Alien Life Simulator è un gioco di sopravvivenza 3D in terza persona sviluppato e pubblicato da J6 Games. Abbiamo provato in anteprima Alien Life Simulator che è entrato dal 18 febbraio in accesso anticipato su Steam. Ecco le nostre prime impressioni sul gioco.
Poche emozioni e tanti problemi
Alien Life Simulator non ha una vera e propria trama e ci ritroveremo catapultati in un villaggio alieno, senza assolutamente nulla a introdurci in questo ambiente. Saremo un alieno umanoide, i cui tratti del viso sono a malapena abbozzati, e dotato di una lanterna che gli sbuca dalla testa e si illumina al buio. Il nostro alieno, così come gli altri abitanti del villaggio, è monocolore, colore che cambierà casualmente ad ogni nuova partita, indossa una specie di gonnellino e ha dei tatuaggi con strani simboli sulla pelle.
Il villaggio è abitato da quelli che verosimilmente appaiono come alieni maschi e femmine, ma il nostro personaggio sarà sempre un maschio. Non esiste una personalizzazione del personaggio sotto nessun punto di vista, non avremo quindi la possibilità di scegliere il colore della pelle, i vestiti o il sesso.
All’inizio della prima partita in Alien Life Simulator apprendiamo i comandi attraverso un brevissimo tutorial e ci viene anche spiegato che il nostro personaggio subirà gli effetti della fame. Per questo, prima di partire per la nostra avventura esplorativa, dovremo attingere alle scorte di cibo del villaggio. Entreremo così nel primo edificio del villaggio: una sorta di granaio in cui viene accumulato il cibo (indicato nell’inventario con il termine di “essenza di creatura”).
Da qui avremo la possibilità di prelevare le scorte, ma anche di depositarle. Come scopriremo più avanti, infatti, nelle nostre avventure potremo fare incetta di cibo uccidendo alieni nemici (ecco spiegato perché il cibo si chiama “essenza di creatura”). Il tutorial ci avvisa anche che prelevare troppe scorte potrebbe costare la vita al resto del villaggio, motivo per cui anche se non viene chiaramente spiegato, uno dei nostri compiti potrebbe essere proprio quello di andare a caccia per rimpinguare le scorte di cibo e garantire ai nostri la sopravvivenza.
Il nostro villaggio è situato su una sorta di isolotto fluttuante costituito da edifici quasi completamente vuoti. Al limitare di quest’isola (che ha un’estensione davvero ridotta), si possono intravedere tanti altri isolotti simili al nostro. Il loro aspetto ricorda molto le montagne fluttuanti di Pandora nel film Avatar.
Per poterci spostare tra un’isola e l’altra abbiamo bisogno di aprire dei passaggi in dei gate, degli archi chiaramente ispirati a Stargate pur non essendo circolari. Al centro dell’arcata possiamo anche intravedere un simbolo, ma ben presto ci accorgeremo che ogni portale ha lo stesso simbolo, quindi non sembrano avere un significato particolare. Peraltro nel villaggio è presente una stele con dei simboli, che dalle indicazioni del gioco, dovrebbe servire per ottenere le coordinate dei diversi mondi. In realtà non viene spiegato come utilizzarla e anche interagendo con essa non accade nulla.
Come si aprono i portali? Come ci viene spiegato nel tutorial, per farlo dobbiamo craftare uno strumento che utilizza la fonte di energia disponibile in questo pianeta ovvero l’aimatos (rappresentata come una sfera di energia azzurra). Entriamo, quindi, in contatto con il crafting e facciamo “conoscenza” degli abitanti del villaggio. Per poter craftare qualcosa, infatti, dobbiamo recarci in un edificio specifico del villaggio. Nell’edificio è presente un solo mobile, che all’aspetto appare come una specie di comò, ma che nell’effettiva pratica non ci permette di craftare alcunché.
Per creare gli oggetti è, infatti, necessario interagire con un abitante del villaggio che si precipiterà nell’edificio non appena ci metteremo piede. Interagendo con questo nostro amico si aprirà il menù del crafting: ovvero una finestra semitrasparente in sovraimpressione al di sotto del quale potremo notare anche l’animazione di movimento delle gambe del nostro personaggio proseguire in loop. Per creare gli oggetti ci basterà cliccare su craft, le ricette sono già pronte e tra l’altro in questo caso ci serve un solo elemento, ovvero l’energia. Cliccando su craft comunque non succederà niente, per sapere se abbiamo effettivamente portato a termine l’azione e ottenuto l’oggetto / più oggetti dovremo andare, quindi a controllare nell’inventario.
Da questo punto in avanti il tutorial ci indica soltanto di avviarci verso il portale e spostarci verso una nuova isola. Nei pressi del portale, dopo averlo sbloccato, il tutorial ci introduce anche la sfera delle emozioni. Eccoci, quindi, alla seconda nota dolente.
Il sistema delle emozioni
Una delle peculiarità di Alien Life Simulator dovrebbe essere proprio il sistema di emozioni. Accedendo alla ruota, infatti, vediamo una serie di stati d’animo come rabbia, coraggio, motivazione e così via. Ognuna delle emozioni è accompagnata da un perk ad esempio l’amore permette di rigenerare la salute, mentre il coraggio aumenta il danno inflitto ai nemici.
