Si aggira nella notte dello spazio profondo, furtivo, silenzioso come uno xenomorfo e altrettanto letale: è il tweet che potrebbe segnalare come la saga videoludica di Alien potrebbe dare alla luce un sequel.
Il misterioso tweet viene direttamente dalla pagina ufficiale del franchise di Alien, e mostra come ai piani alti potrebbero avere grandi progetti per miss Amanda Ripley, figlia della più nota Ellen Ripley.
Daughter. Rebel. Hero. Her story deserves to be told…
#Whois #AmandaRipley #ReadPlayWatch #Daughter #Rebel #Hero pic.twitter.com/NMwdK60oGU— Alien (@AlienAnthology) 5 gennaio 2019
La vicenda di Amanda ha vissuto un discreto numero di traversie. Apparsa da principio come semplice menzione in una scena inedita del film Aliens: Scontro finale (1986), si è scavata un posto da protagonista nel videogioco Alien: Isolation (2014), dove viaggiava sull’astronave W-Y Torrens per ritrovare la scatola nera della Nostromo, nave su cui, come ben sappiamo, viaggiava sua madre Ellen.
A quanto pare, molti indizi confermano quella che, man mano che passano i giorni, diviene sempre più un’ipotesi fondata: il 22 novembre scorso la 20th Century Fox ha registrato il marchio “Alien: Blackout” come “videogioco per computer”. Se a ciò si aggiunge un altro tweet, questa volta postato dal giornalista e presentatore di settore Geoff Keighley, con un font molto simile a quello della Weyland Corporation, i dubbi sembrano sempre più dissiparsi.
WORLDS // WILL // CHANGE on December 6 #TheGameAwards pic.twitter.com/2b8ZPZCTbv
— Geoff Keighley (@geoffkeighley) November 2, 2018
I più informati potrebbero obiettare il fatto che non c’è stato alcun annuncio ufficiale al Game Awards del 6 dicembre scorso a Los Angeles, ma nutro fondati sospetti che gli indizi raccolti finora possano condurre a un annuncio nell’arco dei prossimi mesi.
Fino ad allora restiamo in ascolto, in attesa di altri segnali dallo spazio profondo da parte della Fox, della Creative Assembly o della SEGA, che hanno curato la pubblicazione di Isolation.
Fino ad allora, occhio a non spegnere le luci. Nel web, nessuno può sentirvi urlare.