalmente! – a distinguersi con una meccanica “originale”, ma premere CTRL non basterà a disfarsi delle icone. Qui entra –FINALMENTE!!! – in gioco il lato “rythm” del titolo: Control andrà, infatti, premuto con il giusto tempismo, dettato dalla sbarra verticale che attraverserà costantemente la schermata di gioco. Non appena la sbarra raggiungerà il bordo di un’icona distruttibile – segnalata da una velata trasparenza – TAP! Sarà quello l’attimo adatto a premere CTRL.
Più saremo precisi, maggiore sarà il nostro punteggio, ovviamente. La bontà della nostra pigiata verrà espressa tramite un giudizio che svarierà dal severo “BAD” al più accettabile “GOOD”, sino ad ottenere la perfezione assoluta indicata da un soddisfacentissimo “PERFECT”. Viaggiare a suon di “GOOD” e “PERFECT” colmerà il nostro Super Charger e una volta full dropperà – tramite la pressione della spacebar – un’icona speciale (un a dir poco anonimo esagono verdognolo) che farà “piazza pulita” del blocco di 3 caselle x 3 caselle sul quale lo posizioneremo. Un power-up DECISAMENTE scadente, a mio modesto parere.
Akihabara – Feel the Rythm Remixed è suddiviso in 3 campagne (Akihabara, Midnight Mix ed Electric Symphony) da giocare tutto d’un fiato, oppure selezionando una tra le – circa – 15 tracce a disposizione per ciascun “album”.
L’ hard mode del gioco che costringe il giocatore ad accostare “addirittura” 5 mattoncini (un grandissimo sforzo! n.d.r.) al posto dei canonici 4, è – quantomeno nella beta che ho avuto tra le mani – inesorabilmente buggata: pur premendo CTRL con precisione maniacale sarà impossibile distruggere un blocco, tuttavia, credo proprio che gli sviluppatori porranno presto rimedio a tale imprevisto. La turbo mode, selezionabile tra le opzioni nel menù principale, propone una challenge minimamente degna di questo nome, ma per i veterani del genere sarà comunque una passeggiata registrare un punteggio esorbitante nonostante la velocità praticamente raddoppiata.
Un punto a favore di Akihabara – Feel the Rythm Remixed è senza dubbio la responsività dei comandi che, nonostante un key mapping quanto meno singolare (con la freccia su switcheremo le icone, con la freccia giù le caleremo più rapidamente, con CTRL le andremo ad eliminare e con spazio impiegheremo il nostro power-up), reagiscono immediatamente alla pressione. L’assenza di input lag è fondamentale per giocare e masterare titoli di questo genere! La tastiera non sarà l’unica periferica di gioco supportata. Non disdegno affatto la possibilità di ricorrere al gamepad, una soluzione innegabilmente comoda per un gioco con 4 tasti in croce.
Feel the Rythm? – Soundtrack
Un rythm game che punta alla vetta dovrebbe armarsi di una tracklist di tutto rispetto . Dall’elettronica alla vocal music passando per il pop, oppure il drum n’ bass: una selezione di generi e tracce più che valida, ma soprattutto variegata, è certamente un requisito fondamentale per un music game di successo.
Akihabara – Feel the Rythm Remixed, invece, propone una soundtrack che non esula dall’elettronica. Anonima, monotona ed ogni brano è praticamente identico al precedente. Una volta intrappolato nel loop (accosta i mattoncini, distruggi il blocco e ripeti) ti sembrerà di ascoltare la stessa singola traccia dall’inizio della partita.
Proprio per questo, giocare con o senza audio non sortirà alcun cambiamento. Ho provato personalmente a completare il titolo mutando il gioco – dal mixer di Windows, evidentemente. Nelle opzioni, infatti, non avremo nemmeno la libertà di regolare il volume generale – e posso assicurarti di non aver avuto la benché minima difficoltà. Il “ritmo” non incide assolutamente sul gameplay e porto a termine con successo ogni stage di primo e secondo livello (sono 3 in totale), senza nemmeno ricorrere all’ [in]utilissimo power-up!
Non soddisfatto ed in vena di sperimentare nuove esperienze meta-videoludiche, decido di ri-cominciare dal primissimo stage piazzando della musica random – una raccolta remixata della OST di Undertale, per la tua curiosità – in background. Come volevasi dimostrare: nessunissimo sforzo! Al contrario, totalizzo il mio best score (più di 200.000 pt con annesso achievement) e conquisto addirittura un trofeo per aver ricevuto meno di 50 “BAD” durante l’intera sessione. Easy peasy.
Aesthetic – Grafica ed estetica
Graficamente parlando Akihabara – Feel the Rythm è… una delusione! Alcuni set d’icone sembrano ripescati direttamente da una versione piratata di Windows 95, nel tentativo – poco riuscito, a dire il vero – di ricreare un’atmosfera aesthetic in stile vaporwave. Un gioco di questo genere, dal gameplay monotono e ripetitivo – che da solo non vale certamente la candela -, lo avrei sicuramente apprezzato di più con una veste estetica più accattivante: un background più ispirato e dettagliato, un set di icone più originale o magari qualche fanciulla animu e kawaii piazzata per “tenerci compagnia” durante la partita, invece di relegarne UNA soltanto nel menù principale!