È subito chiaro che l’utilizzo di questo sistema può fare la differenza nei combattimenti e esserci davvero d’aiuto. Peccato che non funzioni assolutamente. L’unico effetto di scegliere una di queste emozioni è farci restare bloccati mentre il nostro personaggio esegue una danza (diversa per ogni emozione) per qualche secondo.
Dopo aver scelto lo stato d’animo, quindi, non cambia proprio niente, i danni inflitti sono uguali e non riusciamo a recuperare la salute persa. Il che è un bel problema, considerando che allo stato attuale del gioco esiste un solo e unico modo per curarsi, ovvero ritornare al villaggio e farsi medicare dal medico. Sì, hai capito bene, non viene spiegato come preparare delle bende, o più probabilmente non c’è un modo per farlo. Questa mancanza rende praticamente impossibile proseguire nell’avventura. Possiamo spostarci quanto vogliamo e portare con noi del cibo per non morire di fame, ma ben presto finiremo per perire agli attacchi visto che non abbiamo nessun modo per recuperare l’energia.
Tornare indietro spesso non è possibile perché significherebbe rifare la strada a ritroso di portale in portare per giungere di nuovo al villaggio. Ma su ogni isola ci sono dei nemici e non farci colpire sarà impossibile. Visto che l’energia non si recupera alla fine dei combattimenti e che non sembra essere possibile procurarsi delle medicazioni, credo che lo scopo fosse di permettere al personaggio di curarsi proprio sfruttando il sistema delle emozioni, che però non funziona.
L’esplorazione
Gli isolotti che visiteremo dovrebbero essere generati casualmente, ma dopo aver giocato diverse partite e fatto un controllo anche sui diversi gameplay trovati su YouTube, non è così. Sia la topografia che la disposizione dei nemici resta sempre uguale.
Il nostro unico compito su queste isole sarà quello di difenderci dai nemici, dopo averli eliminati tutti, non ci resterà praticamente nulla da fare. Le isole sono piccole, non presentano grotte, né edifici, né altre strutture da esplorare e soprattutto non c’è niente da raccogliere o con cui interagire.
Non ci resta, quindi, altro da fare se non proseguire all’isola successiva e affrontarne i nemici. Il nostro viaggio in Alien Life Simulator va avanti finché non esauriamo i dispositivi per attivare i portali o finché la nostra salute non arriva a zero.
La morte è permanente e ci ritroviamo nuovamente al villaggio di partenza con l’inventario vuoto e un “nuovo personaggio”. Ciò che abbiamo notato, però, è che la quantità di cibo immagazzinata nel villaggio non si resetta dopo la morte.
Forse si è buggato
Come abbiamo detto in Alien Life Simulator è importante non restare mai a corto di attivatori dei portali, per non rischiare di restare bloccati su un’isola. Infatti, così come non è possibile accedere a cure mediche mentre si è lontani dal villaggio, non sarà neanche possibile craftare.
La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che in alcuni casi, dopo aver attivato il portale, non possiamo comunque accedervi perché svanisce sotto i nostri occhi, consumando naturalmente il dispositivo di attivazione.
Ci sono momenti in cui iniziamo a subire colpi praticamente dal nulla, solo per accorgerci quando è oramai troppo tardi della presenza degli alieni, questo è dovuto al fatto che in alcuni ambienti i nemici compenetrano con gli elementi circostanti.
In molti casi anche il nostro personaggio sarà in grado di attraversare oggetti che dovrebbero avere una certa solidità.
Neanche la grafica fa guadagnare punti al gioco perché l’intero mondo dagli edifici alle montagne e al terreno è costituito soltanto da poligoni monocolore. La grafica più che rifarsi allo stile low-poly sembra essere un lavoro incompleto, come possiamo anche notare dalla presenza di elementi con stile grafico differente.
Non ci sono praticamente effetti sonori ad eccezione degli spari delle armi in nostro possesso e dei colpi a distanza dei nemici. Il volume degli spari è eccessivamente alto, tanto da essere distorto. Anche la colonna sonora di Alien Life Simulator, oltre a essere ripetitiva, è soggetta a un forte clipping audio rendendo l’esperienza di gioco molto spiacevole.
Delude anche per quanto riguarda le impostazioni, infatti è possibile cambiare i tasti, ma… solo assegnando “A o W”. Ciò rende impossibile cambiare l’assegnazione dei tasti, anche perché il movimento non si può assegnare alle frecce e quindi non ha senso assegnare le altre funzioni ad A o W se servono già per spostarsi.
Tirando le somme
Il progetto è chiaramente in una fase embrionale, ma allo stato attuale Alien Life Simulator non ha praticamente niente da offrire. Magari in futuro, attraverso il rilascio di nuovi aggiornamenti capaci di arricchire il titolo e dargli uno scopo potrebbe valere la pena acquistarlo. In questo momento, però, non vale assolutamente la spesa di 20,99 € a prezzo pieno (né i 16,79 € con cui viene venduto in promo limitata per qualche giorno). Tra l’altro anche gli screen stessi presenti su Steam non riflettono lo stato attuale del gioco.