I CRPG sono un genere affascinante: sono difficili da approcciare e più complessi di un GDR tradizionale, eppure riescono a regalare una soddisfazione viscerale a chi riesce a padroneggiarne le meccaniche.
Proprio per la prima motivazione, tuttavia, non sono considerati dall’industria AAA, che vuole costantemente raggiungere un pubblico vasto con le loro produzioni; per il semplice motivo che, quando si investono milioni, si deve avere una prospettiva di guadagno che possa far rientrare quelle spese.
Per fortuna, però, questo sottogenere dei GDR non è morto ed ha visto recentemente due ottime incarnazioni (Divinity: original Sin 2 e Pillars of Eternity II). Oltre a questi capolavori, possiamo trovare alcune produzioni passate in sordina, tra cui spiccano alcune eccellenze.
Questo è il caso di Alaloth, un gioco tutto italiano, che ha le carte in regola per porsi come un nuovo punto di riferimento per il genere.
Alaloth prende a piene mani dal lascito Tolkeniano, proponendo un epic fantasy classicissimo, che trae una evidente ispirazione dalle caratteristiche che lo hanno definito. La trama, infatti, ci mette nei panni di un campione che si ritroverà a dover lottare per la salvezza del mondo, combattendo contro l’incarnazione del male che architetta la dipartita dello stesso.
La trama, tuttavia, è impreziosita dalla presenza di quattro nazioni nel mondo, le quali manderanno i loro campioni nella nostra stessa impresa: recuperare i quattro artefatti che impediscono di raggiungere le terre del signore oscuro ed ucciderlo dopo averlo fatto.
Questi eroi non saranno cooperativi ed in caso uno di loro trovasse uno dei manufatti prima di noi, dovremo lottare con lui per recuperarlo, in una vera e propria competizione.
Un inizio sicuramente epico ed interessante, reso ancora più significativo dalla scrittura di Chris Avellone, che arricchirà la diegesi con una lore profonda e diverse trame secondarie.
Ed il gameplay?
Come se ciò non bastasse, anche il gameplay promette faville:
Durante la creazione del nostro personaggio potremo scegliere tra quattro razze (anch’esse richiamano Tolkeniana, proponendo orchi, umani, elfi e nani); successivamente selezioneremo una classe, proseguendo la personalizzazione con la scelta di una delle nove professioni che il gioco propone, ognuna con quattro abilità uniche. Tutto questo mette in mano al giocatore innumerevoli possibilità di personalizzazione.
Fatto ciò, ci addentreremo nel mondo di gioco, che proporrà diverse città, nelle quali svolgere varie attività fondamentali, come ottenere diverse quest, reclutare compagni o potenziare il nostro eroe.
A queste ultime si alterneranno i vari dungeon che compongono le ambientazioni; alcuni strutturati dal team di sviluppo ed altri procedurali.
I combattimenti saranno basati sulle abilità e sul loro tempismo, oltre che sulla nostra capacità di gestirne il cooldown. Oltre a queste avremo la possibilità di schivare, parare ed effettuare degli attacchi normali con la nostra arma equipaggiata.
Tutto questo sarà racchiuso in un mondo che sfoggia un’alternanza giorno/notte, causa del cambiamento di alcune caratteristiche dei dungeon stessi.
Per concludere, Alaloth si presenta come un titolo mastodontico, con un mondo di gioco enorme e ben caratterizzato, una visuale vecchia scuola e degli sviluppatori di talento alle spalle. Sicuramente vi terremo aggiornati su ogni novità, dato che non ci sono ulteriori dettagli.