Sviluppato e pubblicato da Neckbolt in sinergia con Burning Planet Digital, Alruna and the Necro-Industrialists è un metroidvania in 2D molto retrò che punta sia a fasi platform che a fasi di puro combattimento, passando per enigmi ambientali, molteplici segreti da svelare e offrendo all’utente una certa libertà di esplorazione. Noi abbiamo vestito i panni di una delle ultime driade su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a esplorare un mondo morente?
Alruna and the Necro-Industrialists e il riscatto della natura
Siamo in un futuro non ben precisato e la terra è ormai devastata e sull’orlo del collasso. La natura è quasi del tutto scomparsa e a dominare sono scenari desolati, devastati e infarciti di macerie ed echi di un passato che ha visto consumare ogni singola risorsa naturale. Gli stessi umani hanno ceduto il posto a un esercito di scheletri rantolanti e moribondi che si trascinano in un’esistenza vuota e monotonoa.
Afflitta da un mondo monocromatico e povero di dettaglio, in linea con la povertà post-devastazione, la natura prova a resistere grazie a lei, Arluna. Trattasi di una driade, una sorta di “spirito della natura” dotato di diversi poteri che, con grazia, quasi danzando tra la morte, prova in ogni modo a ridare vita e speranza all’esistenza.

Ovviamente, l’intero Alruna and the Necro-Industrialists è una sorta di macro metafora anti capitalismo sfrenato pro preservazione della natura che fa da muta narrazione e collante alle intere vicende che si susseguono su schermo. Vicende che, a essere pienamente onesti, faticano un po’ a catturare l’interesse dell’utente. Sì, ci sono personaggi non giocanti che scambiano qualche battuta ma la narrazione è prettamente “silenziosa” e visiva e non sempre cristallina.
Manca quindi un canovaccio serrato in grado di trainare l’utente che, invece, è chiamato a esplorare con una certa libertà di decisione, una libertà che si amplia all’ampliamento dei poteri della stessa Arluna e che sfociano in diversi finali legati essenzialmente al nostro modo di vivere l’avventura (un’avventura comunque contenuta e leggermente sotto la media del genere nel caso ci si fermi a una sola run). Ma com’è vivere nei panni di Arluna? Scopriamolo subito insieme!

Un metroidvania molto classico
Alruna and the Necro-Industrialists è un metroidvania in 2D estremamente classico e dall’aspetto e struttura fortemente retrò. A differenza dei combattimenti (comunque presenti), l’esperienza di Arluna è però più votata all’esplorazione e alla risoluzione degli enigmi ambientali (la cui varietà, seppur non eccelsa, è comunque gradevole). Parliamo di un titolo suddiviso in stanze (circa duecento) in alcuni casi molto (troppo) contenute e collegate tra loro in modo interessante.
Più che altro, a interessare, è il modo in cui andremo a interagire con l’area di gioco stesso che non è lineare e che pone dinanzi a noi praticamente due obiettivi: affrontare il male che affligge il mondo o provare a scappare. In entrambi i casi, il nostro modo di interagire col mondo di gioco muta diventando ora più combattivo, ora prettamente esplorativo (la fuga, ad esempio, richiede la raccolta specifica di determinate gocce, spesso ben nascoste nelle varie aree di gioco).

Come già detto, il titolo non ha una narrazione lineare che funge da guida e quindi, banalmente, sta a te scoprire come progredire e in che modo e, soprattutto nella prima run, proseguirai praticamente alla cieca. Discorso analogo anche per l’utilizzo dei poteri e dei loro effetti ambientali. In principio potresti avere qualche problema o dubbi sul loro utilizzo ma, una volta padroneggiati, il livello di sfida dell’intero titolo subisce una brusca flessione verso il basso.
Il combattimento stesso, già dalle prime battute, non brilla né per complessità né per difficoltà. Armati inizialmente di una frusta, bersagliare i nemici a distanza (dotati tra l’altro di poca energia) sarà abbastanza semplice e, salvo qualche nemico più coriaceo, difficilmente ti troverai in difficoltà. Discorso diverso, invece, per l’esplorazione. Questa è solo apparentemente semplice e striminzita, in realtà nasconde molteplici aree segrete e non tutte sono facili da scovare.

Il level design, infatti, nella sua essenza minimalista, è costruito in modo intelligente e sa regalare piacevoli sorprese a chi si applicherà per svelarne ogni segreto e collegamento. Purtroppo, complice anche una povertà estetica e un riciclo di vari elementi (dalle trappole al bestiario scarno), non tutti potrebbe avere il giusto incentivo all’esplorare ogni anfratto.
A ciò si aggiunge anche un feedback dei comandi non molto appagante e, ancora una volta, non sempre intuitivo. Basti pensare che al posto del doppio salto, Arluna è dotata di un mega balzo verticale che, per essere attivato, richiede di tener premuto verso il basso per qualche secondo (come se fosse una molla). Un sistema inizialmente accattivante ma che diventa “scomodo” in situazioni più concitate se non proprio “noioso” nel lungo termine (in quanto risulta decisamente meno immediato rispetto al classico doppio salto).

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Alruna and the Necro-Industrialists sceglie uno stile retrò che, inizialmente, riesce anche a colpire nel segno per poi diventare abbastanza piatto e privo di sorprese. La natura minimalista implementata ad aree abbastanza classiche e poco accattivanti, indeboliscono un’esplorazione dotata a sua volta di una struttura labirintica molto interessante. Buone, invece, le animazioni, soprattutto di Arluna stessa, riuscendo a evidenziare la grazia delle sue movenze.
Il sonoro è gradevole e abbastanza in linea con le atmosfere generali offerte dal titolo seppur fatica a restare impresso. In compenso, non risulta mai fastidioso. Da segnalare la totale assenza della lingua italiana (mancano anche i sottotitoli), un’assenza che però non è molto rilevante considerando che la mole di testo presente è abbastanza scarsa. In compenso, Alruna and the Necro-Industrialists si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile calorosamente consigliata.