Sviluppato da Jeff Minter e Llamasoft e pubblicato da Atari, Akka Arrh è un particolarissimo shooter arcade con elementi da tower defense che rievoca con estrema prepotenza gli anni ‘80 e lo fa con colori psichedelici e luci stroboscopiche. Noi abbiamo affrontato questo stravagante trip allucinogeno su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Akka Arrh e il ritorno agli anni ‘80
Prima di procedere coi dettagli legati alla narrativa di Akka Arrh è bene raccontare la storia stessa di questo videogioco. Il primo prototitpo di Akka Arrh risale al 1982, come cabinato. Purtroppo Atari, all’epoca, non vide nel progetto un potere economico tale da giustificarne la diffusione nelle sale da gioco.
Questo fece mettere Akka Arrh da parte, nonostante ci furono dei test con il titolo ormai completo. Col passare del tempo, Akka Arrh è sopravvissuto come diceria tra programmatori e sviluppatori, come gioco mitologico così raro che in pochissimi avevano potuto provare e raccontare.
Ecco, tale gioco è stato ripreso da Jeff Minter, che ne ha rivisto i punti deboli, ristrutturandone l’estetica e aggiornandola in chiave psichedelica alla modernità del nostro amato medium. Il risultato? Un’esplosione di colori solo apparentemente confusionaria ma che nasconde una sinergia di luci, suoni e punteggi che gli amanti del genere sapranno apprezzare ed elogiare.
Inutile dire che narrativamente parlando, Akka Arrh è vuoto. Non c’è una narrazione e neanche una qualche lore di fondo con cui giustificare le nostre azioni di livello in livello. Akka Arrh è puro arcade, una serie di livelli a difficoltà crescente che saprà mettere a dura prova le nostre abilità e soprattutto i nostri riflessi.
Noi impersoniamo una torretta spaziale dalla forma di teschio di toro che, dall’alto della sua postazione rigorosamente fissa, può ruotare a 360° per annientare tutte le forme di nemici che oseranno avvicinarsi. Lo scopo? Proteggere le sfere verdi posizionate al “piano inferiore” della nostra base che fungono da energia.
Ovviamente, in quanto arcade, il titolo punta tutto nella corsa al miglior punteggio possibile in ognuno dei 50 livelli a disposizione e da sbloccare gradualmente. Quindi, appurato che Akka Arrh è orfano di una trama, andiamo subito a vedere come si può trionfare in questo psichedelico arcade d’altri tempi.
Come il passato ma con più colori
Akka Arrh è un ritorno al passato in tutti i sensi possibili ma, a sua volta, fortificato da un’atmosfera così tanto psichedelica che a qualcuno potrebbe risultare persino troppo caotica se non proprio fastidiosa. E il titolo stesso ne è consapevole visto che è dotato di un’opzione per eliminare gli effetti stroboscopici e “flashanti”.
Eppure, quest’effetto acido abbagliante e la sinfonia di colori che esplodono a ogni bomba sganciata è parte integrante del titolo stesso, della sua identità folle e quasi impossibile da tradurre. Parliamo di un’opera che unisce grafica e sonoro ancorandoli e dando vita a una sinfonia acustico-visiva fortemente geometrica, minimal e astratta.
In termini ludici, Akka Arrh è molto essenziale. Come detto, siamo ai comandi di una torretta posizionata al centro del livello e che può solamente ruotare su se stessa per bersagliare i nemici che verranno da ogni parte dello schermo. A nostra disposizione abbiamo due armi. Le principali sono delle bombe.
Si tratta di un attacco lento ma efficace che, se va a segno, fa letteralmente esplodere i nemici che, a loro volta, danno vita a un’onda di distruzione (dalla forma geometrica/estetica che varia a seconda del livello in corso) che, se intacca altri nemici, da vita a un’ulteriore onda della medesima forma. Questo si traduce in una sfida di combo realizzata dal concatenarsi continuo delle onde di distruzione dei nemici. Una bomba, potenzialmente, può bastare per risolvere un intero livello (e ci è successo seppur raramente). Ovviamente esistono nemici immuni a tale bomba e qui entra in scena la nostra seconda arma.
Si tratta di proiettili aerei decisamente più veloci e che possono essere ripetuti in modo costante anche se, non sono infiniti. Per fortuna, si ricaricano all’eliminazione dei nemici con l’utilizzo delle bombe. Tali proiettili servono a eliminare i nemici che sopravvivono alle bombe oltre a quelli immuni all’arma principale.
Riuscire ad alternare bombe e proiettili è la chiave essenziale per mantenere la catena di combo alta e costante, riuscendo così a immagazzinare un punteggio di tutto rispetto. A queste armi si uniscono gli immancabili bonus, abbastanza classici e che riguardano sia la velocità di fuoco che il potenziamento delle difese.
Ma cosa succede se non riusciamo a eliminare un nemico? Ecco, i nemici hanno come scopo quelli di rapire e/o distruggere delle sfere verdi posizionate al piano inferiore della nostra area di gioco. Se le sfere vengono completamente distrutte, è game over.
Per evitare ciò, se un nemico riesce a superare le nostre difese, possiamo momentaneamente trasferirci al livello sottostante per provvedere subito alla sua eliminazione, cercando così di limitare i danni. Ma occhio, scendere al piano di sotto ha come conseguenza quella di lasciare l’area superiore scoperta.
Come puoi vedere, strutturalmente Akka Arrh è un titolo molto semplice, intuitivo e solido. Il livello di sfida è crescente e non fa sconti anche se il titolo permette di ripartire direttamente dall’ultimo livello affrontato anche se potrai ricominciarlo col numero esatto di sfere verdi conservate fino ad allora. Per quanto riguarda il level design, seppur inizialmente semplice, presto regala alcune chicche come porzioni di gioco immuni alle onde d’urto esplosive. Studiare quindi l’area di gioco diventa parte integrante della strategia per ottenere il miglior punteggio.
Se tutto ciò è la gioia per i fan degli arcade è anche vero che chi non è amante del genere difficilmente si avvicinerà a un titolo come Akka Arrh che, oltre a una struttura ripetitiva, richiede un certo impegno per essere padroneggiato al dovere. Senza contare che la longevità è legata a doppio filo al sistemo di punteggi e al superare i propri record.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Akka Arrh o lo si ama o lo si odia. Chi si ferma alla superficie si ritrova a guardare un qualcosa di minimal e fortemente caotico che quasi ti respinge. Chi riesce ad andare oltre, invece, troverà un’armonia abbagliante di colori acidi e forme geometriche in un continuo incontro-scontro, di livello in livello.
Nulla di realmente inedito ma la loro composizione armonica, grazie anche al sapiente utilizzo del sonoro, crea un’esperienza sinceramente psichedelica che ben si sposa allo spirito competitivo del titolo che riesce anche a evocare l’atmosfera degli anni ‘80 senza per questo risultare fuori posto nel presente.
E parlando del sonoro, come detto dallo stesso Jeff durante un’intervista fatta su PlayStation Blog, Akka Arrh crea una sequenza tonale generata dai nemici e dalle nostre azioni mentre gli spariamo, estrapolando i suoni da una borsa di campioni audio raccolti negli anni dall’autore stesso. Per questo giocare ad Akka Arrh è come dar vita anche a una sinfonia acustica.
Da segnalare, infine, che Akka Arrh include i sottotitoli in lingua italiana anche se i testi a schermo sono decisamente pochi e in alcuni casi anche difficili da leggere data la loro natura fluorescente. Inoltre, il titolo stesso inserisce alcune frasi “danzanti” nel bel mezzo dell’azione con tanto di complimenti per la riuscito di combo.